«ERA QUASI L’ALBA quando mi svegliai.
«L’inno di sangue era sommesso nelle mie vene, sulla mia lingua c’era sapore di vodka stantia. Il mio riposo era stato tormentato da sogni che mi facevano desiderare di essere rimasto sveglio. Ma mi serviva il sonno, così mi raggomitolai sotto le pellicce e cercai di addormentarmi di nuovo. Quando però guardai verso le braci, vidi che il giaciglio di Dior era vuoto.
«Con i muscoli doloranti, mi alzai nel freddo pungente. L’oscurità prima dell’alba era del tipo che sembrava fatto di vetro: immobile, nera e affilata. Aveva smesso di nevicare. Rafa, Chloe e Bellamy erano raggomitolati vicino ai tizzoni ardenti e i cavalli erano raggruppati per scaldarsi, con Gezabele proprio nel mezzo. Saoirse si era offerta volontaria per il turno di guardia dell’alba, eppure non riuscivo a vedere alcun segno di lei. Dando un calcio alle pellicce di Dior con uno stivale dal tacco d’argento, appurai che erano vuote.
«Controllai il mio alambicco accanto alla buca del fuoco e notai che il sangue della novellina si era ridotto a uno spesso grumo scuro. Dopo aver allontanato il congegno dal calore, andai a dare un’occhiata.
«L’odore di Saoirse era facile da seguire, ferro e cuoio attraverso gli alberi desolati. Salii zigzagando su per la gola, i miei occhi luminosi al buio. E a circa cento iarde dal campo la trovai, appoggiata contro il cadavere di una vecchia quercia. Con Dior tra le braccia.
«Le loro labbra erano unite in un bacio dolce. Lei era più alta del ragazzo e gli teneva le braccia attorno alle spalle, mentre Dior la cingeva in vita. I polpastrelli di Saoirse scorrevano lungo la mascella di Dior, muovendosi poi tra i suoi riccioli pallidi. Il ragazzo la attirò a sé con delicatezza e il loro bacio diventò più appassionato. Le mani di Dior vagarono in basso e Saoirse rise quando lui sollevò i bordi del kilt.
«“Vacci pian, fiorellin” mormorò lei. “Non c’è fretta.”
«Gli occhi del ragazzo luccicarono quando le sorrise. “Sei belliss…”
«“Spero di non interrompere.”
«I due sussultarono e si staccarono; l’ascia di Saoirse lasciò la sua schiena in un istante. Lei strinse gli occhi con una lieve rabbia mentre si sistemava il kilt, le labbra rosacee per la pressione contro la bocca di Dior. Dietro di lei il ragazzo sembrava atterrito e si affrettò ad allacciarsi i bottoni.
«“Dovresti essere di guardia” dissi fissando Saoirse.
«Lei si asciugò il mento e si accigliò. “Sembra che tu guardi abbastanza per tutt’e due.”
«“Hai dato una bella occhiata?” chiese Dior.
«“Se le cose che ci danno la caccia ci colgono di sorpresa nella notte, sarai tu a dare una bella occhiata, ragazzo. Alle tue fottute viscere.”
«Saoirse scosse il capo, agganciando una treccia annodata dietro l’orecchio. “Non c’è topo entro un miglio da noi che non sia stato già individuato, Santo d’argento.”
«“Vi sono arrivato alle spalle senza che aveste il minimo sentore della mia presenza.”
«“Forse noi no. Ma lei sì.”
«La fiutai ancor prima di udirla: un accenno di odore felino e un ringhio sommesso dietro di me. Voltandomi verso gli alberi morti, vidi occhi dorati, a fessura e scintillanti. Mentre Phoebe spuntava dall’oscurità, non potei fare a meno di ammirare quella bestia: sensi da sanguepallido o no, non avevo la minima idea che la leonessa mi stesse seguendo.
«“Ti avrebbe fatto a fettine quel bel culetto come una torta di complesanto, se t’avesse ritenuto una minaccia.” Saoirse sorrise. “Phoebe vede quello ch’io non vedo, Santo d’argento. Non temer quando noi siam di guardia.”
«Dior aveva terminato di abbottonarsi la giacca e sibilò a denti stretti: “Così forse ti farai gli affaracci tuoi in futuro?”. Con le guance che ancora bruciavano dall’imbarazzo, il ragazzo mi lanciò un’occhiata assassina e tornò al campo a passi pesanti. Lo guardai incespicare sul terreno sconnesso nella penombra, lanciando un’imprecazione. Con il volto impassibile, mi girai di nuovo verso il freddo sguardo verde di Saoirse. “Non è un po’ troppo giovane?”
«La ragazza si appoggiò su Gentilezza e si gettò le trecce dietro la spalla. Muta e feroce come la leonessa che ora girava tra le radici marce alla mia sinistra.
«“Non ci sono molti ragazzi della sua età che hanno tanto buonsenso da rifiutare una rotolata con una bella ragazza. Ma non pensavo che tu gliene avresti proposta una. Quanti anni hai? Venti? E lui forse quattordici?”
«“Ne ho diciannove.”
«“Oh, be’, allora perdonami un cazzo.”
«“Tu non sei suo padre. Non sei suo amico. Cosa te ne frega, Santo d’argento?”
«Ci rimuginai per un minuto. Saoirse non si era sottratta al suo turno di guardia come avevo sospettato. Quella sua leonessa si muoveva più silenziosa di me e probabilmente vedeva altrettanto bene al buio. Così alla fine scrollai le spalle. “Lo sai, mademoiselle Saoirse, hai ragione. Non me ne frega un cazzo.” Poi girai i tacchi e feci per andarmene.
«“Perché sei qui?” domandò lei.
«Mi voltai ancora. La esaminai come un cacciatore con la preda. Era alta, muscolosa, con le spalle larghe: immaginavo che si fosse allenata con ascia e scudo per tutta la vita. Il mantello di pelle di lupo e la cotta di maglia erano decorati da minuscole falci di luna rosse, i capelli infilati in anelli d’oro. Sui suoi abiti di cuoio erano sbalzati motivi di artigli intrecciati, mentre il colletto che le copriva la gola era fatto di sempernodi, lo stesso schema che adornava il collo della sua leonessa. Tutto indicava ricchezza. E forse un po’ di stregoneria. “Sto solo aiutando una vecchia amica” replicai.
«“Cazzate” sogghignò Saoirse. “Hai fatto presto a voltarle le spalle, a Dhahaeth. Eri più preoccupato di aiutar te stesso scolando una bottiglia, da quel ch’io ricordo. E di certo non stai con noi per qualche sentimento religioso.”
«“Lo stesso si può dire di te.”
«“Ah, sì?”
«Indicai i motivi neri e verdi sul suo kilt. “Mi ci è voluto un po’ per ricordare l’intreccio. È piuttosto simile ad á Rígan. Ma ho incontrato uno di voi all’assedio di Báih Sìde. Hai mentito a Chloe e gli altri. Non sei del clan Rígan. Sei del clan Dúnnsair.”
«Phoebe mi ringhiò, un suono basso e profondo. Mostrai i denti alla leonessa e le ringhiai a mia volta.
«“E allor?” Saoirse sbadigliò.
«“Allora puoi anche andare dietro al vecchio Rafa quando recita il Deogratias, ma sappiamo entrambi che tu hai tanta Unica Fede nel tuo intero corpo quanta io ne ho nell’alluce.”
«“Io ho fede in abbondanza, Santo d’argento. Solo non per l’Onnipotente, i Martiri e cose del genere.”
«Annuii, guardando le due strisce di inchiostro intrecciate che scendevano lungo fronte, occhio e guancia. “La tieni tutta per le Madrilune, eh?”
«“La tengo per color che la meritano.”
«“Ma pare che quel ragazzino conosca l’ubicazione del Graal di Santa Michon. Il calice che raccolse il sangue del santo Redentore in persona. Perciò mi domando: perché una pagana senza dio sta rischiando la propria vita per trovare una coppa che non crede nemmeno esista?”
«“Rischiando la vita?” Saoirse mostrò i denti in un lucente sorriso ferino. “Io non rischio nulla, Santo d’argento. Non è il mio destino morir oggi. E nemmen domani.” Si picchiettò il tatuaggio sulla faccia. “Nessun uomo può uccidermi. E nessun diavol oserebbe provarci.”
«“Basta scherzare ora. Perché stai viaggiando con Dior?”
«“Perché bacia bene.”
«“Dipende da quanto ti piace cruda la carne, suppongo.”
«“Bella sanguinolenta come te, eh, mezzosangue?” Gli occhi di Saoirse vagarono verso la pipa nel mio cappotto. “Sai, mia nonna mi ha messo in guardia da quelli come te.”
«“Quelli come me?”
«“Mostri. Mostri che indossan la pelle di uomini.” Saoirse si avvicinò, ora a pochi pollici di distanza, ergendosi in tutti i suoi sei piedi di altezza. Riuscivo a udire la leonessa girare alle mie spalle, a percepire il calore del suo respiro. “Non devi preoccuparti di saper le ragioni per cui son qui, Santo d’argento. Quando raggiungerem il Volta, tu tornerai a casa dalla tua mogliettina, dalla tua figlioletta e da una bottiglia bella grossa, senz’aver altro a cui pensar. Fino ad allor, tien per te gli sguardi, così come le opinioni, e andrem d’accordo alla grande. Sta bene?” La guerriera non attese una replica, scostò le trecce e si allontanò. La leonessa si attardò un momento prima di sgattaiolare nelle ombre dietro la sua padrona.
«Le seguii e sospirai. “Sta bene.”»