«“CON TUTTO IL dovuto rispetto, buon père, hai la testa su per il sedere.”
«“Con tutto il dovuto rispetto per te, devota sorella, un uomo della mia età non può essere così flessibile.”
«Tornai alla gola e trovai Chloe e Rafa che discutevano attorno al fuoco ardente. Chloe si stava pettinando i capelli con le dita, la testa avvolta da un alone di ricci impossibili. Saoirse era ancora da qualche parte nei boschi e Bellamy strimpellava il suo liuto… ma si affrettò a riporlo quando udì i miei passi avvicinarsi al campo. Dior se ne stava imbronciato nelle sue pellicce, fumandosi un sigaretto e guardandomi con la stessa dose di furia che ci si aspetterebbe da un quattordicenne nei confronti di un uomo che ha appena mandato all’aria le sue possibilità di svuotarsi le palle.
«“Santa Michon è la nostra destinazione, Rafa” stava dicendo Chloe. “Le nostre risposte si trovano lì.”
«“Su quello non ho dubbi” replicò il prete, rimestando una pentola fumante. “Ma Santa Michon dista mille miglia. San Guillaume è molto più vicino.”
«“San Guillaume è una distilleria, Rafa” sospirò Chloe. “Santa Michon è una fortezza. Quando il Re Sempiterno ha dilagato nel Nordlund, ha dato un’occhiata a quelle guglie e ha deciso che sarebbe stato più facile semplicemente aggirarle. È lì che ci attende la fine del sine die.”
«“Se dobbiamo viaggiare per mille miglia, dovremo fare rifornimenti. Non possiamo mangiare la neve, Chloe.”
«“Il buon père solleva un’obiezione fondata, sorella” si inserì Bellamy.
«“Ma dovremo effettuare una deviazione di settimane solo per arrivarci” replicò Chloe.
«“La devota sorella solleva un’obiezione fondata, père” annuì Bellamy.
«“Quelle sono fottute patate?” mi accigliai, scrutando la zuppa di Rafa.
«“Oui, chevalier” annuì il prete. “La mia specialità.”
«“Ma certo.”
«“Tu cosa ne pensi, Gabe?” chiese Chloe.
«Spostai lo sguardo tra i due mentre mi riempivo una ciotola bollente. A dire il vero, non m’interessava dove fossero diretti: il ragazzo avrebbe fatto da esca per Danton qualunque strada avessero seguito. “Credo che il modo migliore per guidare la nave contro le rocce sia avere due capitaines al timone. Perciò uno di voi dovrebbe prendere la barra. E l’altro dovrebbe chiudere il becco.”
«Chloe serrò la mascella e fissò intensamente Rafa. “Santa Michon, allora.”
«Il vecchio si spinse gli occhiali sul naso e si grattò la peluria grigia sulla testa. “Come preferisci, devota sorella.”
«“Un accordo!” urlò Bellamy. “Urrà!”
«“Chiudi quella fogna, Bouchette” ringhiai.
«Prendemmo i cavalli e Saoirse ci guidò attraverso la penombra. Ricominciò a nevicare e camminammo nel bosco per due giorni prima di sbucare su una strada fangosa diretta a nord che entrava serpeggiando nell’Ossway. Riuscivo a vedere quelle che dovevano essere state verdi colline, ora ridotte a mota e funghi. Un altro bosco morto ci attendeva come una macchia all’orizzonte. Superammo una forca beccata dai corvi, che cigolava nel vento pungente. La parola STREGA era incisa nel metallo arrugginito. Rafa e Chloe si fecero il segno della ruota mentre passavamo, mentre Dior la fissò con la mascella serrata. I resti all’interno della gabbia appartenevano a una vecchia.
«Solo un narratore migliore di me può rendere interessanti miglia di strada percorse in silenzio, sanguefreddo. Saoirse e Phoebe andavano in avanscoperta. Noialtri cavalcavamo ingobbiti sulle selle. Rafa guardava a occhi stretti la sua copia malconcia dei Testamenti, sfregandosi la ruota d’argento tra pollice e indice, io esaminavo la mia mappa logora, Bellamy giocava con il suo cazzo di legno mentre Dior ciarlava con il menestrello di qualunque cosa. Il tempo era davvero uggioso. Ma io avevo decomposto il sangue di quella novellina prima che lasciassimo il capanno del cacciatore, quindi la mia bandoliera era carica di una dozzina di dosi di sanctus di buona qualità, cosa che mi rendeva felice come un maiale nel letame.
«Incontrammo i profughi cinque giorni dopo. Sulle prime furono solo una manciata: un contadino e la sua famille, che avanzavano verso di noi. Ma tra la neve cadente notai una moltitudine che li seguiva. Erano centinaia. Si trascinavano dietro carretti tirati a mano, i fardelli di vite abbandonate, bambini piccoli sulla schiena. In mezzo a loro intravidi addirittura un asino esausto, triste e affamato. Ci incrociarono senza dire una parola; perfino quando père Rafa li chiamò, continuarono ad arrancare come fantasmi. I loro piedi strusciavano tra la neve sporca.
«“Gran Redentore fottuto…” mormorò Dior.
«“Bestemmia, Dior” mormorò Chloe.
«“Da dove vengono?”
«“Sono osswayani” risposi io, indicando i kilt che alcuni di loro indossavano. “C’è un piccolo villaggio a ovest di qui chiamato Valestunn. A nord-ovest uno più grosso chiamato Winfael…”
«“Gabriel de León?”
«Battei le palpebre nell’udire il mio nome e cercai la voce che l’aveva pronunciato. Lì, nella fila di profughi, vidi un uomo sporco di fango, sulla trentina, con una ragazzina dai capelli chiari sulle spalle. Era alto, brizzolato, gli occhi azzurro vivido che brillavano in una maschera di sporco.
«“Martiri e Vergin Madre, sei proprio tu!”
«Aggrottai la fronte per cercare di ricordare il volto dell’uomo mentre si avvicinava zoppicando, la mano tesa. Sollevando il tricorno dalla fronte, avanzai nella neve e gli afferrai l’avambraccio. C’era ben poca carne su di esso, ma la sua stretta era ferrea.
«“Non ti ricordi di me” disse lui. “Ma abbiam combattuto assiem a Triúrbaile. Ero un martellator nella compagnia di Lady á Cuinn il giorno in cui liberasti l…”
«“Lachlunn” dissi schioccando le dita. “Lachlunn á Cuinn.”
«“… Esatto!” Batté le palpebre dalla sorpresa e alzò gli occhi verso la ragazzina che aveva in spalla. “Lo vedi, tesor? Il Leone Nero in persona s’è ricordato di tuo papà!”
«“È bello rivederti, mon ami.” Sorrisi. “Come te la passi?”
«“Ah” sospirò l’uomo. “Ho cercato di guadagnarmi da viver onestamente dopo tutti i casini, con la mia coscia ridotta così.” Si picchiettò la gamba con un bastone da passeggio. “Coltivator di funghi, eh? Ma lo scorso inverno i Dyvok han preso Dún Cuinn e, una volta caduto il castello, la situazion è diventata troppo pericolosa. Siam diretti oltre Ūmdir, a Sūdhaem, prima che giunga l’inverno profondo.”
«Annuii con espressione cupa, ma riservai un sorriso alla ragazzina. “E chi è questa piccola guerriera?”
«“Aisling.” Solleticò la guancia della piccola. “Saluta, fiorellin.” La ragazzina abbassò il mento e i capelli le ricaddero attorno alla faccia. “Ah, le mie scuse, Leone. È una bambina timida.”
«“Serenalba, mademoiselle Aisling.” Le presi la mano e le baciai le fossette delle nocche. “Questo orrendo, vecchio troll ti ha rapito dai fatati? Oppure hai semplicemente preso dalla tua graziosa mamma?”
«La ragazzina guardò verso terra e il sorriso dell’uomo scomparve come se si fosse rotta una maschera. In un attimo capii cos’era successo, senza bisogno che me lo raccontassero. Era una storia che avevo già sentito mille volte, per mille miglia e mille vite.
«“Condoglianze, á Cuinn” mormorai. “Per la tua perdita.”
«L’uomo tirò su con il naso e sputò, sfregandosi le ciglia sudice. Guardò la compagnia attorno a me: Rafa e Chloe si fecero il segno della ruota, mentre Dior osservava con i suoi freddi occhi azzurri.
«“Ho sentito dir ch’eri morto, Leone.”
«“Ci hanno provato.”
«“Dove sei diretto?”
«“Al fiume Volta.”
«“A nord?” L’uomo sollevò un sopracciglio. “Non c’è molto a nord di qui tranne rovin e abbietti, Santo d’argento. E a ovest è peggio. Noi veniam da Valestunn e là non c’è alcuna speranza. Brulica di abbietti come mosche sulla merda da quando il dún è caduto.”
«“Questi abbietti… sono guidati da un signore del sangue?”
«“No. Quelli del posto son solo feccia. I signori dei Dyvok guardan a ovest ora, spingendo verso Dún Maergenn. Ma sai com’è. I bastardi si aggiran in branchi con o senza qualcun che tira i loro fili. Ce ne son a decine quassù. E tutti quelli che uccidon han la stessa probabilità di rialzarsi decomposti o di rimaner morti. Meglio dirigerci a sud prima della gelata. Abbiam sentito che lì la situazione è miglior.”
«“Un po’” confermai. “Ma non vagabondate troppo verso il tramonto. Ora i Chastain possiedono tutto ciò che esiste a ovest di Sul Adair.”
«“Dolce Vergin Madre…” sussurrò lui.
«“Giorni bui” annuii. “E notti ancora di più.”
«“Comunque. Con il Leone Nero di nuovo in sella, metterai le cose a posto.” Mi diede una pacca sulla spalla e si rallegrò. “Ricordo ancor quel giorno a Triúrbaile, sai. Il miglior della mia vita. Sei stato come la man di Dio Onnipotente. A torso nudo e coperto di sangue, come le antiche leggende. L’intero campo di battaglia era ammantato d’argento. Mai visto nulla del genere.” Scosse il capo, gli occhi scintillanti. “Ho chiamato il mio figlioletto Gabrael in tuo onor.”
«“Un vero onore, mon ami.” Sorrisi, la mano sul cuore. “E dov’è questo leonci…”
«La mia voce si spense mentre l’uomo chinava il capo e sua figlia mi scrutava con occhi lucidi di lacrime. Conoscevo bene quella storia. E trattenendo il fiato, con le mani che tremavano, gli diedi una pacca sulla spalla, sapendo che non faceva alcuna fottuta differenza. “Buon viaggio, á Cuinn.”
«“Che Dio sia con te, Santo d’argento.”
«Osservammo i profughi passarci accanto, le loro vite sulla schiena, diretti verso una fiamma che si sarebbe estinta troppo presto. Guardai Dior e arricciai il labbro, colmo di disprezzo all’idea che quel piccolo bastardo potesse piantare una speranza dove non poteva sbocciarne alcuna. Non c’era nessun proiettile d’argento magico, nessuna profezia divina, nessun fottuto calice sacro che avrebbe posto fine alle tenebre. Quella era la nostra condizione attuale e lo sarebbe stata per sempre. E se non fosse stato la mia esca per Danton, avrei preso a calci nei denti quello stronzetto fino a farglieli uscire dal culo, lì in quel momento.
«“Vuoi ancora andare a nord, mon amie?” domandai a Chloe.
«“Un capitaine, Gabe” replicò lei incontrando il mio sguardo. “Una rotta.”
«Annuii, guardando l’oscurità sempre più fitta davanti a noi. “Come preferisci.”»