VI

IL PIANO

«“ABBIETTI” RIFERÌ SAOIRSE. “Un branco. Diretti da questa parte.”

«Eravamo radunati nella sala comune del Fabbro Sbronzo mentre il sole scuro si muoveva lento verso l’orizzonte come se si fosse guadagnato un po’ di riposo. Bellamy aveva acceso un fuoco scoppiettante e io mi ero tolto i guanti per riscaldarmi le mani davanti a quel meraviglioso calore. Saoirse era accovacciata accanto a Phoebe, grattando il grosso felino sotto il collare. La leonessa sbadigliò e del vapore si sollevò dal suo pelo rossiccio quando si stiracchiò di fianco a me, vicino alle fiamme.

«La voce del vecchio Rafa era ovattata dalle coperte che aveva rubato dal piano di sopra. “Quanti?”

«“Una dozzina, forse” replicò Saoirse. “Phoebe li ha individuati ad alcune miglia a est. Par che si muovan lenti nella tempesta. Ma andran più veloci quando il sol sarà tramontato del tutto.”

«“Potrebbero passare senza notarci” dissi. “Non hanno motivo di pensare che ci troviamo qui.”

«Chloe incontrò i miei occhi. “Lo sanno, Gabe. Stanno venendo per noi.”

«“… Come puoi esserne certa?”

«Saoirse sollevò ascia e scudo. “Stanno per arrivar, Santo d’argento.”

«Sospirai e mi passai una mano tra i capelli. Una dozzina di abbietti non erano una minaccia trascurabile, ma almeno eravamo consapevoli del loro arrivo. Così allungai una mano per dare a Phoebe una pacca di gratitudine. “Merci, mademois… cazzo!”

«La leonessa ringhiò e mostrò i denti, e io ritirai la mano appena prima che me la staccasse all’altezza del polso.

«Saoirse guardò le mie dita tatuate e sogghignò. “Potresti volerti tener quelle mani. Come molte ragazze, a Phoebe non piace esser toccata senza permesso.”

«La leonessa si leccò le guance sfregiate ed emise un ringhio tanto profondo che lo percepii nel petto.

«“Me ne ricorderò.” Mi infilai di nuovo i guanti e mi alzai in piedi. “D’accordo, bene. Se siamo certi che questi empi bastardi stanno arrivando, faremo meglio a tirarci su le giarrettiere e a infilarci di nuovo i pantaloni.”

«“Intendi combatterli?” chiese Rafa.

«“Con questa tempesta non possiamo fuggire, poco ma sicuro. Una volta riparata la palizzata, avremo una posizione fortificata. E un lago alle nostre spalle.”

«Bellamy si accigliò. “Le vecchie ballate non parlano bene degli eserciti che hanno combattuto con l’acqua alle spalle, chevalier. Se ben ricordo, tu stesso nella battaglia di Tarren Moor hai vinto grazie…”

«“Cosa ottieni quando aggiungi un prete all’acqua, Bouchette?”

«“Con questo clima?” Dior guardò corrucciato un tremante Rafa. “Una polmonite?”

«Raccolsi una bottiglia di vino polverosa e tolsi la vecchia candela dal collo. “Guarda e impara, stronzetto.”

«Ci mettemmo al lavoro e, anche se Saoirse provava una certa irritazione nel sentirsi dare ordini, la fiducia in me da parte di Chloe fu sufficiente a fargliela passare. Disegnai a carboncino una mappa della cittadina sulle assi del Fabbro Sbronzo e assegnai un compito a ciascun membro della compagnia. Pensavo rapidamente. Parlavo ancora più rapidamente. Era passato più di un decennio da quando avevo organizzato la difesa di qualcosa di più importante di un momento di pace e quiete alla latrina, ma quell’incombenza mi ricadde sulle spalle come un cappotto che mi calzava a pennello.

«Bellamy e io ci occupammo di riparare le difese, prendendo legname dalle case abbandonate e accatastandolo nelle brecce della palizzata. Io feci un’altra fumata dalla pipa, rosso sangue e stracolma, e il giovane menestrello mi fissò a occhi sgranati mentre calcavo travi nel terreno gelato a mani nude, usando un maglio recuperato dalle stalle per conficcarle più in profondità.

«Dopo un’ora circa, Dior arrivò scrocchiando sotto la neve ululante, spingendo una carriola carica di bottiglie di vino piene di torbida acqua del loch. Il ragazzo salì le scale e cominciò a impilarle sui camminamenti accanto alle brecce.

«Bellamy inclinò il cappello e sorrise. «“Tutto bene, monsieur Lachance?”

«Il ragazzo fece spallucce e urlò per superare il ruggito del vento. “Saoirse ha trovato un vecchio barile di sego nello scantinato della taverne e sorella Chloe lo sta usando per preparare alcune frecce infuocate. Père Rafa sta sputando benedizioni più velocemente che può.” Dior sollevò una delle bottiglie di vino e mi lanciò un’occhiata. “Devo ammettere che sono un tantino impressionato, eroe.”

«Diedi un colpo a un’altra trave, stringendo i denti mentre penetrava nel terreno. “Non puoi davvero immaginare il sollievo che provo nell’ottenere la tua approvazione, ragazzo.”

«“Se sei impressionato ora, Dior, aspetta fino a stanotte. Assisterai a uno spettacolo impareggiabile.” Bellamy si strinse nel mantello e sorrise. “Osservare il Leone Nero in persona in battaglia… la Bevicenere scatenata. Dio Onnipotente, quello sì che varrà una canzone.”

«Conficcai un’altra trave al suo posto. Dior scese dalla palizzata e fissò Bevicenere. Lavoravo più facilmente senza la lama contro il fianco, perciò l’avevo appoggiata contro la barricata. Gli occhi del ragazzo vagarono per il fodero malconcio, fino alla fanciulla argentata sulla guardia. “Ti… parla davvero?”

«“Magari non lo facesse” grugnii, inserendo un’altra trave.

«“Da dov’è venuta?”

«“Ah, lì sta il problema, Dior” rispose Bellamy. “Nessuno lo sa. Un mio mentore, il famoso menestrello Dannael á Riagán, canta che il Leone Nero prese la lama dalle sale di un insonne re dei tumuli, nelle profondità delle lande del Nordlund. Ma lo storico Saan Sa-Asad narra che lo chevalier vinse Bevicenere in una gara di indovinelli contro un antico orrore senza nome, nelle viscere del Semprebuio degli Angeledei. Ho perfino udito un racconto secondo cui il Leone prese Bevicenere dal tesoro della terribile regina dei fatati, Ainerión. Il suo bacio significa morte per qualsiasi uomo, Dior, eppure il Leone amò Ainerión tanto a lungo e tanto dolcemente che riuscì a rubare la lama incantata posata accanto al suo letto dopo che lei fu crollata esausta. Ma per quanto ne so, lo chevalier non ha mai confermato nessuno di questi racconti.” Bellamy mi guardò speranzoso, inarcando un sopracciglio.

«“Chiudi quella fogna, Bouchette.”

«“Come si è rotta?” domandò Dior con gli occhi ancora sulla spada.

«“Eh?” chiese Bellamy, confuso.

«“L’estremità” disse il ragazzo. “La parte acuminata o come la chiami.”

«“La punta?”

«“Oui. L’ho vista quando siamo passati attraverso le mura. È stata spezzata.”

«Bellamy inclinò all’indietro il cappello da libertino e si strofinò il mento. “Confesso di non averlo notato. Nessun racconto ha mai menzionato che la lama fosse rotta. Ma… solo l’audace afferra il bouquet.” Il giovanotto si diresse verso Bevicenere con la mano protesa. “Forse possiamo chiederlo a lei?”

«“Ehi!” sbottai. “Tocca quella spada e suonerai il liuto con i tuoi fottuti piedi, menestrello.”

«“Scherzo, mon ami.” Bellamy ammiccò e mi rivolse un sorriso da furfante. “Un tipo che posa una mano sfacciata sulla lama di un altro uomo è come se la mettesse su sua moglie. E io non tocco mai le mogli altrui senza un invito esplicito.”

«“Sei un bastardo, Bellamy” sogghignò Dior. “Una canaglia, un farabutto e un mascalzone.”

«“Sono un romantico, monsieur Lachance. Stammi appiccicato e ti insegnerò come si fa.”

«“Nel frattempo, che ne dite di rimettervi entrambi al lavoro?” ringhiai.

«Il menestrello strinse ancora di più il mantello e si grattò i riccioli scuri. Dior ridacchiò e si allontanò nella neve. Impilammo il legname nelle brecce quanto più alto e spesso possibile, lasciando aperto solo il cancello principale per consentire a Saoirse di rientrare. Accatastammo mobili rotti e legna per il viale e altre stradine, creando un anello interno dove ripiegare se le cose si fossero messe male. Faceva un freddo pungente e, quando terminammo, la notte era calata come un’incudine. Comunque ero soddisfatto. Tra le mura e le armi, potevamo tenere a bada una dozzina di abbietti. Con l’infuriare della tempesta, Bellamy e io arrancammo di nuovo fino al Fabbro Sbronzo.

«La compagnia si trovava dentro, con Rafa piegato sopra una pentola fumante nel focolare.

«“Sono ancora quelle fottute patate?”

«“Ho delle rape, se preferisci” sorrise il vecchio prete.

«“Dov’è Saoirse?” chiese Chloe.

«“In esplorazione con Phoebe” rispose Bellamy. “Torneranno presto.”

«Afferrai una ciotola di maledette patate e le ingurgitai tanto velocemente che dopo ero ancora affamato. Descrivendo un lento cerchio, sfregai la mappa a carboncino che avevo disegnato sulle assi con i tacchi degli stivali. Per un attimo mi tornò in mente la Biblioteca di Santa Michon e l’imponente mappa dell’impero che ricopriva l’interno pavimento.

«“Tra sangue e fuoco, ora danza con me.”

«Alzai lo sguardo mentre Chloe mormorava e vidi i suoi occhi fissi nei miei. Sapevo che stava rivivendo il mio stesso momento. Sembrava passato così tanto tempo da allora. Ed era così lontano.

«“D’accordo.” Picchiettai la mappa con la punta di un piede. “Io mi occuperò dei cancelli, con il piccolo lord Lingualunga sul camminamento. Chloe, tu e Saoirse prendete la breccia est, Rafa e Bellamy quella ovest. Se incappate in problemi urlate e arriverò. Se dovessimo essere sopraffatti, ripiegate fino al cerchio interno, poi alla cattedrale. Il terreno consacrato li terrà a bada come ultima risorsa.”

«“Perché non ci ritiriamo nella cattedrale ora?” domandò Rafa.

«“E poi cosa? Ci rintaniamo lì dentro fino a morire di fame? Questi esseri possono aspettare in eterno, se vogliono. Ma non preoccuparti, prete. Questi bastardi putrefatti ci attaccheranno frontalmente e senza un piano, non avendo un signore del sangue che li guida.”

«Dior stava finendo la sua seconda scodella e parlò con la bocca piena. “L’hai chiesto al soldato che abbiamo incontrato. Cos’è un signore del sangue?”

«“I sanguenobile possono controllare la casta inferiore di vampiri, Dior” rispose Chloe. “Quanto più denso è il loro sangue, tanti più abbietti possono avere sotto la loro influenza. Con un’intelligenza a guidarli, gli abbietti sono molto più pericolosi. Ma questa marmaglia non sembra averne una.”

«Rafa annuì e si fece il segno della ruota. “Sia ringraziato l’Onnipotente per la sua pietà.”

«Il ragazzo inghiottì un boccone ambizioso e mi fissò: “E cosa intendeva quel soldato? Quando ha detto che hai ammantato il campo di battaglia d’argento?”.

«“Ah, l’Egida” sorrise Bellamy. “La magia sacra da cui i Santi d’argento traggono il nome e per cui sono famosi, Dior. Vedi quei tatuaggi sulle mani del Leone Nero? In realtà, coprono gran parte del suo corpo. E in battaglia agiscono da tramite per la sua fede nel nostro Signore dei cieli.”

«Le sopracciglia del ragazzo scomparvero tra i suoi capelli. “Intendi che… combattete… nudi?”

«“Non del tutto” sorrise Chloe. “L’Ordine lo definisce ‘essere vestiti d’argento’.”

«Bellamy annuì con gli occhi che brillavano. “Quando stanotte lo chevalier combatterà, vedrai l’Egida risplendere come mille torce. All’assedio di Tuuve, si narra che il Leone Nero avvampò tanto…”

«“Chiudi quella fogna, Bouchette” ringhiai. “L’acqua santa con cui abbiamo riempito quelle bottiglie di vino li ustionerà più dell’acido. Probabilmente non basterà a ucciderli, ma li indebolirà un po’. Se riusciranno a superare la palizzata, il fuoco brucia queste sanguisughe meglio di un gigolò con la gonorrea. Perciò, se non impugnate argento, una torcia è la vostra arma migliore.”

«Le dita di Rafa sfiorarono la sua ruota, i suoi occhi fissi sulla septistella attorno al collo di Chloe. “Riesco a pensare a un’altra arma, Santo d’argento. La fede è più efficace di qualunque fiamma.”

«“Forse puoi pregare un angelo o due, allora? Vedere se ne compare qualcuno?”

«Il vecchio mi sorrise con gli occhi scuri che scintillavano dietro gli occhiali. “Penso che Dio ci abbia già mandato abbastanza angeli, mon ami. Ma pregherò comunque che vegli su di noi, questa notte.”

«“E a che scopo, prete?”

«Rafa batté le palpebre. “Qual è lo scopo di…”

«“Pregare. Oui.”

«“Il vecchio mi guardò come se avessi chiesto qual era lo scopo di respirare. “Io…”

«“Due soldati si trovano su un campo di battaglia” gli dissi. “Entrambi sono convinti che Dio sia dalla propria parte. Entrambi pregano il loro Signore e Redentore di sgominare il loro nemico e la Vergine Madre di proteggerli da ogni male. Ma qualcuno perderà. Qualcuno sta perdendo il proprio fottuto tempo. Forse, solo forse… si tratta di entrambi?”

«Il prete si accigliò. “Non si può dire che Dio stia dalla parte dei Morti.”

«“Non cogli il punto, vecchio. Tutto sulla terra e sotto il cielo è opera della mia mano…

«“… E tutta l’opera della mia mano concorda con il mio progetto.

«“Pensi che i profughi che abbiamo incontrato sulla strada non abbiano pregato con tutto ciò che avevano di non perdere le loro case? Credi che Lachlunn á Cuinn non abbia pregato affinché sua moglie e suo figlio rimanessero in vita? Vedi, quella stronzata del progetto divino è ciò che gli imbonitori ti rifilano dal pulpito quando le cose cominciano ad andare male. Dopo che hanno fatto girare il piattino delle offerte, ovviamente. Quando il raccolto non cresce, il cancro si diffonde o qualunque altra cosa per cui tu l’abbia implorato non accade. È questo il sollievo che offrono. ‘È la volontà di Dio’ ti dicono. ‘Fa parte del progetto divino.’

«“Quello che non mettono in chiaro è se davvero abbia un piano. Pregare non ha alcun senso. Se la regola d’oro è ‘Sia fatta la sua volontà’, allora Dio farà quello che gli pare, a prescindere dal fervore con cui lo supplichi. E immagina solo per un secondo la supponenza che ci vuole soltanto per chiedergli qualcosa. La fottuta presunzione che ti occorre per pensare che in qualche modo tutto questo è per te. E se chiedessi qualcosa che non corrisponde alla sua volontà? Vuoi che alteri il corso del progetto divino? Per te? Vedi, sta tutto qui il problema. Sta qui il genio. Ottieni quello per cui preghi? Urrà, Dio ti ama. Ma se le tue preghiere rimangono inascoltate?” Schioccai le dita. “Peccato, non faceva parte del progetto.” Versai una dose di sanctus nella mia pipa sotto lo sguardo preoccupato di Chloe. “Io sono stato nei luoghi santi, prete. Ho letto le scritture da capo a fondo, ho cantato lodi al suo nome e ora ti dico, e te lo dico sul serio: una mano che impugna una spada ne vale diecimila giunte in preghiera.”

«“Non esiste albero con i rami che si innalzano al cielo” citò Rafa “le cui radici non si estendano fino all’inferno. E noi…

«“Chloe!”

«Il prete tacque quando la guerriera fece irruzione dalla porta con gli occhi sgranati.

«“Saoirse?” Chloe si alzò in piedi. “Cosa c’è?”

«“Phoebe è tornata.” La ragazza si tolse la neve dalle trecce e pestò i piedi. “Gli abbietti son a dieci minuti di distanza. Ma non son una dozzina.”

«Dior si alzò, pallido in volto. “… Ce ne sono di più?”

«La guerriera sollevò l’ascia e annuì con aria cupa. “Cinquanta. Almen.”

«“Cinquanta abbietti” mormorò Chloe. “E noi siamo in sette.”

«Bellamy si guardò attorno per la stanza a occhi sgranati. “Mio Dio.”

«Diedi un colpo all’acciarino e ridacchiai, incontrando gli occhi del prete. “Sicuro di non voler pregare per l’intervento di quegli angeli, vecchio?”»