XV

SOLE E PIOGGIA SCROSCIANTE

«OGNI SEDIA TRABALLANTE e tavolo sghembo del mont era stato trascinato nella Sala grande per il banchetto. Posate rovinate erano disposte su tovaglie dai motivi diversi. Stoviglie crepate e boccali scompagnati. Tranne per le misere guardie sulle mura, quella sera molti degli abitanti di Aveléne si presentarono.

«Nella sala potevo vedere familles, bambini piccoli, perfino alcuni neonati, e di nuovo rimasi colpito dal pensiero che avevo portato il male a quella porta. Ma una volta cominciato il pasto, dimenticai per un attimo il sapore della colpa e mi concessi semplicemente di respirare. Come aveva detto Baptiste, in quelle notti c’erano pochi motivi per festeggiare e, anche se la gente non sapeva il perché, veniva comunque a banchettare con stufato di coniglio, montagne di funghi prataioli e pane di patate caldo. Non conoscevo il segreto, però chiunque lavorasse nelle cucine della fortezza era un mago: arrivai perfino a prendere una seconda porzione di patate.

«Un terzetto di menestrelli cominciò a cantare a squarciagola allegri motivetti e il pavimento fu sgombrato per danzare. Dior sedeva alla mia destra, il piatto vuoto e la pancia piena. Qualche poveraccio era impegnato a cercare di pulire le macchie di sangue dai vestiti che le avevo comprato e alla ragazza era stato offerto un abito. Invece lei aveva preso in prestito una vecchia redingote da Aaron. Quello bastò a farmi capire che, malgrado tutto il calore e l’allegria, era ancora a disagio. Dior indossava quel cappotto come un’armatura, i capelli trascinati davanti alla faccia. Era anche al terzo bicchiere della vodka fatta in casa di Baptiste.

«“Vacci piano con quella roba” la ammonii. “Ti dà una botta come un mulo che scalcia.”

«“Mi piacciono i muli” sorrise la ragazza.

«“Bene, ma non dare la colpa a me se domattina ti senti la testa spaccata in due.”

«“D’aaaaaaccordo, vecchio” mi canzonò lei, rivolgendomi il gesto dei padri.

«“Continuo a dirtelo, ho solo trentadue anni.”

«“Avresti potuto ingannarmi con quella barba, nonno.”

«Mi accigliai, grattandomi le basette cresciute durante il viaggio. “Te l’ho detto: ho perso il rasoio.”

«“Be’, trovane un altro: sembri il cane di un bandito.” Sollevò la coppa e sogghignò. “Tua moglie te la farebbe passare liscia con una mostruosità del genere?”

«“No, Astrid l’odiava” sorrisi. “Era solita definire i miei baffi un’eresia.”

«Dior arricciò il naso. “Portavi i baffi?”

«“Non dopo che li chiamò ‘quelli’.” Dior rise mentre mi versavo un altro bicchiere. “Era uno dei numerosi talenti di mia moglie, vedi. Lei sapeva sempre qual era la cosa giusta da dire per fare a modo suo. Quella donna mi teneva in pugno e le cose sono peggiorate quando ha imparato a farlo anche Patience. Ha preso da sua madre, poco ma sicuro. Uno sguardo in quegli occhi e mi scioglievo come neve a primavera.” Risi tra me, scuotendo il capo. Ma mentre tracannavo un’altra coppa, vidi che Dior si stava succhiando il labbro e mi guardava con espressione decisamente strana. “… Cosa?”

«“Mi concedi questo ballo, mademoiselle?”

«Interrompemmo la nostra sfida di sguardi quando Baptiste si piegò in un profondo inchino. Dior guardò il fabbro incredula e si strofinò i lividi sulla faccia. “… Io?”

«“Se non ti offende?” Il fabbro regalò alla ragazza un sorriso che avrebbe sciolto il Mère. “Il mio cuore appartiene a un altro, mademoiselle Lachance. Ma non è un tipo geloso. E nessun fiore tanto divino dovrebbe essere lasciato ad avvizzire nell’angolo.”

«Gli occhi scuri di Baptiste scintillarono di allegra malizia quando le offrì la mano. La folla esultò non appena la musica attorno a noi cambiò tono e i menestrelli accelerarono il ritmo. Ma Dior lanciò un’occhiata verso di me, poi scosse il capo. “Forse più tardi.”

«“Ne sei certa?” chiese l’omone, stupefatto che il suo sorriso avesse fallito.

«“Oui” annuì lei. “Merci, Baptiste. Più tardi, lo prometto.”

«“Come preferisci, mademoiselle. Ma ti chiederò conto di quella promessa.” Il pollice nero si profuse in un altro inchino, poi si congedò. Lo vidi prendere la mano di un’altra giovinetta e fare un cenno ad Aaron mentre la portava sulla pista. I ballerini ondeggiavano e scivolavano sul pavimento con tutta la stanza che batteva le mani a tempo.

«“Non ti piace ballare?” domandai a Dior.

«“Non so come si fa” ammise lei. “Non ci sono molti ricevimenti nei bassifondi di Lashaame.”

«“Allora ti insegnerò io” dichiarai porgendole la mano. “Sarà un buon esercizio.”

«“Esercizio per cosa?”

«“Alla radice, danza e scherma sono la stessa cosa.”

«Dior batté le palpebre quando lentamente riuscì a capire. Abbassò lo sguardo su Bevicenere al mio fianco e lanciò un gridolino, piantandomi un rapido bacio sulla guancia. “Sei un brav’uomo, Gabriel de León.”

«“Sono un bastardo, ecco cosa sono. Ma sono il tuo genere di bastardo.”

«Ci spostammo sulla pista e mentre muovevamo incerti i primi passi la stanza intorno a noi si mise a girare. E anche se Dior aveva bevuto tre coppe, mi seguì con un ritmo innato che mi fece capire che un giorno sarebbe potuta diventare una brava schermitrice. Naturalmente mi pestò i piedi alcune volte, ma la sua risata era più intensa della musica attorno a noi, e vederla felice rendeva felice anche me. Non ricordavo l’ultima volta che avessi riso forte come quella notte e per un po’ fu sufficiente. Ma per tutto il tempo dentro di me stava crescendo il fantasma di una malinconia che si intensificava con ogni coppa che afferravo da un vassoio di passaggio, con ogni sorsata ardente che inghiottivo nella mia ricerca di affogarla.

«E così, quando Baptiste tornò per chiedere di nuovo a Dior di ballare, fui lieto di uscire di scena. Per allora avevo già bevuto troppo e sapevo che con qualche altra coppa avrei cominciato a barcollare. Le facce sorridenti che mi circondavano ora sembravano maschere di morte, la musica un lamento funebre, e, mentre i menestrelli si lanciavano in un’allegra giga e la folla cominciava a pestare i piedi a tempo, mi resi conto che non c’era posto al mondo dove volessi trovarmi di meno. Dior urlò piroettando tra le braccia di Baptiste, roteando e incespicando tra la folla, e io afferrai una bottiglia da un tavolo, superai le grandi porte di legno e uscii nel freddo solitario.

«Il vento mi fece lacrimare gli occhi mentre arrancavo sul sentiero lastricato, con le spalle ingobbite per trattenere il calore. Sapevo dov’ero diretto e camminavo senza pensare, tracannando un altro sorso dalla bottiglia mentre quella si alzava davanti a me come un magnete. Potevo vedere lumi di candela attraverso il vetro colorato, sentire odore di incenso votivo, udire echi della messa cantata.

«La cappella di Aveléne.

«Era un minuscolo edificio, senza nulla della sontuosità della Cattedrale di Santa Michon. Tuttavia, non molto tempo addietro era sembrata un palazzo. E mentre avanzavo in quella notte di inverno profondo, rividi com’ero stato tutti quegli anni prima. Varcando su gambe incerte le albaporte, accanto ad Aaron, fino all’altare e all’angelo che attendeva lì. Era stata avvolta da un fascio di fioca luce diurna, le mani sulla pancia, e so che suona come uno stereotipo, ma sembrava risplendere con essa. L’Ordine ci aveva gettato via come ossa e scarti, e io avrei dovuto provare vergogna. Ma camminando al fianco di Astrid quel giorno e promettendo di stare con lei per sempre, conoscevo solo l’amore. Quello più puro.

«Adesso mi trovavo in quella chiesa vuota, più di un decennio dopo, e tutto era freddo e silenzioso. Una ruota di legno di rovere era ancora appesa sopra l’altare, con un intaglio del Redentore legato su di essa, che si mosse lievemente nel vento quando la porta si aprì con un cigolio alle mie spalle. Presi un altro sorso dalla bottiglia e ondeggiai. Sapevo che l’indomani mattina il doposbornia me l’avrebbe fatta pagare.

«“Serenalba, Aaron” salutai.

«“Sacrogiorno, fratello” replicò lui.

«Ora potevo percepirlo in piedi accanto a me, come aveva fatto in quel giorno tanto felice, portando le vere che Baptiste aveva forgiato con le sue stesse mani. Offrii ad Aaron la bottiglia e lui la prese, bevendo a canna. Restammo lì a fissare la ruota girare sopra le nostre teste mentre io scuotevo lentamente la mia.

«“Non ti è mai sembrato strano?”

«“Non sono certo di cosa intendi.”

«“La ruota.” La indicai con la testa. “Perché hanno scelto proprio quella come simbolo dell’Unica Fede.”

«“È un simbolo del sacrificio del Redentore. L’offerta che pose le basi per la Sua Chiesa su questa terra e per la nostra salvezza. Grazie a questo sangue, che possano avere vita eterna.

«“Ma non ti sembra un po’ morboso? Secondo me avrebbero potuto trovare qualcosa che celebrasse i giorni vissuti. Le parole che pronunciò. Invece, il simbolo della Sua Chiesa è la cosa che lo uccise.” Scossi ancora il capo. “Mi è sempre sembrato bizzarro.”

«Aaron mi riconsegnò la bottiglia. “Stai bene, Gabe?”

«Allora lo guardai. Il mio amico. Il mio fratello. Non avevo mai fatto visita alle rovine di Coste, ma avevo udito i racconti di ciò che Voss aveva fatto alla cittadina dopo aver attraversato la Baia delle lacrime. Mi ero sempre domandato se Aaron avesse voluto trovarsi lì. Cadere in rovina assieme alla sua famille a causa dell’avanzata del Re Sempiterno. E sospirai, alzando di nuovo lo sguardo sul Redentore. “Come puoi ancora pregare questo bastardo, Aaron?”

«“Egli è il mio Dio. Tutto ciò che ho lo devo a lui.”

«“Tutto ciò che hai?” lo derisi. “Ti hanno tolto tutto. Ti hanno cacciato dall’Ordine a cui avevi votato la tua vita. Hai combattuto per difendere questo impero e la sua Chiesa, e uomini appartenenti a entrambi ti hanno scorticato la schiena a causa di chi amavi. Per poche parole in un fottuto libro polveroso. Non sei altro che ciò che Dio ti ha reso, eppure ti hanno aggredito per questo. Come puoi pregarlo dopo tutto ciò?”

«“È come hai detto, fratello. Sono stati degli uomini a farlo a Baptiste e me. Non Dio.”

«“Ma Lui ha permesso che succedesse. Tutto sulla terra e sotto il cielo è opera della mia mano. E tutta l’opera della mia mano concorda con il mio progetto.

«Aaron fissò il Redentore sopra di noi e scosse la testa. “Lo stai vedendo dalla prospettiva sbagliata, Gabe” sospirò. “Dio può aver mandato la tempesta, ma mi ha dato braccia per nuotare fino a riva. Può far cadere la neve d’inverno, ma ci ha dato mani per accendere la fiamma. Vedi la sofferenza tutt’attorno a te ma non la gioia che ti è accanto, e lo maledici per il peggio ma non lo ringrazi per il meglio. Cosa diavolo vuoi da lui?” Aaron mi guardò negli occhi. “Se Baptiste e io non fossimo stati cacciati dall’Ordine, non saremmo stati qui così tanti anni fa, quando tu e Astrid bussaste al nostro cancello. E io non ti sarei stato accanto quando giurasti il tuo amore per quella donna, né avrei avuto l’opportunità di vederti piangere quando tenesti quella neonata tra le braccia. Se fossimo rimasti a Santa Michon, non saremmo stati qui ad accogliervi quando oggi tu e Dior siete arrivati arrancando tra la neve. E se quella ragazza è la risposta che può porre fine a tutta questa sofferenza, la mia sofferenza non vale tutto ciò?”

«“Mi stai dicendo che non c’era altro modo per far arrivare Dior dove doveva essere?”

«“Ti sto dicendo che ho fatto pace con Lui. Puoi apprezzare il sole solo dopo esserti trovato sotto la pioggia scrosciante. Tutto accade per una ragione, Gabe.”

«“Stronzate!” sbraitai, sempre più arrabbiato. “Qui non si tratta di ragione, bensì di castigo. Lui fa in modo che tu fallisca e, quando infrangi le sue dannate regole, ti punisce per questo. Ti fa desiderare e, quando prendi, lui ti porta via tutto. Che genere di stronzo malato fa una cosa del genere?”

«“Tale è il prezzo del peccato, Gabe.”

«“Se è un peccato, come può scaturire del bene da esso? E chi lascerebbe fiorire quel bene per un attimo, solo per sradicarlo dalla terra? Un sadico! Un fabbro che incolpa la sua stessa lama! Che genere di bastardo punisce le persone che ami per punire te?” Scagliai la bottiglia e il vetro si infranse sulla ruota del Redentore. Uno dei tiranti si staccò e la ruota cadde, torcendosi sbilenca mentre urlavo in preda alla furia. “Non un mio fottuto fratello!”

«Aaron mi guardò con attenzione, con un cipiglio su quella fronte attraente. “Stiamo parlando di me e Baptiste ora? Oppure di te?”

«Io non risposi e rimasi a scrutare quel sacro folle roteare sopra di noi.

«“… Dove sono Astrid e Patience, Gabriel?”

«“Mi stanno aspettando.”

«“A casa?”

«“E dove, altrimenti?”

«“Se sono a casa, tu perché sei qui?”

«“Conosco un re che dev’essere ucciso.”

«“… Voss?”

«“Voss” sibilai, quel nome come veleno sulla mia lingua. “Non appena Dior sarà a Santa Michon, mi dirigerò a est per prendere la testa di quel figlio di puttana. Per porre fine a tutto questo una volta per tutte.”

«Aaron si frappose tra me e la ruota, così da costringermi a incontrare i suoi occhi. “Gabe, Fabién Voss si trova nel cuore di una legione di diecimila unità. Gli eserciti e i generali più illustri dell’impero hanno ripiegato o si sono semplicemente piegati davanti a lui. Nessun uomo nato da donna può uccidere il Re Sempiterno. Lo sai. È follia. Il solo tentativo è un suicidio.”

«“Eppure eccomi qua.”

«“… È questo che vuoi? Morire? E la tua famille?” Mi prese il braccio e strinse forte. “Gabriel, guardami. Dove sono? Perché le hai abbandonate?”

«“Lascia perdere, fratello” ringhiai.

«“Gabe…”

«“Lascia perdere!” tuonai, schiaffando via la sua mano. Lo afferrai per il cappotto e lo sbattei contro l’altare, il mio volto a pochi pollici dal suo. “Se vuoi startene rintanato nelle tue sale fatiscenti fino all’arrivo della fine, fai pure! Se vuoi sprecare la tua vita pregando un Dio a cui non importa, fa’ come preferisci! Ma io non mi nasconderò al buio per paura del sonno, né canterò le lodi di un bastardo che si fa chiamare Signore di una terra come questa! Per mano mia, Fabién Voss morirà! Per il mio sangue, per la mia anima, non per il tuo fottuto Dio, io lo giuro!”

«“Io ti voglio bene, Gabriel” disse Aaron in tono basso e letale. “Ma toglimi le mani di dosso.”

«Quel luccichio da predatore, quel vecchio dono degli Ilon che si agitava nelle sue vene. Era un sanguepallido fino al midollo. Così lo lasciai andare, vergognandomi di me stesso, di tutto ciò che ero e che ero diventato. Non potevo sopportare di guardarlo e mi fissai le mani mentre sussurravo: “Perdonami”.

«“Fratello, non c’è nulla da perdonare” disse, posandomi una mano sulla spalla. “So che le tue parole nascono dal dolore e, anche se temo la causa, non vi contribuirò chiedendo il suo nome. Non ti dirò nemmeno in cosa credere. Ogni uomo ha il proprio cuore e, in definitiva, solo lui sa cosa contiene. Ma ti dico questo e, se non mi hai mai dato ascolto prima d’ora, per tutto l’affetto che provi per me ti imploro di farlo adesso. Perché vedo un’ombra che grava su di te, fratello. E ho paura.” Mi prese la mano e strinse forte mentre frugava nei miei occhi. “Non ha importanza ciò in cui riponi la tua fede. Ma devi avere fede in qualcosa.”

«Sostenni il suo sguardo, con la verità che lottava dietro i miei denti.

«Darle voce l’avrebbe resa reale.

«Me l’avrebbe fatta rivivere.

«“Il Giorno Peggiore” sussurrai.

«Un freddo clangore fendette l’aria, acuto e netto, metallo su metallo. L’incantesimo fra noi si ruppe e le pupille di Aaron si dilatarono quando quel canto divenne più febbrile. E attraverso il trambusto che avevo nelle orecchie e l’eco delle parole del mio fratello, alla fine capii cosa stavo sentendo.

«Aaron mi guardò con la mascella serrata. “Campane d’allarme.”

«Lanciai un’occhiata al Redentore appeso alla sua ruota sghemba, poi alla notte che ci attendeva lì fuori. E sibilai tra denti affilati: “Danton”.»