Culicchia
Culicchia?
Culicchia... Culicchia... Culicchia...
Ma chi cazzo è già, ’sto Culicchia?
Uhm.
Ah no, aspetta: Culicchia! Quello di... Jack Bruciante è uscito dal trullo, giusto? Be’, di Culicchia ho letto il primo libro. Quello. Cioè no, adesso che ci penso non l’ho nemmeno letto. Forse l’avrò sfogliato. Però ho visto il film. Non al cinema, sia chiaro. Alla tele. Una sera che non mi prendeva il wi-fi e non c’era proprio nient’altro da guardare. Che poi stranamente il film era intitolato Un’estate al mare. Ed era un film dei Vanzina. No, dico, i VANZINA. Non so se mi spiego. Ah ah ah. Culicchia. Se non erro in realtà aveva iniziato con quelli là, com’è che si chiamavano? I Cannibali. No, dico: i Cannibali. Tutta fuffa. Tutta pseudo-letteratura. Tutta un’operazione di marketing. Culicchia ora che ci penso aveva anche pubblicato un racconto in quell’antologia, Gioventù Cannibale. Ma non l’ho letto. Non ho letto nemmeno l’antologia. Ma neanche quello che ha pubblicato dopo. Io leggo solo scrittori. Scrittori veri. Calvino. Pasolini. Gadda. Soprattutto Gadda. Ma anche Pasolini. E ovviamente Calvino. Non so se avete presente la leggerezza calviniana. Altro che i Cannibali e ’sto Culicchia. Chi cazzo se li ricorda oggi i Cannibali? No, dico, chi cazzo erano? Erano lui, poi quel Tiziano... Tiziano... Tiziano Scurati, che anni dopo ha pure vinto il Premio Strega, roba da matti. Poi quell’altro che era figlio di un professore altrimenti faceva l’allevatore di pesci rossi, com’è che si chiama, ah già, Massimo Ammaniti, e il Premio Strega gliel’hanno dato perfino a lui, ma si sa che i premi sono in mano ai giochetti degli editori. E poi ’sto tipo totalmente fuori che una volta in una Feltrinelli Express ho sfogliato uno dei suoi libri, vabbè, chiamiamoli libri, e non azzeccava un congiuntivo, quello con lo pseudonimo... quello che prima scriveva roba ai confini del porno ma poi ha avuto la deriva mistica nella speranza di fare qualche soldo con le devote di padre Pio... no, non Giovanni Lindo, l’altro. Sia come sia. Sta di fatto che ’sto Culicchia era evidente fin dall’inizio che non aveva un cazzo da dire. Per carità, il primo libro avrà anche avuto un certo successo. Ma lì glielo hanno costruito a tavolino. A cominciare dal fatto che l’hanno lanciato alla tivù come un caso umano, strombazzando che era un ex panettiere. Pure lì tutta un’operazione di marketing, ovvio. La letteratura sta altrove. La letteratura non è Culicchia. La letteratura sono Calvino, Pasolini, Gadda. Forse Pavese. Infatti poi zero. Culicchia guarda caso è praticamente sparito. Puff. Proprio come la Santacroce, che se non altro faceva quelle foto sadomaso. Ma dico, vuoi mettere un Culicchia con Calvino? Vuoi paragonarlo a Pasolini? Per tacere di Gadda. No, dico, signori cari, se permettete il confronto non regge. Non ce n’è. Culicchia gli ha detto bene perché non si sa come ha pubblicato ’sto primo libro, un romanzo come si dice di formazione con i due protagonisti, lui se non sbaglio era un fisico e lei una zoppa, che scrivevano i loro nomi sul lucchetto e lo attaccavano a un ponte, cosa che poi tra l’altro ha contribuito a diffondere una moda idiota che ha rovinato un sacco di ponti in Italia e in Europa, perché visto che viviamo in un mondo di merda Culicchia l’hanno pure tradotto. Poi appunto i Vanzina gli hanno fatto un film, e lui è andato dalla Bignardi a raccontare che era un ex panettiere, e allora per un po’ lo leggevano le ragazzine. Che poi secondo me i suoi libri, vabbè, chiamiamoli libri, mica li scrive lui. Ma figuriamoci. Quello là che poi è l’unico che ha avuto davvero successo, il primo, lo sanno anche le pietre che gliel’ha scritto quell’ex editor di Mondadori, quello che quando stava a Segrate era potentissimo, Antonio Franchini. Scusa, è o non è un ex panettiere? Culicchia dico, non Franchini. Quindi come cazzo fa un ex panettiere a scrivere un libro che poi vende un milione di copie? Tra l’altro Franchini glielo ha trovato lui il titolo, altrimenti col cazzo che vendeva un milione di copie. Comunque adesso Culicchia è finito. Non se lo incula più nessuno. Un successo così al primo libro dà alla testa. Ma l’intervista da Fazio? Quanto se la tirava? E quando ha detto che lui non legge i Wu Ming? Ma chi cazzo si crede di essere? Io per esempio i contemporanei non li leggo, io leggo Calvino, Pasolini, Gadda, a volte Pavese, ma i Wu Ming sì. I Wu Ming non sono mica contemporanei come gli altri. I Wu Ming sono già classici. Infatti quando compro uno dei loro libri per prima cosa sento il profumo delle pagine, non posso farne a meno. Però li ho anche in e-book, che comunque fa figo, soprattutto in aeroporto. E se una volta a bordo trovi la vicina di posto giusta butti lì una frase a effetto di quelle che scrivono loro e rimorchi. Ma Culicchia? No, dico: Culicchia? Culicchia non scrive frasi a effetto. Culicchia non pubblica libri profumati. Culicchia non diventerà mai un classico. A parte il fatto che già che c’era poteva trovarsi uno pseudonimo pure lui. Come quell’altro totalmente fuori che non azzecca un congiuntivo ed è passato dal porno a san Francesco, il nome non mi viene ma ci siamo capiti. Comunque. Culicchia secondo me lo dovrebbero leggere nelle scuole: per imparare com’è che non si scrive.