Camouflage e volontariato
Camouflage e volontariato non è, come sembrerebbe a prima vista, il titolo del nuovo e tanto atteso libro postumo di Wallace Stevens. Sono due degli aspetti che hanno caratterizzato l’Expo di Milano 2015, una manifestazione di rilevanza mondiale che si è conclusa con una cornucopia di dichiarazioni di successo. Il titolo dell’evento, Feed the planet, è stato copiato da quello del Live Aid del 1985, forse in omaggio a quella fortunata manifestazione che ancora molti ricordano e in cui si sono esibiti anche i Queen e David Bowie, ora morti, insieme a molti altri artisti chiamati a raccolta da Bob Geldolf, a cui sono morte la moglie e la figlia.
Ma tornando all’Expo milanese, va detto innanzitutto che esso si divide in due parti. L’Expo prima dell’apertura e l’Expo dopo l’apertura. Prima dell’apertura non era pronto niente. Tutti dicevano che sarebbe stata una calamità storica, era una sorta di cantiere a cielo aperto e ogni giorno per settimane arrestavano o indagavano responsabili della manifestazione.
Un comico italiano che poi ha fatto il politico, ma che era già un politico prima di fare il comico, insomma Beppe Grillo, pochi giorni prima dell’Expo si era recato a Rho, la località in cui poco dopo si sarebbe tenuto l’Expo, e ha mostrato a tutti che i lavori erano ancora in alto mare, e che sprovveduti lavoratori cercavano alla bell’e meglio di organizzare qualcosa di plausibile in luogo di un’apparente scriteriata operazione mafiosa. Ora questa cosa del mafioso è un tremendo luogo comune che viene applicato più o meno a tutte le cose riguardanti l’Italia, di cui Milano è da sempre la capitale morale. Infatti, dal giorno dell’apertura, l’Expo è stato un successo straordinario, con un grande afflusso di. Alcuni malevoli hanno sostenuto che l’inversione di sorte fosse in parte dovuta al fatto che poche settimane prima dell’inaugurazione era stato stanziato circa un milione di euro per operazioni di camouflage.
Il camouflage è l’arte di nascondere sapientemente ciò che non c’è. Si potrebbe dire che l’intera politica attuale è un camouflage, ma non lo si dice per evitare di passare per qualunquisti. Sta di fatto che al posto del fatiscente cantiere artisti e artigiani di diversa provenienza e cultura hanno unito le loro forze per mettere in piedi una sorta di Disneyland alimentare perfettamente adatta a intrattenere un popolo di. Inoltre, la possibilità di mangiare o anche soltanto vedere cibo proveniente da tutto il mondo è stata indubbio motivo di richiamo per un popolo di morti di. Anche se fa finta di non esserlo, nell’eventualità di trovare il mito della società contemporanea, che potremmo chiamare lavoro retribuito, antica pratica quotidiana in uso presso tutti i popoli prima dell’arrivo degli odierni Etruschi.
Essendo tale forma di impiego del proprio tempo ormai in estinzione presso i popoli, gli organizzatori di Expo hanno deciso di sostituirla con il volontariato, che consiste nella stessa pratica ma priva di retribuzione. In realtà il volontariato esiste da molto tempo e consiste nell’aiuto gratuito di indigenti, anziani e qualsivoglia tipo di persone bisognose d’aiuto.
Con Expo, il volontariato è diventato un sistema per lavorare gratis anche tramite ingegnosi escamotage mentali tipo l’opportunità di incontrare figa da tutto il mondo o anche per intessere contatti con individui ancora legati al vecchio sistema di lavoro retribuito.
Col cazzo.