Le serie televisive

Sandro says

Come ragazzo mi trovo bene.

I miei cinquantadue anni non li sento nemmeno. Da quando i miei sono morti ho venduto la villetta e vivo in un bilocale a Sesto San Giovanni. E assieme ai soldi ricavati dalla vendita del loro negozio ho messo tutto in banca e riesco a vivere con una rendita di mille euro al mese.

Generazione mille euro, diceva un film.

’Sto cazzo.

Riesco a vivere, e basta. Questa cosa del vivere non va capita troppo. Va portata avanti. È la mission della mia generazione.

Un amore.

Un apericena.

Un amico che ti dà una chiavetta da 32 giga con tre stagioni di una serie che ti piace. Ad esempio Breaking Bad. Breaking Bad è la serie che mi piace di più. Uno con il cancro che invece di starsene a morire diventa il più grande spacciatore di metanfetamina della storia. Uno con i coglioni.

Invece di trovare lavoretti qua e là e sognare un lavoro che duri qualche anno per costruire una storia. Ma le storie che sono rimaste sono quelle delle serie televisive. Durano anni. Chi ha da parte soldi sufficienti per seguirle fa quello. Gli altri devono ricominciare le storie ogni giorno da capo, facendo finta di stare bene, di essere entusiasti di colloqui di merda con poveracci di merda. Nessuna solidarietà. Tutti contro tutti.

Nelle serie televisive è diverso.

Ci sono gruppi. Storie. Vita.

C’è la Storia. Come in Game of Thrones. Combattimenti e avventure. Quello che piace.

C’è The Revenant.

Così con i miei amici ci ritroviamo a casa mia tutte le sere e guardiamo le serie. Anche sei o sette episodi per volta.

Il sogno della vita di molti è chiudersi in casa per giorni a guardare tutte le stagioni di una serie, senza più pensare a che giorno è. Le serie vivono per noi, e noi le commentiamo guardandole.

Come fa Dio con noi.

Ci lascia fare.

Siamo le sue serie.

Comunque pensavo una cosa. Magari stai guardando un momento importante, l’attimo in cui si decide la vita o la morte di un personaggio fondamentale della serie o qualcosa di questo genere, e ti scappa da pisciare, o da cagare. Va bene se sei solo. Metti in pausa. Fai e torni. Ma non se sei con gli amici. Non è giusto. Gli altri devono aspettare. Che fai i tuoi bisogni.

Non è giusto.

Non è giusto che i bambini abbiano i pannolini.

E i vecchi i pannoloni.

Mentre noi giovani niente.

Dobbiamo interrompere.

Bisogna inventare i pannoloni per noi giovani. Per riuscire a finire una serie tutti insieme. Tanto ormai la scienza ha fatto miracoli. Il mondo è progredito. Ci sono quegli assorbenti che trattengono tutto l’odore e mantengono la pelle asciutta e tu ti senti fresca come se non avessi il ciclo.

Per essere più umani. È questo che io, Sandro, penso.