La sborra a Milano

La sborra è uno dei grandi business di Milano.

Ovviamente non soltanto di Milano. La sborra è il grande business universale, quello più osceno, più sacro e più normale.

Ovunque la si produce e fruttifica in figli o denaro.

Produce illusioni.

Crea generazioni.

Fa consumare fazzoletti e pezzi di Scottex.

Riempie sacchettini di lattice che ne bloccano il fine ma ne consentono la gestione meccanica immediatamente antecedente, tanto apprezzata da grandi e piccini.

La parola sborra, penseranno alcuni lettori e lettrici, può essere espressa attraverso termini meno volgari. Quello più tecnico, in italiano, è “sperma”, ma chi ha sensibilità fonetica lo trova ancora più stridente. Negli iPad, su appositi canali, se ne vede tanta, ed è simbolo di estrema gratificazione.

È il simbolo concreto dell’ultima religione universale, l’esplosione del godimento circoscritto.

Una volta mi ero incontrato con un amico scrittore per organizzare una cosa culturale. Le cose culturali, o eventi, sono tanti a Milano. Sono riempitivi della fine di una vita reale. Se ne parla soltanto, come in questo libro, con più o meno consapevolezza della propria funzione.

Sono una finzione.

Mi ero incontrato con questo mio amico, dicevo, e mentre parlavamo dell’evento da organizzare ero stupefatto da un particolare. Ossia dalla mancanza di qualunque suo cenno al fatto che fosse appena diventato padre.

Da due giorni.

Io ho interrotto il suo discorso di organizzazione d’eventi culturali e gli ho detto se non era contento, che era appena diventato padre. Lui si è fatto scuro in volto. Poi ha detto che era stata colpa della sborra e ha cambiato argomento, ha detto che in Italia non ci sono più intellettuali come Pasolini.

Una sborra che piace è quella che entra diretta nella bocca di attrici famose nel genere di cinema a essa dedicato. Sono scene mostrate spesso al rallentatore e danno un’idea della tendenza umana all’accumulo, alla nascita della nozione di capitale. È importante che ogni goccia finisca all’interno della bocca, per non disperdere valore economico.

Il valore economico è il piacere.

Triste che ci rimane.

Attualmente, le più famose bevitrici di sborra della Terra sono le celeberrime Faye Reagan, Stoya, Tory Lane, Daniella Rush, Jenna Haze (il prototipo della vicina di casa carina e imprevedibilmente affamata di sesso: quella che ti suona il campanello e poi ne succede di ogni), le veterane Tiffany Minx e Nina Hartley; l’esordiente Little Caprice; la classica, inossidabile e oggi scrittrice e dj Sasha Grey, oltre alla sua mitica maestra Belladonna; la stakanovista Annette Schwartz, Anna Song, Rikki Six, Tiffany Thompson, Mackenzie Pierce, Liza Del Sierra, Carmella Bing, Aleska Diamond, Ren Azumi, Cathy Heaven, Lea Luv, Bibi Jones, Zoe Holloway, Lola Myluv, Leah Stevenson, Miho Ichiki, Susana Melo, Anikka Albrite, Erica Fontes, Gianna Michaels, Bridgette Kerkove, Tori Lux (femdom), Puma Sweede, Nikki Benz, Brittney Skye, Payton Simmons, l’esondante Maria Ozawa

Di Maria Ozawa vale la pena ricordare una sua ormai storica, inutilmente imitata performance di qualche anno fa. Una sorta di svelamento del desiderio e la sua confusione con il reale, esplicazione della massima lacaniana “il reale è l’impossibile”. Maria presenta impeccabile quell’orrore di rito collettivo che chiamiamo telegiornale mentre, uno dopo l’altro, decine di uomini si arrampicano sulla sua scrivania e le sborrano in faccia. Il telegiornale continua così mentre Maria, impeccabile, continua, con il volto trasfigurato di bianco e i fogli allagati, a leggere le news. Il video è un geniale aggiornamento di un arcaico rito giapponese, il bukkake, oggi genere pornografico di largo consumo, in cui tutti gli amici e i parenti dello sposo innaffiavano di sborra la sposa prima della celebrazione nuziale.

, la conturbante Katsumi, l’esuberante Alexis Texas, la prosperosa Carmella Bing, Lela Star, Rebecca Linares, Javna Oso, Sandra Romain, la mitica Jenna Jameson e l’ancora più mitica Jesse Jane.

E poi Julia Ann, la burrosa Bree Olson, la forever young Gauge con la sua compagna di merende Aurora Snow, la statuaria Brigitta Bulgari, Faith Leon, Madison Ivy, Kim Kardashian (di cui è di culto però un unico video attualmente circolante, come nel caso di Belén: entrambe non si occupano direttamente di produzione esplicita di sborra ma ne sono vittime mediatiche in sovraesposizione), Tera Patrick, Janine Lindermulder, Jayden James, Ava Vincent, Hanna Harper, Teanna Key, Phoenix Marie, Dora Venter (con ormai più di vent’anni di onorata carriera alle spalle ha attraversato le fasi teen, milf e attualmente mature), Aletta Ocean, Kaiden Kross, Gina Gerson, Lisa Ann, Ran Asakawa, Lily L’Amour, le ormai vintage ma sempre amate Silvia Saint, Chasey Lain, Anita Dark, Anita Blond e Monique Covet; l’acrobatica Audrey Hollander (specializzata in tripla penetrazione anale, molto difficile da realizzare specialmente per il posizionamento dei partner), Daniella Rush, Chyterea (famosa per essere campionessa mondiale di squirting, ossia di eiaculazione femminile), Kelle Marie, Jill Kelly, Monique Alexander, Ander Page, Chavon Taylor, Cherokee, Isabelle Camille, Ava Dalush, Celeste, Courtney Cummz, Loni Evans, Stella Cox, Paula Shy, Taylor White, Cecilia Delys, Anastasia Brill, Danni Dior.

E senza soluzione di continuità, in un flusso mondiale tipo capitali finanziari di liquidi seminali Capri Cavalli, Alexa Weix, Bambi, Abbey Brookes, Kiki Mynai, Lexi Belle, Sharka Blue, Danielle Derek, Blanch Bradburry, Nautica Thorn, Amber Reigns, Jessica Robbin, Jenaveve Jolie, Deauxma, Maya Gold, Missy, Vicky Vette, Nessa Devil, Allie Sin, Camille Crimson, Emily Addison, Julie Silver e ovviamente innumerevoli altre, tra le quali vale la pena citare il caso della canadese Christine Joung, efebica biondina che si autoproduceva in scene improvvisate a casa sua e che, una volta ottenuto il successo mondiale, ha deciso di interrompere la carriera e di dedicarsi al volontariato in Africa, dichiarando che le è sempre piaciuta la vita e l’ha sempre amata cercando di coinvolgere in questo gli altri, non avvertendo dunque differenze rilevanti tra il lavoro che l’ha resa famosa, di cui resta orgogliosa, e quello attuale.

I maschietti celebri sono invece piuttosto pochi.

Da Rocco Siffredi, ormai totalmente sdoganato beniamino delle masse, a Mandingo, attore americano di colore celebre per le dimensioni paradossali del suo pene perfettamente tornito, una sorta d’opera d’arte vivente in cui quantità estetica e qualità professionale si fondono, al mitico Peter North, probabilmente il più generoso produttore di sborra del mondo, capace, con i suoi getti multipli e sovrabbondanti, di mettere in crisi attrici d’indubbia professionalità (il problema principale sono gli occhi, in quanto lo sperma brucia le pupille. E non è un caso che una virtuosa come Annette Schwartz si spalanchi gli occhi per farsi sborrare proprio lì, oppure varchi nuove frontiere sniffando sborra come fosse cocaina).

In Italia, che pure è stata a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta protagonista mondiale della produzione mediatica di sborra con l’operato di Riccardo Schicchi e le indimenticabili Cicciolina, Moana Pozzi ed Eva Henger, attualmente l’unico nome di rilievo è quello di Valentina Nappi, curioso mélange di intellettuale progressista (ha pubblicato su Micromega, residuo cartaceo culturale; interviene spesso nei media per difendere le sue posizioni libertarie e sotto certi aspetti vintage) e multipla produttrice di sborra ripresa da telecamere che poi riversano il risultato, persa l’aurea dell’atto di benjamiana memoria, nelle case di tutto il pianeta.

Valentina Nappi non si depila.

A Milano, i luoghi delegati alla produzione commerciale di sborra sono stati, oltre alle sempreverdi aree di parcheggio dei camion sulla tangenziale e le strade, i cinema a luci rosse, che negli anni ottanta costituivano quasi il 50% dei cinema, dove tutti fumavano e si masturbavano contemporaneamente, progressivamente ridotti a luoghi d’incontro specialmente per gay e ora estinti, e i due famosi “teatrini” (uno in corso Buenos Aires e uno in Corsia dei Servi, una laterale del centralissimo corso Vittorio Emanuele, chiuso quest’ultimo dopo uno scandalo derivante dalla scoperta che era di proprietà della curia milanese) e dove si esibivano dal vivo le star italiche di cui sopra.

Mitica e insuperabile la scena in cui Cicciolina, poi parlamentare italiana, si infilava un pitone nella figa.

A Milano, oggi ci sono alcuni club privé, gli alberghi che ospitano le prostitute di lusso “in tour” e immediatamente reperibili sugli appositi siti che ne indicano anche prezzi e prestazioni (la ripresa dell’azione tramite telefonino è considerata prestazione a parte, e a discrezione dell’agenzia costa dai 50 ai 200 euro) e i ben poco ambigui “centri bellezza” che spuntano come funghi negli ultimi anni assieme ai “Compro oro” e alle sale giochi.