Amarcord Anna di Niccolò Ammaniti. 2015
Vito aveva portato Anna, Astor e Maria Grazia a una spiaggia nuova. Avevano lasciato la Panda sotto una pineta dove le cicale impazzivano e le zanzare ti succhiavano le caviglie.
A piedi, carichi di borse con i panini e i teli, il materassino sotto braccio, erano arrivati a delle dune di sabbia, dietro c’era la spiaggia arroventata dal sole e il mare era così trasparente che sembrava non ci fosse. Anna si era tolta le infradito ed era corsa verso il mare sempre più veloce sulla sabbia bollente.
Era una spiaggia senza gli stabilimenti con le sdraio in fila e gli ombrelloni, ma ognuno si metteva dove voleva, bastava stendere l’asciugamano e via. Mentre la bambina sfrecciava cacciando urletti verso il bagnasciuga, si era accorta che erano tutti nudi. Ragazze e ragazzi abbronzati. Pure i vecchi con le pance gonfie e le vecchie con il capello di paglia e le tette appese.
Quando era arrivata la mamma le si era avvicinata a occhi bassi coprendosi con la mano la bocca. “Qui sono tutti nudi. Sono pazzi.”
Maria Grazia era scoppiata a ridere.
“Non sono pazzi. Questa è una spiaggia speciale, per quelli che non si vergognano. Non c’è niente di male a stare nudi. Non ti devi vergognare, nasciamo tutti così.” E si era spogliata. Anche Vito si era tolto tutto ed era rimasto con il pesce di fuori.
Anna, si era abbracciata scoppiando a piangere. “Io no. Io non voglio. È obbligatorio?”
“Non devi farlo per forza, tesoro. Tieniti il costume.”
“Hai capito? Tua figlia è pudica,” aveva detto Vito stendendo il telo. “Mi sa che non ha preso da te.”
Anna aveva passato il resto della giornata occhi a terra e concentrandosi sui suoi giocattoli, sul panino con le melanzane e la mozzarella, felice di avere addosso il costume intero che le aveva regalato nonna Rita.
Quel giorno qualcosa cambiò dentro Anna.
Improvvisamente si sentiva scomoda e imbarazzata quando la mamma la lavava nella vasca. E se le scappava la pipì abbassava il chiavistello. Vedere mamma nuda per casa le faceva voglia di chiudersi in camera.