Considerato da alcuni un manuale per tiranni, oggetto di innumerevoli leggende e false citazioni, il capolavoro di Machiavelli costituisce un imprescindibile spartiacque fra il pensiero politico medievale e la modernità. Scritto nel momento più buio della storia d’Italia, mentre potenze straniere si contendevano i ricchi ma deboli Stati regionali, contiene il sapere che Machiavelli aveva acquisito in quindici anni di amministrazione dello Stato. Un’opera amara e disincantata, nella quale, tracciando il profilo del principe ideale, si analizzano le ragioni dell’agire umano e si separa, per la prima volta, la politica dalla morale. Nel 1599 fu inserito nell’Indice dei libri proibiti, con l’accusa di aver diffuso la corruzione politica in Francia.

NICCOLÒ MACHIAVELLI nato a Firenze nel 1469, si interessò alla politica fin dalla giovinezza. Nel maggio 1498 intraprese una brillante carriera pubblica, interrotta dal ritorno dei Medici a Firenze nel 1512, quando Machiavelli venne arrestato e torturato. Liberato con un’amnistia, si ritirò a vita privata, dedicandosi alla scrittura, e morì nel 1527.