Estratto dal registro ufficiale di █, nome in codice Merlin:
Comincerò con il dichiarare che sto scrivendo questo rapporto una settimana dopo i fatti, dopo aver verificato che il soggetto █, nome in codice Mage, è effettivamente il soggetto che con maggiori probabilità corrisponde a quello identificato dalla Profezia della Fine del mondo di Sibyl come “l’ultima speranza di Genetrix”, comunemente chiamato “il Prescelto”. Questo per spiegare alcune inevitabili parzialità nel racconto, in quanto non sono in grado di prescindere da ciò di cui sono a conoscenza oggi. Tuttavia, mi sforzerò di essere il più oggettivo possibile.
La mia prima impressione di Mage l’ho ricevuta dal suo fascicolo, a cui ho dato una scorsa prima di entrare nella stanza del colloquio. Presentava un elenco dei soliti dati: il suo nome, █; età, dieci anni; colore dei capelli, █; colore degli occhi, █; luogo di nascita, █. Quando ho aperto la porta, lui era seduto con le mani in grembo e faceva dondolare le gambe. Di altezza media per la sua età, ma piuttosto macilento, come se fosse leggermente denutrito, anche se potrebbe trattarsi solo di costituzione.
Non ho percepito alcuno dei segnali che altri hanno riscontrato nel vedere il nostro Prescelto per la prima volta: nessun formicolio, nessun appagamento esistenziale, nessuna luce accecante, né cori di angeli o impulsi a prostrarmi davanti a lui. Trovo ridicole queste testimonianze, in quanto elevano l’incontro con Mage a un’esperienza religiosa quando in realtà si tratta solo di un bambino dotato di un’abilità magica pura.
«Ciao» gli ho detto, e mi sono seduto al tavolo di fronte a lui. Qualcuno gli aveva portato il gioco “Percezione Intercettazione”, che aiuta a sviluppare le doti magiche. Il gioco può essere programmato per un singolo giocatore, ed era stato programmato per lui. A quanto potevo vedere, non l’aveva usato e neanche toccato. Era invece rimasto seduto nella stanza del colloquio senza fare niente per quasi un’ora.
«Non avevi voglia di giocare?» gli ho chiesto.
Mage ha scosso la testa.
«D’accordo» ho detto. «Che cosa hai fatto per tutto questo tempo?»
«Ho guardato» ha risposto lui.
«Hai guardato?»
«Sì, i… fili.» Ha agitato le dita nell’aria. «Se mi concentro, li vedo.»
«Fili» ho ripetuto. «Che aspetto hanno?»
«Sono come quando si vede il sole attraverso la nebbia» ha detto. «A raggi. Luminosi, un po’ offuscati.»
«E sei sempre stato capace di vederli?»
Mage ha socchiuso gli occhi. «Pensi che sono pazzo, vero?»
«No» ho risposto. «Penso che forse stai descrivendo un’esperienza di magia che semplicemente non abbiamo ancora documentato. La magia è nuova per noi, e stiamo solo cominciando a comprenderla. Per cui sono propenso a crederti.»
«Oh.» Mage si è illuminato, ma poi, quasi nello stesso istante, si è sgonfiato. «Mia mamma e mio papà mi hanno detto di non parlarne.»
«Penso che tua mamma e tuo papà stanno solo cercando di proteggerti. Perché ci sono persone che si arrabbiano quando sentono cose che non capiscono.»
È una vera vergogna la prontezza con cui lui ha accettato questa spiegazione, sapere che impariamo queste lezioni già da molto piccoli.
«Puoi dirmi di più di quello che vedi? Da quanto tempo riesci a vedere quelle cose?»
Lui si è agitato sulla sedia.
«Da molto tempo?»
«Da quando ricordo. Non sempre, però, solo quando mi sforzo molto.»
«Questo ha senso. Quando parliamo di magia, spesso usiamo la parola “intenzione”, che significa avere uno scopo, un obiettivo. La magia non funziona senza l’intenzione. Quando tu ti concentri sui fili, come li chiami tu, la tua intenzione è vederli. Capisci?»”
«Sì.»
«Hai mai provato a toccarne uno?»
Lui si è stretto nelle spalle, ma anche i bambini dotati non sono bravi a tenere i segreti. Era evidente che aveva effettivamente sperimentato la sua abilità eccezionale. E, dal momento che uno dei criteri principali della profezia di Sibyl era che il Prescelto avrebbe avuto un’abilità magica mai registrata prima su Genetrix, avevo bisogno di indagare oltre. «Me lo mostreresti?» ho detto.
Mage ha annuito. Ha abbassato gli occhi, spostando lo sguardo da me al tavolo. Ha fatto un respiro lento, dentro e fuori dal naso. Era evidente che aveva passato molto del suo tempo libero a ripetere questa prova, perché aveva già determinato la successione dei passaggi, nonostante avesse solo dieci anni. Ha inspirato ed espirato regolarmente, finché gli è comparsa nello sguardo una sorta di energia, come se gli fosse appena venuta in mente una risposta a un problema difficile.
Ha allungato la mano sinistra… e ha avvicinato il pollice e l’indice, come a prendere qualcosa.
Riguardo a quel che è accaduto dopo, rimando al filmato per una comprensione più completa. La gravità è venuta meno, e ogni oggetto presente nella stanza – me compreso – ha cominciato a galleggiare in aria. La sedia su cui ero seduto ha rimbalzato contro il soffitto. Ricordo specificamente uno dei pezzi del gioco “Percezione Intercettazione”, un bulbo oculare di vetro, passarmi fluttuando davanti alla faccia.
Seduto sulla sua sedia, in basso, come se niente fosse cambiato, c’era il giovane che siamo arrivati a conoscere come il Prescelto.
TOP SECRET