Dal Diario di Nero Dalche, Consigliere di Cordus

Essenzialmente, per poter accedere a un altro universo, bisogna semplificare la propria comprensione di ciò che l’atto comporta. Passare da un mondo all’altro è un concetto troppo enorme da gestire per il cervello umano, per quanto avanzato; per questo, nessuno è in grado di concepire un appropriato livello di desiderio, quale è definito da Solowell nel suo libro La manifestazione dei desideri impossibili. Tuttavia, se semplifichiamo il concetto in modo da renderlo comprensibile a tutti, potremmo essere in grado di trasportare da un universo all’altro, e avanti e indietro, persone di ogni livello intellettivo.

Il paragone che ho scelto è quello della semplice ospitalità. L’universo è la casa di una persona. La barriera permeabile tra gli universi è la porta d’ingresso. Se un ospite garbato desidera entrare in una casa, bussa alla porta e la persona dentro la casa apre per lasciarlo entrare. Lo stesso avviene con gli universi: devi usare la tua magia per “bussare”, e qualcuno che abita in quell’universo deve “aprire la porta”.

Ciò che complica il tutto, ovviamente, è che il tempo si comporta in modo diverso da un universo all’altro. Tu puoi credere di bussare un mercoledì a un’ora ragionevole, le dieci del mattino per esempio, e può invece capitare che nell’altro universo in realtà sia mezzanotte, o vent’anni dopo, quando il proprietario della casa è morto da tempo.