Prologo
28 febbraio 2019
Guardatemi, sono intrappolato.
Sì, proprio io, quello legato lì a terra sul pavimento sporco, il disperato con le mani dietro la schiena che cerca di liberarsi e invece si dimena come un salame appeso a una trave.
Mi restano quindici minuti prima che la mia vita termini, ma non permetterò che accada, di nuovo.
Già una volta qualcuno ha scelto per me e ho dovuto passare attraverso le fiamme dell’inferno per ricominciare. No, non è una metafora e le cicatrici che ricoprono il mio corpo mostrano che io e il fuoco siamo vecchi amici.
Un tempo ho dovuto fare una scelta, salvare me stesso o chi amavo. Ma in realtà non è stato poi così difficile, si può forse scegliere di smettere di respirare?
Lei era il mio ossigeno e non ho avuto dubbi, sono tornato indietro, l’ho presa e l’ho lanciata fuori dal capannone. Io non sono riuscito a uscire, le fiamme mi hanno ghermito quando una trave mi ha colpito e anche allora mi sono sentito in trappola. Ho creduto di morire, per molti mesi ho creduto che sarebbe stato meglio morire, perché nonostante il sacrificio, nonostante il dolore, ho dovuto rinunciare a quella che credevo fosse la compagna della mia vita.
Non sono morto, un giorno dopo l’altro ho ripreso in mano la mia esistenza. Ho iniziato a essere la persona che avevo sempre voluto, sono tornato dai miei amati computer. A loro non interessano le mie cicatrici, non interessano i miei piagnistei o i miei sguardi terrificanti. Le macchine sono semplici, precise e con loro mi trovo a mio agio. In questi anni in cui sono diventato uno dei Pessimi Soggetti e ho ricostruito la mia vita ho sempre creduto che la perfezione fosse nella semplicità.
Per questo mi chiedo come sia possibile che un caso così semplice come quello di Lefebvre stia per uccidermi. Certo, sono preparato alla morte, lo sono dal giorno dell’incendio, ma non sono pronto a perdere Michelle, non posso permettere che lei muoia, farò di tutto per fermare il countdown e salvare la donna che mi ha restituito la voglia di ridere e di guardare al futuro.
Mi chiamo Anton Molchalin e sono il genio dei Pessimi Soggetti, esperto informatico, pilota addestrato alla guida di qualsiasi mezzo di locomozione e probabilmente il più grosso idiota della squadra, visto che per nascondere chi sono davvero sto mettendo in pericolo la vita di Michelle e la mia.
Ma mi restano ancora quindici minuti e in quindici minuti tutto può cambiare.