Premessa

Nel Duecento la Francia fu più intraprendente, ricca e colta dell’Italia. Ma nei due secoli seguenti – quelli che formano la materia di questo volume – perdette il suo primato a favore della Penisola. Montanelli è convinto che in questo straordinario «sorpasso» si nasconda la ragione per cui l’Italia, a differenza della Francia, non seppe costruire uno Stato esteso a una buona parte della Penisola. La Francia si lasciò superare dalla «cugina latina», come la sua vicina meridionale sarà chiamata più tardi, perché s’impegnò nella costruzione delle proprie istituzioni statali e divenne così una delle maggiori potenze del continente, capace di tenere testa, se necessario, alla Spagna, all’Inghilterra e al Sacro Romano Impero. L’Italia, invece, disperse le sue energie in guerre e battaglie che ebbero per effetto il fallimento di qualsiasi disegno unitario, e s’impegnò nella costruzione del maggiore laboratorio artistico europeo.

Vera o brillantemente forzata, questa tesi permette agli autori di dare spazio soprattutto ai protagonisti e alle civiltà cittadine che dominarono i secoli d’oro. Ancora più dei volumi precedenti e di quelli successivi, questo è una galleria di eminenti personalità e di gruppi di famiglia. Vi sono i grandi scrittori del Medio Evo e dell’Umanesimo: Dante, Petrarca, Boccaccio. Vi sono i grandi artisti, da Giotto a Donatello. Vi sono i Visconti, gli Sforza, i Medici, gli Este. Vi è un grande mercante, Francesco Datini. Ma vi è anche il melanconico sentimento che l’Italia, dopo il fallimento del grande progetto di Federico II, è ormai la terra dove gli Angioini, gli Aragonesi e i Valois vengono a soddisfare le loro ambizioni. I Papi, dal canto loro, partecipano alle guerre d’Italia soprattutto per evitare che un grande Stato italiano intacchi il loro potere e la loro autorità.

Sullo sfondo della scena altri eventi, nel frattempo, stanno cambiando l’Europa e il mondo: la caduta di Costantinopoli nel 1453, la scoperta dell’America del 1492. E l’Italia, priva di uno Stato, diverrà necessariamente, nei suoi rapporti con il mondo che la circonda, più piccola.

Sergio Romano