CHIARIMENTI

Questo romanzo è stato immaginato e iniziato nel giugno 2009 alla Pensée Sauvage, residenza per scrittori fondata e diretta dal mio amico Olivier Dautrey e situata a Rochesson, nei Vosgi. Desidero ringraziare il Centre national du livre per i denari elargiti in quell’occasione.

Le poesie che compaiono a p. 197 sono del cantante e poeta delle Deux-Sèvres Yves Rabault, detto “il bardo del Poitou” (1911-1990), autore fra gli altri del celeberrimo brano La Sauce aux lumas, su musiche di Vincent Scotto.

I versi in onore delle vergini di La Mothe-Saint-Héray riprodotti a pp. 254-255 sono di Auguste Gaud (1857-1924).

Il sermone di Bossuet sulla morte a pp. 293-294, di cui Poiraudeau recita un estratto, fu pronunciato per la quarta settimana di Quaresima del 1662, al palazzo del Louvre, davanti al re, quando il suo autore è ancora solo un semplice sacerdote di trentacinque anni.

Un giorno d’autunno del 2009, in un bar di Berlino, il pittore Juan Miguel Pozo mi raccontò che all’Avana aveva conosciuto un pazzo che in cambio di una moneta recitava certe efemeridi interminabili – ho subito immaginato che quell’uomo fosse un incrocio fra uno studioso e uno sciamano onnisciente.

Un grazie immenso a Michel Bertaud de Béceleuf, storico della Plaine, cui devo il libro del maestro Marcel Barbaud (il mio Marcel Gendreau), che in realtà si intitola Nature exige…, la Natura esige…, ed è alquanto diverso dalla storia terribile di Lucie e Jérémie che ho inventato pressoché di sana pianta. I versi dozzinali che attribuisco a Gendreau non rendono giustizia a quelli del “vero” Marcel Barbaud, che finì (come Marcel Gendreau) la sua carriera di maestro a Échiré dopo averla iniziata a Faye-sur-Ardin.

A Daniel Chotard piaceva raccontare storie della sua giovinezza. A me piaceva ascoltarli, i suoi racconti di paesi, di postini ubriachi che sonnecchiavano nascosti dietro un muretto nei giorni di paga, di guidatori di rulli compressori che stavano a pensione per settimane intere nelle fattorie in cambio dell’asfaltatura del cortile, di sindacalisti ubriachi che si ribaltavano con la Simca nel pieno centro di Niort dopo avere festeggiato troppo la vittoria della sinistra.

Molte storie di questo libro sono vere, perché me le ha raccontate Daniel. Che riposi in pace.

Mio padre mi confidava, durante una delle nostre ultime conversazioni, che l’attività che gli aveva dato più piacere nella vita era stata la pesca. Il 30 dicembre 2019 i becchini hanno portato il suo corpo sulla pira; la sua anima, invece, è tornata nella Ruota.

Questo libro è dedicato a lui, e a tutti coloro che popolano i ricordi della mia infanzia nelle Deux-Sèvres.