Con la fermezza di una novizia devota, aveva deciso a ventun anni di compiere il sacrificio e ritirarsi da tutti i piaceri della vita.
Jane Austen, Emma
Per le due settimane successive, il grande maniero di Holliford Park divenne ancora una volta una seconda casa per Briar. Tutto ciò che la circondava racchiudeva ricordi: Ainsley che tagliava fiori in giardino, Jacinda che si arrampicava sul pergolato per liberare un aquilone, lei stessa a riposo nella barca a remi sul lago.
Da ragazzina, aveva dipinto acquerelli della campagna verdeggiante per ore. Si era sdraiata sull'amaca, trascorrendo le giornate pigramente mentre le allodole cantavano sui rami frondosi degli alberi, sognando il giorno in cui avrebbe compiuto ventun anni e sarebbe diventata una donna di mondo.
Non sapeva perché quell'età avesse significato tanto per lei da piccola, eppure eccola lì.
In effetti, poteva considerarsi una donna di mondo ormai. Dopotutto, si era appropriata della vettura di una canaglia e aveva bevuto dalla fiaschetta di whisky del cocchiere. Aveva accettato una sfida scandalosa da una donna sconosciuta in una stanza per il ristoro delle signore. Aveva stipulato un accordo con pagamento in baci con un libertino incallito. Era entrata in una caffetteria mascherata da uomo. Aveva commesso atti peccaminosi all'interno di una carrozza con le tendine chiuse. E... si era innamorata.
Il suo io più giovane ne sarebbe stato soddisfatto, anche se un po' scandalizzato.
La Briar attuale tuttavia non era soddisfatta. Era irrequieta.
Il giorno precedente non era riuscita a stare ferma per due minuti di fila fino a sera e si era quindi abbandonata a un sonno esausto. Ma anche allora, i sogni non le avevano permesso di svegliarsi riposata.
Da quando era partita da Londra, era stata tormentata dalla stessa immagine, quella in cui diceva addio a Nicholas e lui la lasciava andare.
Aveva cercato di smettere di innamorarsi di lui. Sfortunatamente, innamorarsi era come prendere un raffreddore: una volta che i sintomi cominciavano a presentarsi, ci si era già buscati la malattia. E non aveva nemmeno il brodo di Mrs. Darden a rincuorarla.
Perciò aveva deciso di arrangiarsi con il sostituto migliore che avesse: combinare incontri.
Dalla primissima sera, Mr. Woodlyn era stato invitato a cena. Si presentava anche al tè del pomeriggio e a volte si fermava per chiedere se gli ospiti della duchessa volessero fare un giro sul suo calesse.
Poiché la duchessa aveva esternato il desiderio di trovargli una moglie, Briar sentiva che era suo dovere trovargliene una prima di tornare a Londra. E aveva già la candidata perfetta in mente: Temperance.
Le scriveva ogni giorno per raccontarle del bel giovanotto, descrivendole i suoi capelli biondi e la corporatura longilinea, con quel tanto di dettagli da risvegliare la sua curiosità. Quando le risposte dell'amica mostrarono solo un tiepido interesse, raddoppiò gli sforzi, riempiendo pagine e pagine con quelle idee perspicaci che di tanto in tanto il giovane pronunciava. E a volte le abbelliva, poiché, per essere un chierico, Mr. Woodlyn non era poi una gran fonte di ispirazione.
«Un'altra lettera per Miss Prescott, cara?» le domandò la duchessa quando scese le scale e appoggiò la busta sul vassoio.
Orgogliosa dei suoi sforzi e convinta dei frutti che avrebbero dato, rispose: «Ho cercato di scriverle ogni giorno per informarla di ciò che accade qui».
In quella lettera, per accertarsi di catturare l'interesse di Temperance, aveva scritto: Un chierico dalla bellezza tanto classica un giorno potrebbe diventare uno splendido marito per una giovane.
Avrebbe funzionato.
«Non mi ero resa conto che fosse un posto così entusiasmante. Sospetto tuttavia che sia anche merito di Mr. Woodlyn. Credo di sentire il suo calesse in arrivo sul viottolo proprio in questo istante.» La duchessa si diresse alla finestra. «Sì, è proprio lui, e a quanto pare ha portato dei fiori.»
Arrivata alle spalle della duchessa, Briar vide da sopra il suo chignon grigio il chierico che stringeva un mazzo di margherite cascanti. «Non capisco perché, quando avete fiori in abbondanza, sia in giardino sia nelle varie stanze della casa.»
Dopotutto, il giovane non stava corteggiando nessuno. Non c'era alcuna ragazza nubile lì grossomodo della sua età, se non...
Oh, cavolo.
Non appena arrivò la posta, Temperance corse all'ingresso, scivolando sul pavimento di legno e fermandosi appena prima di andare a sbattere contro il tavolo. Trepidante, prese le lettere, passandole in rassegna una per una prima di prenderne due dal mazzo.
Se le ultime due settimane avevano insegnato qualcosa a Nicholas, era che una di quelle veniva da Mr. Cartwright e l'altra da Briar. Non sapeva quale lo infastidisse di più.
L'affetto crescente che Temperance provava per il fratello di Briar provocava emozioni contrastanti in lui. Da una parte, era lieto di vedere la cugina felice. Dall'altra, era preoccupato.
Temperance gli aveva confidato di non avere ancora parlato di quel legame con Briar e di avere omesso il nome dell'uomo nelle sue lettere, adducendo come motivazione il fatto che stava aspettando di parlargliene a voce. Di cosa, non glielo disse, ma Nicholas sospettava che il loro rapporto fosse ormai serio.
Tuttavia, perché provasse tanta pena per Briar era un mistero. Dopotutto, dalle lettere per Temperance, pareva che anche lei fosse coinvolta in una storia sentimentale.
Mr. Woodlyn figurava in maniera importante in ogni... singola... lettera. Si chiedeva se Briar trascorresse un solo istante non in compagnia di quell'ultimo arrivato.
Stringendo i denti al solo pensiero, passò in rassegna il mucchio di lettere. Ovviamente, non ne trovò una indirizzata a lui da parte di Briar.
No. Gli aveva detto addio e chiaramente era stata seria.
Avrebbe dovuto esserne sollevato. Si era liberato del peso della sua compagnia e dei suoi sorrisi malinconici. Liberato degli scenari sognanti e dei baci a tazza di cioccolata.
Che molto probabilmente stava regalando a Mr. Woodlyn...
«La smetti di borbottare? Rendi impossibile godersi una bella lettera» lo rimproverò Temperance da dove si era seduta sugli scalini.
Le si avvicinò, appoggiando il braccio sul corrimano. A colpo d'occhio, capì che la lettera veniva da Cartwright, la cui grafia aveva una forte pendenza a sinistra.
Quando ebbe finito, la cugina si premette la missiva al petto, senza alcuna fretta di aprire la successiva.
Maledizione!
«Ah, eccoti, Nicholas. Ti cercavo.» La madre arrivò dall'ala est, i capelli grigi raccolti in un grosso chignon, gli occhi scuri leggermente marcati dalle rughe, non dovute tuttavia ai sorrisi. Era sicuro che non avesse più sorriso dalla morte del figlio maggiore. «Mrs. Lake è tornata dalla città. Te la ricordi, vero?»
«Sì. Suo marito aveva una capanna per la caccia dall'altra parte del paese.» E James e Marceline erano soliti andarci durante i loro presunti viaggi al mercato. Lui lo aveva scoperto solo dopo l'incidente.
«Esatto. Be', si è fermata lì prima di raggiungere il Northumberland e ha accettato di venire a cena da noi.»
Nicholas sospettò che ci fosse una trappola. E sua madre non lo deluse.
«Ha una figlia, che ha appena debuttato. Una ragazza incantevole.»
«Non sono interessato al matrimonio.»
«Secondo le voci che arrivano dalla città, ci stai pensando.»
«E da quando avete iniziato a dar retta ai pettegolezzi?» Come quelli che riguardavano James e Marceline. Quelli che aveva completamente ignorato.
Quando Nicholas l'aveva affrontata con la verità innegabile che aveva scoperto il giorno dell'incidente, sua madre non aveva mostrato il benché minimo sgomento. Lo aveva sempre saputo. E poi gli aveva detto, per il bene della vedova del fratello, di non parlarne mai più. E lui aveva obbedito.
Era un esperto nel nascondere la verità. Era così bravo che in effetti doveva ancora confessare il suo peccato a Daniel e i motivi per cui aveva allontanato Miss Smithson.
La madre gli lanciò un'occhiata dura, chiaramente non in vena di tali ricordi. «Verranno a cena domani. Probabilmente le inviterò a rimanere fino al mattino.»
Nicholas chinò il capo, pronto a dirle di fare come voleva, perché tanto non sarebbe cambiato nulla. Ma proprio allora Temperance saltò in piedi sulle scale.
«Santo cielo! Credo che Briar stia per sposarsi!»