«È una vera gioia quando le brave persone si incontrano... e succede sempre.»
Jane Austen, Emma
Il gran giorno era arrivato.
Briar armeggiò con la fibbia del cappotto, lanciando un'occhiata verso il libro di cuoio rosso. «Non so perché sia così nervosa. Nicholas non era serio e non rinnoverà il suo affetto. E se dovesse farlo per un presunto obbligo, basterà che gli dica di no e che me ne vada. Ci separeremo in maniera amichevole, così come lo zio fa con le sue... amiche.»
La madre tuttavia non fu d'accordo. Sapeva che sarebbe stato difficile.
«Sì. Lo so anch'io. Non capisco perché abbia chiesto di incontrarci all'alba, a meno che non voglia farla finita prima che se ne accorga qualcuno. Manderà Adams con la carrozza, ma non ho osato parlarne con Ainsley né con lo zio. Perciò, come in passato, uscirò di nascosto e tornerò senza che nessuno si accorga di niente.»
Arrivata alla porta, si guardò alle spalle. «Auguratemi buona fortuna.»
Scese silenziosa al piano inferiore e uscì, richiudendo attentamente la porta con il chiavistello. L'accolse uno spesso strato di nebbia, ma non abbastanza da nasconderle Adams appollaiato sulla carrozza.
L'uomo si toccò il cappello per salutarla. «Buongiorno, Miss Bourne.»
«Anche a voi, Mr. Adams» gli rispose, ma rimase sorpresa quando non scese per aiutarla a salire. Tuttavia, un secondo dopo, ne comprese il motivo.
Nicholas uscì dalla vettura e il cuore le sobbalzò. «Ho pensato che potremmo parlare in carrozza, se per te va bene.»
Briar annuì appena. Entrata, sistemò la gonna ed evitò di guardarlo. Fu difficile, tuttavia, quando Nicholas prese un pacco che era al suo fianco e se lo appoggiò in grembo. Era ricoperto di carta marrone e legato con nastri di seta di colori vivaci: rosso, blu, verde e viola.
D'improvviso, ricordò la battuta che gli aveva fatto riguardo al riconsegnarle il cuore in una scatola incartata con nastri di seta e riempita di petali di rose.
«Forse questa non è stata una buona idea. Ci saremmo potuti scrivere una lettera.» Tuttavia, quando si allungò verso lo sportello, la carrozza partì.
«Ti sbagli. Quello che ho da dirti non può essere scritto in una lettera.»
«E va bene. Ti ascolto.» Si sedette più dritta, tenendo gli occhi fissi sulla scatola.
Nicholas vi tamburellò le dita sui lati. «Mi sembri curiosa di sapere che cosa sto stringendo.»
«Niente affatto.»
Ridacchiò affettuoso. «Codarda.»
Lo sguardo di Briar saettò su quello di Nicholas, incrociando così il color cacao vellutato dei suoi occhi. «Hai sempre espresso apertamente i tuoi pensieri. Immagino quindi che, se vuoi che sappia che cosa c'è lì dentro, me lo dirai.»
«Una giusta osservazione.» Lui continuò a tamburellare le dita. «Contiene i miei beni più preziosi. Vuoi vederli?»
«Solo se vuoi che...»
Le appoggiò la scatola in grembo. «Aprila, Briar. Non abbiamo molto tempo. Adams non girerà a vuoto tutta la mattina.»
A quanto pareva, Nicholas era ansioso di porre fine a quel tormento.
Briar ingoiò un improvviso nodo di tristezza. Con mani tremanti, slacciò i nastri a uno a uno prima di togliere la carta. Poi, sollevando il coperchio, vide che l'interno della scatola era pieno di petali di rose e quel nodo di tristezza le salì di nuovo in gola, minacciando di fuoriuscire in un singulto.
Notò che c'era qualcosa in mezzo ai petali scuri e fragranti, perciò vi infilò la mano per scoprire cosa fosse. I suoi guanti. Quelli con la macchia d'inchiostro.
Confusa, lo guardò, ma Nicholas con un cenno del capo le indicò la scatola. «C'è dell'altro. Continua a cercare.»
Lei obbedì. Estrasse un nastro blu, che apparentemente aveva dimenticato dopo la serata ad Almack's. Alcune forcine, e il ricordo di come le avesse perse sul pavimento della carrozza la fece arrossire. La punta di una freccia, da quella volta in cui il suo tiro era andato a vuoto. E una calza ricamata. «Li hai tenuti da parte per me tutto questo tempo?»
Nicholas scosse il capo. «Non per te. Come ti ho detto, sono i miei beni più preziosi».
«Nicholas, sai bene che sono miei.»
«Invece no. Ricordo di averli trovati dopo alcuni dei momenti più felici della mia vita. A parte il nastro blu. Quello puoi tenerlo.» Si allungò per riprendere la scatola.
Lei la tirò indietro, una risata che uscì prima del singhiozzo che attendeva ancora di sbottare. «Li terrò tutti. Erano anche momenti miei.»
«Ho un'idea. Ti riconsegnerò ciascun oggetto in cambio di lezioni.»
Briar si offese. «Credi che ne abbia ancora bisogno?»
«No. Ma io sì» le rispose, il suo sguardo sincero. «Voglio continuare gli studi con l'insegnante più eccezionale che un uomo incolto abbia mai conosciuto. Vedi, mi hai insegnato come innamorarmi, come l'amore dovrebbe essere davvero. Non lo avevo mai capito, prima di incontrarti.»
Ammutolita, lasciò che Nicholas riprendesse la scatola e l'appoggiasse sul sedile accanto a sé. «Stai dicendo che...»
«Ti amo» terminò lui. «Non avevo scampo, sai. Come potevo non innamorarmi di una ladra di carrozze, creatrice di baci alla tazza di cioccolata, intermediaria nata, cuoca segreta di focaccine e pescatrice? E ora, non riesco a immaginare la mia vita senza di te. Ne ho avuto uno spiraglio in questi giorni e non l'ho sopportato. Ecco perché ho bisogno delle tue lezioni.»
«Credo che tu te la stia cavando benissimo anche da solo» gli rispose, senza fiato e sorridente.
«Davvero?» Le strinse le mani. «Speravo che ciascun oggetto in quella scatola valesse come pagamento per una decina d'anni di lezioni. Solo le forcine mi darebbero cinquant'anni, poi se aggiungiamo la calza e i... uff!»
Briar gli si lanciò in braccio, tempestandogli la faccia di baci. «Sì, sarò la tua precettrice. Ti insegnerò come amare e come essere ricambiato ogni giorno. Sarò l'insegnante migliore che tu abbia mai avuto. Si creerà uno scandalo, ovviamente, quando verrai tutte le volte in agenzia per le tue lezioni, ma me ne farò una ragione.»
Nicholas indietreggiò, la sua espressione seria. «Briar, hai capito che ti sto chiedendo di sposarmi?»
«Sposarti? Non potrei mai. Sono già sposata con il mio lavoro da intermediaria. Inoltre, ho appena ottenuto la posizione di precettrice per un libertino incorreggibile. Sarò piuttosto indaffarata per i prossimi vent'anni.»
«Se è quello che vuoi, allora infila la mano nella mia tasca e getta la licenza speciale fuori dal finestrino» mormorò cominciando a baciarle il collo, ignorando il suo respiro mozzato. «Mi terrò anche l'anello di mia nonna. E, ovviamente, dovremo passare in chiesa a dire a Temperance di smettere di spargere i petali di rosa sugli scalini. Rimanderemo a casa l'arpista. Dovevano arrivare anche le tue sorelle e tuo zio e il pranzo sarà sprecato...»
Gli strinse il volto tra le mani, guardandolo stupita. «Hai organizzato tutto questo?»
Il suo timido cenno del capo fu così dolce che il cuore di Briar per poco non scoppiò. «Volevo che non sentissi il bisogno di inventarti uno scenario perfetto.»
Nicholas era l'unico che comprendeva il suo cuore matto e Briar sentì con profonda certezza che lo avrebbe sempre protetto, così come lei avrebbe custodito il suo. Per sempre. «Credo di avere ancora bisogno di lezioni da parte tua.»
«Facciamo così» cominciò lui, la sua timidezza momentanea cancellata da un sorriso malizioso, «per ogni tuo bacio, ti darò qualcosa in cambio.»
«Mmh... una proposta davvero irresistibile.»
E così, lo baciò.