10.

La luce era spenta. Il bagno era buio.

Non conoscendone la geografia, Jung si fermò accanto alla porta, tenendo la mano sinistra sulla maniglia.

«Preferisce che non accenda la luce, signor Pilgrim?» chiese.

Nessuna risposta.

Jung attese, immobile.

Si mise in ascolto del respiro di Pilgrim, ma non udì nulla.

«Il buio mi ha sempre interessato», disse. «Quando ero bambino, mi faceva paura, naturalmente, come succede alla maggior parte dei bambini. Mio padre era un ministro, un pastore della chiesa riformata svizzera. Lo vedevo spesso celebrare nel cimitero il servizio per i morti, e siccome ero molto impressionabile sognavo spesso la sua figura nel cimitero, ma nei sogni non c’era mai la luce. Era sempre cupo, fosco, buio. Immagino che del servizio funebre dei morti la cosa che mi spaventava tanto fossero le tombe. Ti mettono al buio e poi ti lasciano lì. Cose del genere. Forse anche lei ha fatto gli stessi sogni da bambino. O simili. Capita a quasi tutti i bambini».

Jung aspettò.

«Signor Pilgrim?»

Ancora una volta non ci fu risposta, e nessun suono, a parte la debole eco di acqua che scorreva in qualche bagno dell’edificio.

Jung lasciò andare la maniglia della porta e fece un passo avanti.

Nulla.

Un altro passo e attese ancora.

Di nuovo, nulla.

«Più avanti, nel corso della vita, forse al principio della pubertà, il buio ha assunto per me un nuovo significato. Non lo temevo più, anzi lo cercavo. Non più tombe. Anzi, raramente sogno ancora tombe. Magari mi succederà in futuro, certo, invecchiando. Ma per il momento, la tomba è stata sostituita dalla culla. Si potrebbe dire, la forza vitale. Dopo tutto, è al buio che di solito procreiamo...»

In lontananza, qualcuno tirò uno sciacquone. I tubi cominciarono a cantare.

«Non ho mai intervistato nessuno al buio, prima», disse Jung. «È una cosa che mi diverte. Magari diverte anche lei».

Nulla.

«Signor Pilgrim?»

Jung fece un terzo passo avanti.

«Perché insiste con il silenzio?» disse. «Non ha proprio niente da dire?»

A quanto pareva no.

«Se fossi sicuro che l’argomento la interessa, continuerei la mia dissertazione sul buio, ma sospetto...»

Bussarono alla porta.

«Andate via», disse Jung.

«Ma...»

«Andate via. Abbiate pazienza. Aspettate».

Jung sentiva che oltre la porta stavano parlando, ma non riusciva a distinguere le parole.

Da quanto tempo era chiuso lì dentro?

Non avrebbe potuto dirlo.

Se solo avesse saputo dov’era l’interruttore della luce.

Di solito lo mettono vicino all’entrata, pensò; ma vicino all’entrata non c’era nulla.

«Se potesse aiutarmi, signor Pilgrim... Vorrei sapere dov’è l’interruttore della luce perché ho bisogno del bagno».

Era uno stratagemma, naturalmente, ma Jung pensò che potesse funzionare. Qualunque cosa poteva funzionare. Forse doveva gridare per chiedere aiuto. O urlare: Al fuoco!

Il pensiero lo fece scoppiare a ridere.

«Sto pensando le cose più strane e ridicole, signor Pilgrim», disse. «Stavo pensando di gridare “Al fuoco!” per costringerla a reagire. Ma, naturalmente, se ci fosse del fuoco lo vedrebbe anche lei...»

Fiammiferi.

Come sono maledettamente lento!

Mentre si frugava le tasche – trovando tutto tranne i fiammiferi – Jung cominciò ad avere la curiosa sensazione che in qualche maniera Pilgrim fosse riuscito a sfuggirgli e che lui avesse parlato solo a se stesso.

Inciampò, si piegò in avanti e si immobilizzò. Raggelato.

Aveva toccato con la punta del piede ciò che poteva essere un braccio o una gamba.

«Signor Pilgrim?»

Jung diede un tocco delicato con la scarpa.

«Signor Pilgrim?»

Si inginocchiò.

Mentre lo faceva, annotò mentalmente che si era sbagliato di grosso nello stabilire lo stato d’animo di Pilgrim, che lo aveva perduto a causa dell’orgoglio. La sicurezza con cui aveva escluso che Pilgrim volesse farsi ancora del male era andata al di là del buon senso. Un uomo che vuole davvero morire riproverà in continuazione... come quest’uomo ha già fatto.

Tutto questo gli attraversò la mente nell’istante in cui si metteva in ginocchio. E inoltre...

Le ginocchia toccarono il pavimento.

Dolore.

Piastrelle.

Dure e gelide.

Trattenne il respiro e allungò entrambe le mani, facendole scivolare a palmi all’ingiù su quello che sembrava il ghiaccio spazzato dal vento della sua infanzia, il ghiaccio da incubo del lago di Costanza.

Le dita afferrarono una manica.

Di tweed.

Ruvida.

Vuota.

Tirò la giacca verso di sé.

Poi una camicia con il colletto strappato.

Fece scorrere le dita sulle tasche dei suoi indumenti.

Fiammiferi. Fiammiferi. Dove sono?

Indossava un camice bianco e, sotto, giacca, panciotto e camicia. Tasche. Tasche. Troppe tasche...

Ecco, imbecille!

Ovvio.

Il taschino in basso a sinistra del panciotto, proprio dove li avevi lasciati.

Ci vollero tre tentativi infruttuosi prima che, finalmente, il quarto fiammifero si accendesse.

Alla sua luce Jung si accorse di essere alla deriva in una pozza di vestiti gettati sul pavimento: pantaloni, cravatta, biancheria, scarpe, calze, giacca, camicia...

Oh, Dio, lui dov’è?

Il fiammifero gli bruciò i polpastrelli. Jung lo gettò in un angolo, ne accese un altro e si rimise in piedi.

L’interruttore della luce era sulla lampada al di sopra del lavabo.

Meraviglia delle meraviglie! Geniale! Un interruttore della luce sulla luce! Idiota!

Tirò la corda dell’interruttore.

Nella parte del cervello in cui registrava le informazioni, prese nota di trascinare il Progettista universale delle stanze da bagno davanti alla Corte universale delle precauzioni di sicurezza. Interruttori della luce che penzolano sopra dei rubinetti in una clinica per malattie mentali. Follia!

Pilgrim.

Jung lo vide nello specchio. O, almeno, parte di lui. La punta della testa. Una spalla.

Era sdraiato, nudo, nella vasca da bagno.

Jung si immobilizzò.

Sapeva di dover chiamare gli altri ma la bocca non gli si apriva.

In pochi secondi che parvero ore, si sbucciò un’altra volta le ginocchia per mettersi al fianco di Pilgrim.

Il fondo della vasca era scarlatto.

Oh, Signore Iddio, ce l’ha fatta!

Ma non era così.

Non appena Jung allungò le mani verso i polsi di Pilgrim, il corpo nella vasca ebbe una convulsione e si mise quasi seduto.

Le mani si agitarono in aria e poi ricaddero presso i fianchi, dove si misero a cercare freneticamente sotto le cosce e le natiche fradice. Finalmente, la mano destra si levò trionfante.

Stringeva un cucchiaino... Un cucchiaino con i bordi seghettati.

Le parole mezzo pompelmo per colazione attraversarono la mente di Jung. Mezzo pompelmo mangiato con un cucchiaino seghettato.

Con la mano sinistra, Pilgrim afferrò il bavero di Jung e se lo tirò vicino alla faccia.

Aprì la bocca.

Stringeva il cucchiaino.

Gli occhi erano pieni di angoscia.

«La prego», sussurrò. «La prego», disse e gettò il patetico cucchiaino in direzione di Jung. «Mi uccida».

Jung staccò le dita dal bavero e si alzò in piedi.

Raccolse alcuni asciugamani e li avvolse attorno al corpo di Pilgrim, mentre ne metteva altri nel lavabo, dove aveva già fatto scorrere acqua fredda.

Si mise il cucchiaino in tasca, andò alla porta e la aprì.

Prima di voltarsi di nuovo verso la vasca da bagno, Jung guardò l’altra stanza, infiammata dalla luce del sole, e disse ai colleghi: «Adesso potete entrare. Ha parlato».