5.

Il mattino seguente, il cielo oltre le finestre dell’ufficio del dottor Furtwängler era quasi bianco per la luce del sole.

«Mi dica il suo nome».

Non ho nome.

«Non può... Non vuole parlare con me?»

Parlare? È inutile.

«Mi hanno detto che lei vuole morire, signor Pilgrim. Se questo è davvero ciò che desidera, ho bisogno di sapere perché».

Non ha nessun bisogno. Come può importarle?

«Signor Pilgrim?»

Perché ritiene che, poiché non rispondo, io non possa sentirla?

«Il dottor Greene mi ha informato che lei aveva già tentato in precedenza di uccidersi. È vero?»

Tutto è vero. Tutto, e niente.

«Bene, è già qualcosa. Si è voltato dall’altra parte. Per ora, la considererò una specie di risposta. E, finché non riterrà di parlare e non sarà disposto a contraddirmi, penserò che la risposta sia . Lei ha già tentato in precedenza».

Pilgrim era seduto sulla sedia di pelle che solo la sera prima aveva occupato Sybil. Strofinava i palmi delle mani contro i braccioli. Da qualche parte c’era il suo profumo e lui voleva evocarlo. Muschio... limoni... felci...

«È comodo?»

.

«Vorrei sapere perché rifiuta di parlare. Ha perso la voce? Se è così, abbiamo una terapia adatta».

Neve. Montagne. Cielo.

«È una cosa perfettamente comprensibile, del resto, dato il modo in cui lei ha tentato di uccidersi...»

Il dottor Furtwängler non si preoccupava di girare attorno alle parole. Non aveva senso far finta che non sapessero entrambi perché Pilgrim si trovava lì. Nascondersi dietro qualche pallido eufemismo – il modo in cui si è ferito, magari, o la condizione in cui lei è stato trovato – sarebbe stato insultante. Impiccarsi è impiccarsi. Un suicidio è un suicidio. Non è sinonimo di incidente. Di sicuro non è sinonimo di sfortunate circostanze.

«Dato il modo in cui lei ha cercato di uccidersi», disse, «le sue corde vocali potrebbero benissimo essere state lese. Questo pomeriggio, la farò accompagnare al laboratorio del dottor Felix Hovermeyer, un esperto in questo campo. Lui la esaminerà. Se scoprirà qualche lesione, confido che lei accetterà di farsi curare».

Valanga.

«D’altra parte, se non avremo nessuna prova di un trauma alla laringe, insisterò a farle domande finché, un giorno, lei mi risponderà».

Ai dottori piace sempre quando sorridi. Dicono che hai un sorriso enigmatico. È abbastanza enigmatico?

«È chiaro che lei mi capisce».

.

«Non sono suo nemico, signor Pilgrim. Non deve fare resistenza. Sono qui per aiutarla».

Mi aiuterà col suo bisturi? Con il suo tiglio dai rami d’acciaio che non si spezzano? Con il suo coltello da caccia? L’ascia? La pistola?

«Lei deve essere per forza consapevole che le circostanze della sua ripresa sono state miracolose».

I miracoli non esistono.

«Lei crede in Dio?»

Non ho dèi. Dio non esiste.

«Pare che il suo servitore – si chiama Forster, credo – abbia tagliato il cordone e l’abbia deposta per terra, e quando l’ha fatto, lei era già morto».

Non morto. Io non posso morire.

«Dottor Greene e dottor Hammond. Ho qui una copia delle loro relazioni. Ho parlato varie volte al telefono con il dottor Greene. Tutti i loro sforzi non sono valsi a farle tornare il battito cardiaco. E nonostante abbiano tentato ogni metodo di rianimazione, lei non ha ripreso a respirare. Tre ore... quattro, signor Pilgrim, senza il battito del cuore. Cinque senza respirare. Eppure eccola qui e...»

Non è un miracolo, dottore. La morte sarebbe un miracolo. Non la vita.

«Vorrebbe vedere Lady Quartermaine?»

Sybil.

«Lei è qui, e desidera disperatamente parlare con lei. Lei lo permette?»

Pilgrim si alzò in piedi.

Allungò la mano sulla scrivania e trasse a sé gli appunti del dottore, strappando la pagina grigia in cima al blocco. Poi, tenendola in mano, andò alla finestra.

Furtwängler aspettava e guardava, immobile.

Pilgrim alzò il foglio verso la luce. Lo stese sul vetro, lo lisciò con le dita.

Furtwängler era sempre immobile.

Pilgrim premette la fronte contro la pagina. Premette così forte che la brina sul vetro si sciolse.

Poi si voltò e passò la pagina a Furtwängler.

Su di essa, sopra gli appunti del medico, c’era un motivo, un disegno.

Per un istante, sembrò una parola. E la parola era no.

Le sue lettere non erano formate dall’inchiostro, ma dal ghiaccio. Mentre Furtwängler le fissava, si sciolsero e svanirono, lasciando solo il vuoto umido della pagina.