Prima della sera di sabato Jung era stato avvertito che Pilgrim era scomparso. Kessler, sconvolto, fu mandato con la pattuglia della Carrozza Gialla a perlustrare i parchi e gli altri luoghi pubblici, nella speranza che qualcuno avesse avvistato il suo ex paziente e potesse dare informazioni su dove si fosse diretto.
Dato che in quel momento nessuno sapeva o sospettava dell’esistenza di un complice, nessuno pensò a fare ricerche su un’automobile o in altre città. Era chiaro che, nel suo stato e per le circostanze della fuga, Pilgrim doveva essere nascosto da qualche parte a Zurigo.
All’ora in cui Jung tornò a Küsnacht, nessuna notizia era ancora arrivata. A cena, seduto al suo posto, Jung infranse le regole della casa: fumò un sigaro a tavola.
«Mangia», disse Emma.
«No», disse Jung. E finalmente: «Dopo».
«È pollo, Carl Gustav. Uno dei tuoi piatti preferiti. Frau Emmenthal ha superato se stessa: è una delle cose migliori che ci siano state servite negli ultimi anni».
Il profumo era delizioso. Con il pollo c’era una salsa al dragoncello con gallinacci alla panna; c’era un ripieno all’inglese, con pane, cipolle, salvia e noci; c’erano fagiolini e minuscole barbabietole grandi come unghie. Nel caso di Jung, era stata tutta fatica sprecata.
«Come abbiamo fatto a perderlo?» disse Jung, agitando la mano in aria. «Come può essere successo?»
«Guardando dall’altra parte, mio caro. È la stessa identica cosa che è successa con la contessa. Non sei stato abbastanza attento. Te ne stavi nel tuo ufficio a ricevere i favori di quella donna».
Quando posò gli occhi sulla moglie, Jung si rese conto che, dal punto di vista di Emma, lui non era lì. Emma non si riferiva più a lui in maniera fisica. Il suo sguardo era altrove. Quando parlava, guardava fuori dalla finestra, verso il sole nelle fasi iniziali della sua discesa serale. Lei era immobile, ma Jung percepiva dalla sua postura il delicato ondeggiamento di una persona che recita un mantra interiore per sopravvivere:
Tu non
c’eri.
Tu eri
altrove,
indisponibile.
Noi eravamo
tutti qui
ad aspettarti.
Tu eri assente.
Non
lo capirai
mai?
Era tutto lì il nocciolo della questione, pensò. E, purtroppo, Emma era giustificata, considerando il suo dolore. La sua perdita – il bimbo morto –, il matrimonio che sembrava naufragare, la morte della contessa Blavinskaja e adesso la scomparsa di Pilgrim.
Tutto questo era colpa sua. Di Jung.
Mai il suo carattere gli avrebbe permesso di ammettere che le cose stavano proprio così. Ad alta voce. Con Emma. Le avrebbe dato un potere che lui non poteva permettersi di perdere. Ma, con riluttanza, doveva ammetterlo con se stesso. Al buio, sapeva che era tutto vero. Pertanto quella sera, a tavola, non disse nulla in risposta alla formula recitata in silenzio da Emma.
Ciò che disse fu: «È possibile che in qualche modo sia riuscito a uccidersi? Ho fatto perlustrare tutti gli edifici della clinica, tutto il terreno intorno. Sappiamo solo che è stato visto l’ultima volta nel cortile degli esercizi. Un minuto prima c’era, un minuto dopo non c’era più. A quanto pare gli altri pazienti stavano cantando una canzone in inglese, fra tutte le canzoni possibili. Poi è scomparso».
«Metà dei pazienti, più della metà dei pazienti della Burghölzli è inglese, Carl Gustav. Perché non dovrebbero cantare canzoni inglesi?»
«Non ho detto che non dovrebbero. Ho detto solo che era quello che stavano facendo».
Emma bevve un sorso di vino, lo posò e riprese a mangiare.
«Come poteva uccidersi se ha già provato tante volte, e ha sempre fallito?» disse. «No. Ha trovato qualche modo di fuggire nel mondo. Lo troveremo qui fra noi. Hai mandato qualcuno sull’Albispass dove è morta Lady Quartermaine? Potrebbe essere andato lì».
«No. Non ci ho pensato».
«Devi smetterla di pensare alla fuga del signor Pilgrim come a una tua perdita, Carl Gustav, e cominciare a considerarla dal punto di vista del suo vantaggio. Se fossi in lui, sapendo quello che sai, dove credi che andrebbe?»
«In capo al mondo», disse Jung, e finalmente sorrise.
«Io credo di no», disse Emma. «Penso che andrebbe a Parigi».
«Parigi?»
«Oscar Wilde. Rodin. La Gioconda. Dopo tutto, per Pilgrim Parigi è quasi la patria spirituale».
Il mattino seguente, il fattorino vestito di verde giunse dall’Hôtel Baur au Lac e consegnò a Jung una busta sulla quale c’era scritto, oltre all’indirizzo, Da Dominique Fréjus. Dentro c’era l’ultimo messaggio di Pilgrim, Addio, trasmesso per piccione viaggiatore.
Emma disse: «Finito. Sei soddisfatto?»
Jung non disse niente. Stava pensando: Il mio paziente più ambito se n’è andato, e mia moglie sta affilando i coltelli. Andrò in giardino a riempire un’altra tomba.