Passa un anno, sono sola. A casa mia. Finita Sanary. Finita la persona che sono stata. Radici, ricordi, legami, tutto finito.
Mi occupo dei miei figli, vinco un concorso per ottenere il trasferimento a Parigi. Fare bella figura, essere la migliore, l’eletta.
Passa un anno, e mia madre viene di rado a trovarmi. Passa un anno e, sapendo ormai tutto, Alice rifiuta di vedere Évelyne. Passa un anno, e Victor non respira. Passa un anno, e non c’è niente che passi.
A volte, mio fratello riceve una chiamata di mia madre. A Victor Évelyne dice che il mio patrigno non nega. “Ne prova rimorso, sai. Non smette di torturarsi. Ma, riflettendoci, è chiaro che tu dovevi già avere più di quindici anni, e poi non c’è stata sodomia. Solo fellatio, è una cosa comunque diversa.”
A me invece rivolge parole accusatrici: “Come avete potuto ingannarmi così? Tu per prima, Camille, mia figlia, la persona che avrebbe dovuto avvertirmi. Ho visto quanto l’amavate, il mio uomo. Ho saputo subito che avreste tentato di rubarmelo. Sono io la vittima.”
Per il resto, prova in tutti modi a farmi tacere. Mi propone di scrivere un manuale per la collana che dirige, mi manda quanto basta per arrotondare la fine di ogni mese, mi dice il suo amore e la sua solitudine, lontano dai figli e dai nipoti. Per il resto, una parola o poco più.
Io, per anni, cerco di piacerle e di ritrovarla.
Da bambino, mio fratello mi aveva avvertito: “Vedrai, mi crederanno ma se ne fregheranno completamente.” Merda. Aveva ragione.
*
Ebbene, se non capiscono, glielo spiegheremo.
Ti spiegherò, a te che dispensi le tue lezioni alla radio, a te che fai dono delle tue analisi agli studenti e ti pavoneggi sui set televisivi.
Ti spiegherò che, almeno, avresti potuto scusarti. Prendere coscienza e darti pensiero di ciò che hai fatto.
Ti ricorderò che, invece di dartene pensiero, mi hai minacciato. Messaggio lasciato nella mia segreteria: “Finirò per suicidarmi.”
Ti spiegherò, a te che ci chiami tuoi figli. Quando un adolescente dice sì a chi lo sta crescendo, si tratta d’incesto. Dice sì nel momento in cui sente sbocciare il desiderio. Dice sì perché ha fiducia in te e nel tuo ammaestramento del cazzo. E la violenza sta nel decidere di approfittarne, capisci? Perché, in realtà, in quel momento il ragazzo non saprà dirti di no. Avrà troppa voglia di compiacerti e di scoprire tutto, è un dato di fatto.
Ti spiegherò che, in seguito, il ragazzo, forzato a farlo, dirà di sì per negare l’orrore della situazione. E, durando la cosa, man mano si colpevolizzerà, si convincerà che è colpa sua. Che se l’è cercata. Sarà il tuo trionfo, la tua via d’uscita per venirne fuori.
Georges e Paula suicidi, Évelyne disperata, Bernard assente, hai avuto fortuna che fossimo tutti così smarriti e così vulnerabili...
Ma quando l’idra dorme, io divento consapevole e non dimentico.
Non dimentico la coppia che formavate. Sartre e De Beauvoir? Ci vuole proprio la familia grande per crederci.
In perfetta sintonia, avete condizionato le nostre lezioni: Foucault e la punizione. Non denunciare mai, non condannare mai in una società come la nostra, in cui l’uomo non si aspetta che la condanna. Sapersi evolvere, diventare duttili e augurarsi la riabilitazione. Diffidare della legge.
Le mie lezioni di diritto, appunto: lo stupro consiste in un qualunque atto di penetrazione sessuale, di qualunque natura esso sia, commesso con violenza, costrizione, minaccia o sorpresa. Giusto, per una sorpresa!
E la costrizione, allora? Come un cazzo di vincolo morale! Come il fatto che ti abbiamo tanto amato, capisci? Come il fatto che abbiamo avuto una tale fiducia in te e che avremmo potuto difenderti fino alla morte, se si fosse reso necessario! Come il fatto che non siamo neanche riusciti a spedirti in galera, tant’era la paura che avevamo per te. Come il fatto che eri tu. Non un altro. Tu.
Tu che hai aggredito mio fratello per mesi, lo capisci, il problema? Quasi davanti a me, fregandotene completamente, facendo di me la complice dei tuoi misfatti. Le capisci, le angosce che ci tormentano da allora?
Articolo 222-24 del Codice penale
Lo stupro è punito con vent’anni di reclusione in un istituto carcerario:
[...]
4° Quando viene commesso da un ascendente o da ogni altra persona che eserciti sulla vittima un’autorità di diritto o di fatto;
[...]
Articolo 222-31-1 del Codice penale
Gli stupri e le aggressioni sessuali si dicono incestuosi quando sono commessi da:
1° Un ascendente;
2° Un fratello, una sorella, uno zio, una zia, un nipote o una nipote;
3° Il congiunto, il concubino di una delle persone menzionate al punto 1° e 2° o il partner legato da un patto civile di solidarietà con una delle persone menzionate ai medesimi punti 1° e 2°, qualora eserciti sulla vittima un’autorità di diritto o di fatto.
E sì che sei professore di Diritto anche tu. Sei avvocato. Sai bene che ne uscirai grazie alla prescrizione. A te va sempre bene.
Vent’anni. Altrimenti ti beccavi vent’anni.