Glossario

Engawa: corridoio pavimentato in legno che si sviluppa lungo il perimetro esterno delle case giapponesi, fungendo da collegamento tra le varie stanze che si aprono su di esso, e da intercapedine fra le stesse stanze e l’esterno. È anche il passaggio obbligato per accedere dal giardino alle camere, con una funzione simile a quella di un portico.

Fusuma: porta scorrevole utilizzata per chiudere stanze o armadi a muro, costituita da un telaio in legno ricoperto su entrambi i lati da carta o tessuto.

Futon: completo di coperta imbottita (kakebuton) e materassino (shikibuton), costituisce il letto tradizionale, steso sul tatami (vedi); durante il giorno, di norma si ripiegano e si ripongono nell’armadio a muro. Il termine può indicare anche ciascuno dei due elementi.

Hibachi: braciere tradizionalmente usato per scaldare gli ambienti, costituito da un grosso vaso di porcellana o da una specie di mobiletto a forma di cassetta, di legno e metallo, in cui, su uno strato di cenere, si accendono le braci. Persa la sua funzione di braciere, al giorno d’oggi ha assunto altre destinazioni. Quelli in porcellana sono spesso usati come cache-pot o per allevare pesciolini e far crescere piante acquatiche.

Misoshiru: brodo insaporito con miso, una pasta di soia fermentata, cui si aggiungono a piacere verdure, pesce, molluschi eccetera.

Obi: fascia di tessuto arrotolata piú volte intorno alla vita, fa da cintura al kimono. Può essere di altezze diverse. Quello da uomo è in genere alto dieci o quindici centimetri. Quello da donna è di solito alto il doppio. Se ne distinguono vari tipi, tra cui il raffinato maruobi, molto lungo e con entrambi i lati decorati, il fukuroobi, piú semplice e decorato solo da un lato, e l’obi di Nagoya, piú corto.

Seiza: modo formale di sedersi sui talloni, inginocchiandosi sul pavimento con le mani posate sulle ginocchia o le cosce e la schiena dritta. La tradizione prevede che gli uomini mantengano le ginocchia lievemente divaricate e le donne unite.

Sencha: è il tipo di tè verde piú diffuso per il comune uso domestico. È uno dei tè la cui bevanda si ottiene per infusione delle foglie, a differenza del maccha, che è in polvere e si scioglie nell’acqua.

Shōji: porta scorrevole che si usa per dividere gli spazi interni, ma anche per chiudere finestre o come divisorio tra la casa vera e propria e l’engawa (vedi) della casa tradizionale. Ne esistono diversi tipi, ma in genere consta di una intelaiatura di legno a riquadri, cui è incollata della carta traslucida.

Soba: spaghetti realizzati con farina di grano saraceno, o anche i piatti realizzati con quegli spaghetti.

Taiko: è un tipo di tamburo tradizionale della musica giapponese, ma anche il nome di un nodo da obi (vedi) molto diffuso, in cui una parte del tessuto viene ripiegata in modo da esporre la decorazione.

Tataki: pavimento in terra battuta delle case tradizionali, caratteristico soprattutto della stanza d’ingresso o dell’annessa cucina, due ambienti cui si può accedere con ai piedi le calzature che vanno invece lasciate sul pavimento prima di salire il gradino verso la parte piú interna, in legno e tatami (vedi). Ora il termine si usa anche per indicare semplicemente il pavimento dell’ingresso.

Tatami: stuoia di giunchi fissata su un materassino di paglia pressata, di solito decorata da una passamaneria cucita sui lati lunghi. Usata per pavimentare le stanze nell’architettura tradizionale, costituisce anche un’unità di misura della dimensione degli ambienti. Ne esistono diversi tipi, ma la misura piú comune è 910 mm × 1820 mm.

Tomoe-nage: tecnica del jūdō e di altre arti marziali che prevede di sfruttare lo slancio dell’avversario per proiettarlo, tirandolo a sé mentre si cade sulla schiena.

Torii: specie di portale che segna l’accesso a un tempio shintoista o semplicemente a un’area sacra. È costituito da due pilastri ed è sormontato da uno o due architravi.

Zabuton: cuscino basso usato per sedersi sul pavimento; si posa direttamente sul tatami (vedi).