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Ditele di lavarla in quel pozzo secco,
prezzemolo, salvia, rosmarino e timo,
ove mai sia sgorgata acqua,

né pioggia caduta,
e allora lei sarà per me il vero amore.

(Ballata celtica)

 

Riccardo era convinto che per lui una relazione amorosa fosse fatalmente destinata a degenerare in una sterile trappola, angusta e inutile quanto un pozzo senz’acqua. Sapeva perfettamente quanto Margherita lo amasse, e una parte di lui era sinceramente dispiaciuta per il dolore che le causava con la sua assenza. Ma, pur sapendo bene di rinunciare a qualcosa di molto prezioso, allo stesso tempo era certo di non poter accettare l’amore che lei gli offriva.

Riccardo ancora non sapeva che quello sarebbe stato un mattino totalmente diverso dagli altri. Un mattino in cui proprio i luoghi che lui amava e la memoria, la storia che essi conservavano lo avrebbero spinto a una nuova consapevolezza di sé, una nuova apertura.

 

 

Un soldato pulisce e lucida una pistola
I generali mandano i loro soldati a uccidere
(ballata celtica)

 

La tela era pronta sul cavalletto, e colori sulla tavola da pittura. Riccardo aveva appena afferrato uno dei suoi pennelli quando gli parve di udire uno sparo squarciare il silenzio. L’uomo si guardò intorno, un po’ spaventato, ma gli parve di non vedere nessuno. Il pennello gli era scivolato di mano, cadendo in un mucchio di foglie secche.

Il vento, lassù, era solito formare dei piccoli vortici, così le foglie che cadevano degli alberi finivano per depositarsi in cumuli a forma di cono. Non era consigliabile affondare le mani in quei morbidi mucchi di foglie secche, potevano nascondere insetti, aculei di ricci e chissà che altro. Riccardo raccolse un bastone che qualcuno aveva lasciato appoggiato contro il tronco di un albero, e così facendo vide che la corteccia dell’albero presentava incisioni.

Parevano segni, come se indicassero una mappa, o tracce da seguire. A Riccardo, appassionato di testimonianze storiche, parve di comprendere il significato di quei segni. Erano mute tracce di passaggio, simboli che erano soliti lasciare i partigiani della Brigata Stella Rossa, quando si nascondevano tra le montagne. Lo strano era che le incisioni parevano fresche, come se qualcuno le avesse praticate solo alcune ore prima.

“Qualche buontempone di boyscout avrà cercato di imitare alcuni simboli trovati su internet, o in qualche libro” pensò Riccardo, con una scrollata di spalle. Fece quindi per tentare di ripescare il pennello, quando gli parve di udire una voce pronunciare il suo nome.