CINQUANTA chilometri a nord, sull’altro lato del Golden Gate Bridge, Nicole Melling sentì lo scatto all’altro capo della linea, ma non riuscì a muovere la mano per chiudere la comunicazione. Guardava il telefono che stringeva tra le dita quando partì il forte segnale di interruzione.
Richiamato fin dal suo studio al piano di sopra, suo marito Gavin scese in cucina.
Si fermò poco oltre la soglia quando vide che Nicole stava finalmente reinserendo il telefono nella sua base. «Credevo che fosse l’allarme antincendio.»
«È una critica alla mia cucina?» lo apostrofò lei.
«Dai, lo sai che è impossibile.» Le posò un bacio sulla guancia. «Non c’è cuoca migliore di te, anzi devo dire chef. Preferirei mangiare tre pasti al giorno qui che andare nel miglior ristorante al mondo. E come se non bastasse, sei anche bellissima e hai il carattere di un angelo.» Fece una pausa. «Ho dimenticato niente?»
Nicole rise. «Può bastare.» Sapeva di non essere una bellezza. Ma non era neanche brutta. Era solo normale, senza niente di particolarmente attraente. Eppure Gavin aveva la virtù di farla sentire sempre straordinariamente bella ai suoi occhi. Come lo era lui agli occhi di lei. A quarantotto anni, sempre impegnato a cercare di perdere qualche chilo, Gavin era di statura media e si stava stempiando. Intellettualmente era una fucina, forte di una grinta che ne faceva una figura di spicco a Wall Street nel settore dei fondi speculativi.
«Tornando a noi, va tutto bene? Mi preoccupa un po’ trovare mia moglie che se ne sta impalata in cucina a fissare un telefono. Credimi se ti dico che davi l’impressione di aver appena ricevuto una minaccia.»
Nicole scosse la testa e rise. Non sapeva quanto vicino alla verità era andato suo marito.
«Va tutto benissimo. Era Rosemary Dempsey.»
«Come sta? So che ti è dispiaciuto quando non ha accettato il tuo invito per il Ringraziamento.»
Nicole gli spiegò la sua proposta di partecipare al programma televisivo. Ma si guardò bene dal rivelargli tutta quanta la storia di cosa stava facendo ai tempi in cui condivideva la stanza con Susan.
Non aveva avuto intenzione di nascondergli nulla. Era riuscita veramente a convincere se stessa di essere una persona diversa di prima di conoscerlo.
Se avessero realizzato il programma e qualcuno avesse scavato abbastanza a fondo, non sarebbe stato meglio che suo marito fosse preavvertito?
«Conosci quello show intitolato Under Suspicion?» chiese.
Dopo un attimo di perplessità, Gavin annuì. «Ah, sì, l’abbiamo guardato assieme. Una specie di reality su crimini veri. La puntata si chiamava Graduation Gala. Grande successo di pubblico. Riuscirono persino a risolvere il delitto.»
«Ecco», ribatté sua moglie, «adesso pensano di fare una nuova puntata sul caso di Susan. E Rosemary vuole assolutamente che partecipi anch’io.»
Gavin staccò qualche chicco da un grappolo d’uva nella fruttiera di cristallo sull’isola della cucina. «Devi accettare», esclamò lui. «Uno show come quello potrebbe riaprire completamente il caso.» S’interruppe per qualche istante. «Dev’essere dura per Rosemary non sapere cos’è successo a sua figlia», aggiunse poi. «Senti, cara, so che le luci della ribalta non ti fanno impazzire, ma se potesse servire a Rosemary per mettere una pietra su quella tragedia, direi che glielo devi. Mi hai sempre detto che Susan era la tua migliore amica.» Prese qualche altro acino. «Fammi un favore, la prossima volta, quando finisci una telefonata, riattacca, vuoi? Ho avuto paura che svenissi.»
Ciò detto, risalì nel suo ufficio. Aveva il lusso (e la maledizione) di poter gestire il suo fondo speculativo dovunque si trovasse, se solo avesse avuto a disposizione un telefono e una connessione Internet.
Dal canto suo, Nicole sapeva che, ora che aveva annunciato apertamente la possibilità di partecipare allo show, non poteva esimersi. Che figura avrebbe fatto se Rosemary avesse chiesto alla compagna di stanza di Susan di aiutarla a risolvere il mistero della sua morte e lei si fosse rifiutata? Come avrebbe dormito la notte?
Erano passati vent’anni, ma per lei era come se fosse trascorso solo un minuto. Se aveva lasciato la California meridionale, c’era un buon motivo. Sarebbe andata a vivere al Polo Nord, se necessario. Nella Baia, aveva trovato in Gavin un marito straordinario. Con il matrimonio aveva cambiato anche il cognome. Era diventata Nicole Melling. Aveva cominciato una vita nuova. Aveva trovato la pace. Aveva persino perdonato se stessa.
Quel programma avrebbe potuto rovinare tutto.