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APPENA Madison fu uscita, Keith estrasse il cellulare dalla tasca della giacca, cercò tra i contatti e schiacciò il tasto che corrispondeva a «AD». Erano pochissime le persone in possesso di quel numero particolare. Keith lo aveva ottenuto cinque anni prima e solo dopo quindici anni di diligente servizio. All’epoca la sua carriera procedeva a gonfie vele. Gli piaceva credere di aver avuto quel privilegio per i quindici anni di leale dedizione e non per la celebrità passeggera o per i benefici economici che ne erano derivati.

«Sì?» disse la voce all’altro capo della linea. Dopo tanti anni Keith era ancora dell’idea che quella fosse la voce più strana che avesse mai sentito. Acuta come quella di un bambino, ma perfettamente sicura e controllata.

«Ho nuove informazioni sullo show televisivo di cui ti ho parlato.»

«Ah sì?»

«Sembra che abbiano deciso di procedere. Da quel che mi sembra di capire, verranno coinvolti tutti i protagonisti principali, Frank Parker, la madre di Susan, Madison Meyer, Nicole.»

«Nicole. Sei sicuro?»

Visto che la sua fonte era Madison, come poteva Keith sentirsi sicuro? Per ottenere ciò che voleva quella donna era disposta a mentire, rubare, ingannare, forse addirittura uccidere. Non era per quello che all’epoca si era sentito così attratto da lei? Era una dark lady, una donna pericolosa, tutto quello che Susan non era. Ma per quanto avesse tentato di manipolarlo, andando persino a scovarlo al Teddy’s, non pensava che avesse mentito quando gli aveva elencato le persone che avevano accettato di comparire nel programma. «Sì, sono quasi certo.» Si preoccupò di aggiungere l’avverbio «quasi». Non si aveva accesso a quel numero telefonico manomettendo la verità anche se solo di poco.

«Hanno detto nient’altro su Nicole?» chiese la voce.

«Sembra che adesso di cognome faccia Melling. Altro non so.»

Ci fu una pausa prima che la voce continuasse. «Sarebbe meglio che partecipassi anche tu.»

Keith aveva temuto che Martin dicesse così. Se avesse incassato altri soldi, avrebbe potuto contribuire meglio alla sua chiesa, sia economicamente sia assicurandole una posizione di rilievo e visibilità. Ricordò a se stesso che la sua chiesa si adoperava soprattutto nella raccolta di fondi per aiutare gli indigenti, ma nonostante tutto avrebbe preferito non esporsi in quello show.

«La madre di Susan ha sempre pensato che a uccidere sua figlia sia stato io. Dio solo sa che cosa dirà di male su di me. E io ho parlato apertamente della mia fede. Potrei mettere in cattiva luce la mia chiesa.»

«Sei un attore. Fatti benvolere dai produttori. E non dimenticare di riferire qualunque nuova informazione su Nicole.»

«Ha mantenuto un profilo basso per vent’anni. Perché tanta curiosità?»

«Lascia che dei miei nemici personali mi preoccupi io.»

Dopo che ebbe chiuso la comunicazione, Keith Ratner si rallegrò di non essersi inimicato la persona con cui aveva appena parlato. Era una situazione che intendeva mantenere così a qualunque costo.