JERRY fece scattare la fibbia della sua cintura e mise in moto. «Godiamoci per l’ultima volta questa bella vista», disse, «perché credo che sia l’unico motivo per cui siamo venuti fin qui.»
«Dici bene», fece eco Grace sporgendosi a guardare dal sedile posteriore. «È stato un fiasco completo. Quando si dice fare un buco nell’acqua.»
Dunque Laurie non era la sola ad aver notato che Nicole non era stata esattamente collaborativa nel raccontare di Susan Dempsey.
Jerry azionò la freccia anche se non c’erano veicoli in arrivo e si staccò dal marciapiede. «Era come se non fosse nemmeno presente.»
«Concordo», disse Laurie. «Sembrava davvero assente.»
«No, intendevo dire che è come se non fosse mai stata all’UCLA», precisò Jerry. «Non ha mantenuto contatti con i compagni di allora. Non ha raccontato niente su Susan a parte dirci che era molto protettiva nei suoi confronti. Voleva solo parlare d’altro, di quanto le sembrasse strano che Frank Parker volesse vedere Susan a casa sua, di quanto fosse ambiziosa Madison, di come Susan avesse ripetutamente sorpreso il suo ragazzo a fare il cascamorto con delle altre. Come se cercasse di sviarci su altre persone in maniera da lasciar fuori lei.»
Laurie stava cercando di intuire per quale ragione Nicole dovesse aver scelto di essere così poco espansiva sui suoi trascorsi con Susan, quando le sue riflessioni furono interrotte dal cellulare. Era suo padre.
«Tutto bene, papà?»
«Tutto bene. Timmy si è ripreso perfettamente dal jet lag. Ha dormito fino alle sette e mezzo, ha mangiato una ricca colazione al ristorante dell’albergo, poi per pranzo siamo andati al Fisherman’s Wharf, dove si è fatto una montagna di fish and chips.»
«Papà, sai che non devi mangiare quella robaccia.» Solo l’anno prima era stato ricoverato d’urgenza al Mount Sinai Hospital per un’improvvisa fibrillazione. Dopo che gli erano stati introdotti due stent nel ventricolo destro, ora doveva rispettare un regime alimentare adatto alle sue condizioni cardiache.
«Non temere, dottoressa Laurie. Io ho preso halibut alla griglia con un’insalata. Ma a dover parlare con una mano sul cuore, anche quattro patatine fritte.»
«Credo che questo possiamo perdonartelo. Noi stiamo per tornare in albergo. Va bene se andiamo a cena al Mama Torini’s?» Laurie era stata a San Francisco con i genitori vent’anni prima quando stava decidendo se iscriversi a Stanford. I suoi migliori ricordi di quella gita erano quando Leo aveva chiuso a chiave sua madre in una cella di Alcatraz, e la cena al Mama Torini’s, con le tovaglie a quadretti rossi e bianchi e le mastodontiche porzioni di fettuccine che Alfredo aveva impiattato sotto i loro occhi. «Credo che a Timmy piacerà.»
«Le grandi menti pensano alla stessa maniera. È per questo che ti chiamavo. Ho prenotato alle sette. Ho pensato che fino a quell’ora Timmy potrà resistere, ma l’ho fatto per darti il tempo di rientrare.»
Sebbene Timmy e suo padre l’avessero seguita fin lì, Laurie aveva lo stesso difficoltà a trovare del tempo da trascorrere con loro. Assicurò suo padre che sarebbe arrivata entro un’ora e chiuse la comunicazione.
Grace si stava sporgendo di nuovo dal sedile posteriore mentre armeggiava con il suo telefonino. «Ricordate quel sito che si chiama Chi Esce Con Chi?» chiese.
«No», gemette Jerry, «ti prego, Grace, ne ho già sentite abbastanza…»
«Be’, ho dato un’occhiata a Keith Ratner», lo interruppe lei. «Il ragazzo di Susan ai tempi del liceo. E non avete idea di quante ne ho trovate.» Cominciò quindi a snocciolare una lunga lista di nomi di donne che nel corso di quegli anni avevano avuto una relazione con il protagonista di film di serie B.
«Credo d’aver riconosciuto solo un paio di tutti quei nomi», confessò Laurie. Erano di attrici di almeno una decina di anni più giovani di Keith.
«Oh, ma ormai non può più permettersi di rimorchiare nessuna di quelle famose», disse Grace. «Quello che volevo sottolineare è però quanto sia lunga questa lista. Rosemary e Nicole hanno dichiarato tutte e due che tradiva Susan. Si vede proprio che il lupo perde il pelo ma non il vizio.»
«Ma non essere fedeli non è la stessa cosa che uccidere», osservò Jerry.
«No», ammise Grace, «ma mettiamo che lei lo abbia colto sul fatto? Me lo immagino. Forse Keith l’ha accompagnata all’audizione o perché sperava di avere una parte anche lui o per essere sicuro che Frank non allungasse le mani sulla sua ragazza. Può darsi che Susan lo abbia accusato di tradirla e che abbiano litigato. Lei si arrabbia e scende dall’automobile. Io per esempio l’ho fatto. Lui la insegue. Vengono alle mani e la situazione precipita.»
Come teoria non era disprezzabile. Avrebbe spiegato perché Susan fosse finita al Laurel Canyon Park mentre la sua macchina era stata ritrovata al campus.
Jerry si fermò a un semaforo rosso. «Peccato che Keith abbia un alibi e che noi non abbiamo uno straccio di prova.»
«È come Cluedo, il gioco», disse Laurie ripensando alla partita con suo figlio. «Mettiamo in tavola tutte le teorie possibili e cerchiamo dove ci sono delle falle. Quando ne resta solo una, è possibile che troviamo qualche risposta utile.»
«Ed è lì che interviene Alex Buckley, il nostro affascinante conduttore», disse Grace. «A proposito, proviamo a vedere cosa dice il mio sito anche di lui. Oh-ho, non è Keith Ratner, ma non è neanche un santerello.» Grace cominciò a leggere i nomi di Chi Esce Con Chi. Laurie ne riconobbe più di uno: una modella, un’attrice, una cantante lirica, la conduttrice di un notiziario del mattino.
Il semaforo cambiò e Jerry svoltò a destra. Distratta com’era da Grace, Laurie non notò che un pick-up color bianco sporco, poco prima parcheggiato non distante dal loro furgone nella strada di Nicole, stava girando dietro di loro.