MARTIN Collins oziava su una chaise longue sulla terrazza della sua sconfinata casa di Sunset Strip. Guardava il sole che cominciava a tramontare sulla città sottostante in fondo alla lunghissima vasca della piscina. Aveva acquistato quella casa quattro anni prima per più soldi di quanti avesse mai immaginato di poter guadagnare. Un passo ben lungo dallo squallido appartamentino dov’era cresciuto nel Nebraska. Lui si sentiva nato per vivere in una casa così.
Tornò a occuparsi dei documenti contenuti nella cartelletta che aveva in grembo. Erano bozze delle ultime brochure degli Apostoli di Dio, con tanto di foto di fedeli sorridenti che distribuivano cibi in scatola ai bisognosi, picnic di famigliole e Martin che lanciava un frisbee a un labrador. Dalle ricerche di mercato risultava che i labrador in particolare più di ogni altra razza venivano associati a forza e fiducia. Martin era soddisfatto. Quelle erano il genere di immagini che i nuovi seguaci avrebbero potuto consegnare a parenti e amici per incrementare il numero degli adepti alla sua dottrina. Più adepti significava più contributi.
Il momentaneo ottimismo fu oscurato dal ricordo di dover chiamare Steve Roman per un aggiornamento su Nicole.
«Tempismo perfetto», fu il modo in cui gli rispose Steve quando chiamò il suo numero. «Sono appena venuto via dalla casa di Nicole. Sono stati da lei quelli della TV.»
«Hai modo di sapere che cosa gli ha raccontato?»
Sentì crescere un immediato senso di delusione quando Steve rispose negativamente. Per una settimana intera i rapporti di Steve erano stati insolitamente soddisfacenti. Forse era ora di mandare un sostituto.
«C’è qualcosa che non mi stai dicendo?» domandò.
«Assolutamente no», lo rassicurò Steve.
Martin sapeva del passato violento di Steve, le rapine, le risse, gli imprevedibili attacchi di furore a cui andava soggetto prima d’aver trovato la fede. Fino ad allora però Steve non gli aveva mai dato motivo di preoccupazione. Steve era veramente cambiato forse più di qualsiasi altro dei suoi fedeli. Ed era leale.
«Sono rimasto sul furgone mentre quelli della TV erano in casa», stava spiegando Steve. «È un posto grande. Deve esserle andata parecchio bene, quanto a sistemarsi economicamente, intendo.»
«Dunque non hai altro?»
«Per ora seguo quelli della TV. Hanno lasciato giù due dei loro e dell’attrezzatura davanti a un magazzino e adesso stanno girando per le strade di San Francisco. Ho pensato che se gli sto addosso, magari riesco a intercettare qualcosa. Che cosa dovrei ascoltare di preciso?»
«Sai del nostro problema di certe persone che non capiscono gli Apostoli di Dio, no? Gente che cerca di sparlare di noi e del nostro buon lavoro. Ebbene, Nicole è forse la peggior nemica della nostra chiesa. Avendo a disposizione un palcoscenico nazionale come quello dello show televisivo, potrebbe avere la tentazione di attaccare la nostra fede. Di inventarsi bugie sull’AD o sulla mia persona. Ho bisogno di sapere che cosa rivelerà eventualmente Nicole sul tempo trascorso all’UCLA.»
Restio com’era Martin a rivelare i suoi segreti, gli era impossibile affidarsi a Steve perché gli facesse da occhi e orecchie senza confidargli almeno qualcosa dei retroscena. Per questo Steve sapeva che Nicole era stata una delle prime ad aderire agli Apostoli di Dio ma che aveva lasciato la setta sbattendo la porta. Sapeva che Susan Dempsey, la compagna di università e di stanza di Nicole, era stata assassinata, e che la sua morte era al centro del programma televisivo che Martin temeva potesse gettare una luce sfavorevole sulla sua iniziativa.
Martin non aveva intenzione di rivelargli altro. Del resto l’errore con Nicole lo aveva commesso lui, consentendole di conoscere un lato della sua personalità di cui era inopportuno che conoscesse l’esistenza. All’inizio, quando Nicole aveva lasciato l’università e si era trasferita in un’altra città, era rimasto in attesa di sentir cadere la seconda scarpa, temendo di non aver fatto abbastanza per assicurarsi il suo silenzio. Ma poi i mesi erano diventati anni e gli anni erano diventati quasi due decenni.
E adesso quello stupido show. Aveva seguito il primo special e aveva visto fino a che punto erano meticolosi nel ricostruire fatti avvenuti anche in un passato lontano. Poteva sperare che Nicole affrontasse quella prova senza che emergessero i rapporti che aveva avuto con l’AD?
«Ma lo show tratta dell’amica di Nicole», disse Steve. «Cosa c’entra la morte di Susan Dempsey con l’AD?»
«Stai facendo più domande di quante dovresti, Steve.»
Il tono della voce di Martin era stato quello di sempre, secco e gelido.
«Scusami», s’affrettò a rispondere Steve. «Continuerò a tenere gli occhi aperti. Aspetta, si sono fermati ora davanti a un albergo. Stanno scendendo. Si capisce chi è che comanda dal modo in cui dà ordini a tutti, una donna che era seduta davanti. Parcheggio e le vado dietro a piedi. Vedo se riesco a scoprire qualcosa.»
«Bravo, Steve, fai così.»