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I BAGAGLI di Alex Buckley, una valigia e una borsa, erano ancora aperti sul letto. Non era la prima volta che si spostava in un’altra città anche lontana per occuparsi di un caso giudiziario ed era abituato ad apparire in televisione, ma non gli era mai successo di combinare l’una cosa con l’altra. Per l’occasione aveva scelto sei abiti completi e un assortimento di abbigliamenti più casual.

Quando Brett Young lo aveva chiamato per chiedergli di anticipare il suo viaggio a Los Angeles, aveva cercato di avvertire Laurie. Sapeva dell’abitudine non del tutto encomiabile che aveva Brett di fare sorprese a Laurie, così aveva preso tempo per tentare di contattarla, ma non aveva risposto alle sue telefonate. Così aveva chiamato Leo, che gli aveva assicurato che Laurie sarebbe stata ben contenta di vederlo arrivare in anticipo. Ora però che aveva finito di preparare i bagagli, si stava chiedendo se Leo non avesse ragioni personali per desiderare la sua presenza in California. Non è che avrebbe intralciato il ritmo impostato da Laurie per la sua nuova produzione? Sarebbe stata la prima volta che avrebbero lavorato insieme da quando avevano stretto amicizia al di fuori dello show.

Quando era stato invitato a condurre l’episodio inaugurale di Under Suspicion sul Graduation Gala, non aveva saputo resistere. Da studentello alla Fordham aveva seguito con attenzione gli sviluppi del caso ed era sempre stato convinto che l’assassino fosse uno degli ospiti al galà. La storia gli aveva dato torto. Ma la conseguenza duratura della sua partecipazione al programma non era stata tanto la scoperta della vera identità dell’assassino, bensì il suo interesse sentimentale per Laurie Moran.

«Ha bisogno di una macchina per domani, signor Alex?»

«Quante volte devo ripeterti di lasciar perdere quel ‘signor’, Ramon? Alex basta e avanza. Puoi chiamarmi anche Al, se preferisci.»

«Non è cosa da Ramon, signore.»

Alex rise scuotendo la testa. Certe volte pensava alla propria vita e stentava a crederci. Ramon aveva sessant’anni, originario delle Filippine. Divorziato, con una figlia adulta che viveva a Syracuse, era «l’assistente» di Alex. Alex preferiva questa qualifica a quella di «maggiordomo», il titolo con cui Ramon era stato precedentemente al servizio di una famiglia poi trasferitasi sulla West Coast. L’arredatrice che aveva ristrutturato l’appartamento di Alex, gli aveva consigliato di assumere Ramon quando aveva visto che Alex era così preso dal lavoro che spesso si comperava biancheria intima nuova perché la lavanderia ritardava a consegnargliela.

L’appartamento di Alex in Beekman Place, con vista sull’East River, era di sei stanze, oltre a un alloggio per la servitù, decisamente troppo grande per uno scapolo. C’erano però una sala da pranzo abbastanza spaziosa dove intrattenere gli amici, uno studio dove lavorare, e c’era spazio per Ramon e per Andrew, il fratello minore, avvocato societario, che spesso veniva a trovarlo da Washington. Dal suo punto di vista, la sua abitazione rispecchiava i suoi sentimenti di affetto e lealtà verso amici e parenti, ma non per questo non si rendeva conto di come potesse apparire agli occhi di chi non lo conosceva fino in fondo.

Lo preoccupava soprattutto l’impressione che probabilmente faceva a Laurie.

In dicembre aveva pensato che sarebbe stato tutto molto facile. L’uomo che Timmy chiamava Occhi Blu aveva cercato di uccidere lui e sua madre. D’istinto, Alex era corso a prendere madre e figlio tra le braccia e per un breve momento erano stati come una vera famiglia.

Ma Leo era intervenuto subito dopo e Laurie e Timmy si erano sciolti dal suo abbraccio. La famiglia vera erano Leo, Laurie e Timmy. Lui era solo un amico. Un collaboratore. Non era uno della famiglia. Ma soprattutto non era Greg.

All’inizio aveva pensato che semplicemente Laurie non fosse pronta per un’altra relazione sentimentale. Ne comprendeva le possibili ragioni. Aveva una carriera che le portava via tempo ed energie e un bambino da crescere da sola. Aveva perso il marito. Non aveva ancora superato il lutto per Greg. Forse non ci sarebbe mai riuscita.

Ora però, la sera prima del volo che lo avrebbe portato a Los Angeles a lavorare di nuovo con lei, si domandava se la sua riluttanza lo riguardasse personalmente. Oltre all’appartamento che a lei poteva sembrare un’esagerazione e a un assistente-maggiordomo che lo chiamava «signor Alex», gli avevano anche ritagliato addosso una figura pubblica da giornali di gossip.

Quante volte sulle pagine di attualità aveva visto la sua foto con una donna tra le braccia e con una didascalia che alludeva a una incipiente storia sentimentale? Per via delle sue apparizioni televisive come commentatore su questioni giudiziarie, era considerato una semicelebrità, e per questo motivo le notizie che lo riguardavano venivano regolarmente ingigantite. Suo fratello gli aveva persino segnalato un sito web che pretendeva di elencare tutte le donne con cui era stato visto in giro. La gran parte di quei nomi Alex non li aveva nemmeno mai sentiti.

Perché una persona intelligente e posata come Laurie avrebbe dovuto fidarsi di uno come lui? Laurie aveva una carriera e un figlio di cui occuparsi. Non c’era spazio nella sua vita per un libertino sciupafemmine. Come poteva Timmy affezionarsi a un altro uomo che, per come lo vedeva lei, apparteneva a un altro mondo?

Alex tornò a controllare i bagagli e tolse una cravatta a disegni astratti un po’ vistosa per sostituirla con una a strisce più tradizionale, sapendo che non bastava certo quello a cambiare qualcosa.