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GAVIN accompagnò la moglie a sedersi sul divano e le prese le mani nelle sue. «Sono qui con te», le mormorò. «Sempre. Qualunque cosa succeda. Se c’è qualcuno di cui hai paura, ti difendo io.»

Nicole si mise a parlare in fretta, con lo sguardo fisso su un punto invisibile in lontananza. «Avevo litigato con Susan per gli Apostoli di Dio. Da mesi ero membro della chiesa e Susan lo disapprovava. Diceva che erano dei truffatori, che usavano la religione per spillare quattrini alla gente. Diceva che mi stavano facendo il lavaggio del cervello. E che non era una cosa buona che avessi… avessi rapporti personali con Martin Collins. Io pensavo che fosse la persona più generosa e illuminante del mondo. Pensavo di esserne innamorata, ma ero così giovane e suggestionabile.»

Furono momentaneamente disturbati dal cellulare di Laurie che si mise a suonare. Lo estrasse dalla borsa e diede un’occhiata a chi telefonava. Dwight Cook. Non voleva che Nicole si fermasse, così rifiutò la chiamata. «Se era già affiliata a quella congregazione da mesi», chiese, «come mai avete litigato proprio quel giorno?»

«La discussione riguardava Keith, il ragazzo di Susan. Lo avevo portato a un party per nuovi iscritti. Susan era furibonda, e mi accusava di essermi messa in testa di convertirlo. È stato un litigio violento proprio come Alex lo ha descritto prima, anche peggio. Mi sono sentita aggredita. Le ho tirato addosso un libro. Non mi capacito ancora che quella sia stata l’ultima volta che ci siamo viste.» Abbassò la testa e se la prese tra le mani.

«Nicole, si rende conto anche lei che c’è gente che potrebbe non crederci. Se Susan l’aveva minacciata di farla cacciare dal dormitorio…»

«No, questo non l’avrebbe mai fatto. È stato uno scontro sgradevole, ma sinceramente credo che se la sia presa tanto più che altro per l’accumularsi di molte situazioni: l’audizione e il suo agente che correva in California perché sua madre aveva avuto un infarto e l’ansia con cui si era messa a frugare nei cassetti alla ricerca di una collana che per lei era un portafortuna. Sono arrivata io e mi ha subito assalita per aver portato Keith alla riunione dei membri dell’AD. Credo di essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sarebbe passato tutto. E io di sicuro non avrei mai fatto del male a Susan.»

Qualcosa nella versione che aveva dato Nicole del litigio lasciava perplessa Laurie. «Ha detto di essere andata all’O’Malley’s e di aver bevuto troppo. Se il litigio era stato più che altro uno sfogo di Susan, perché angosciarsi così tanto?»

«Quando Susan se n’è andata via infuriata, io sono andata al bar a sbollire. Quando ero con Martin, lui sapeva sempre come farmi star bene.» Si girò verso Gavin. «Mi spiace tanto di non averti mai detto niente, perdonami, ti prego», sussurrò prima di continuare il suo racconto. «Quando sono arrivata a casa sua», riprese, «c’erano le luci accese e c’era la sua macchina parcheggiata. Non ha risposto alla porta, così sono entrata pensando che mi avesse sentito bussare. Quando sono arrivata in camera sua…»

Le si ruppe la voce e cominciò a tremare. Gavin l’attirò contro di sé e le disse di stare tranquilla, che tutto si sarebbe risolto per il meglio. «Questi segreti ti stanno torturando, Nicole.»

«Quando sono entrata nella sua stanza era con una bambina. Mio Dio, non poteva avere più di dieci anni. Erano… erano a letto. Sono scappata, ma lui mi ha raggiunto appena fuori casa. Mi ha detto che se avessi fatto una sola parola di quello che avevo visto, mi avrebbe ucciso. E non solo me. Anche la bambina. Minacciò di uccidere tutte le persone a cui volevo bene, i miei genitori, i miei amici, e disse che avrebbe saputo trovarmi anche a distanza di quarant’anni e avrebbe ucciso i miei figli e i miei nipoti. E gli ho creduto, ho sentito che diceva sul serio. E io credo che mi avrebbe ucciso seduta stante se non fosse stato per quella bambina che aveva visto tutto.»

«E non ne ha mai fatta parola con nessuno?» domandò Laurie.

Nicole scosse la testa, poi riprese a singhiozzare nascosta dietro le mani. «Non avete idea di quanto mi sia pesato il senso di colpa che mi ha accompagnato per tutta la vita. Ogni volta che lo vedo in televisione mi viene la nausea e mi chiedo quante altre bambine sono finite nelle sue grinfie. Non so quante volte ho avuto voglia di raccontarti tutto, Gavin, ma mi vergognavo troppo. E avevo paura per tutti e due noi. E non ho idea di chi fosse quella bambina e non ho nessuna prova concreta. Martin è un uomo potente. Come minimo troverebbe altri fedeli della sua setta disposti a dire che sono pazza. E non ho mai dubitato per un solo istante che fosse capace di mettere in pratica le sue minacce. Per questo ho sempre avuto paura di avere figli, Gavin. Non volevo passare ogni istante della vita nel terrore che Martin cominciasse a perseguitarli.»

Laurie conosceva bene la paura che si prova sapendo che qualcuno vuole far del male a tuo figlio. «Pensa che Martin c’entri con la morte di Susan?» chiese.

«Sono sicura che sia capace di uccidere», dichiarò Nicole. «Ma non aveva motivo di farle del male e quella sera l’ho visto a casa sua con i miei occhi.»

«Ma se Martin ha scoperto che avrebbe partecipato al nostro show», osservò Laurie, «potrebbe aver temuto che avrebbe finito per dire qualcosa di troppo sul vostro passato.»

Nicole si asciugò una lacrima. «Sì, è da lui. Martin ha una mentalità gretta ed è assolutamente paranoico. È per questo che ho cercato di rendermi il più possibile invisibile per tutti questi anni. Io che vado in televisione e mi metto a parlare di quando ero all’università? Dev’essere impazzito per la tensione. Quell’uomo che mi ha mostrato dev’essere uno dei suoi tirapiedi, mandato a fermare la sua produzione.»

Laurie era confusa, faticava a inserire le nuove informazioni nel quadro generale. Fino a poco prima era sicura che se avessero identificato la persona che aveva aggredito Lydia e Jerry avrebbero trovato anche l’assassino di Susan. E c’era ancora qualcosa che non filava nella descrizione di Nicole del litigio che aveva avuto quel giorno con Susan.

Alex era rimasto in silenzio lasciando che Nicole rispondesse alle domande di Laurie. Ora decise di intervenire. «Parliamo di Keith Ratner», disse. «Sappiamo che è ancora legato agli Apostoli di Dio. Lui sapeva chi avrebbe partecipato al programma. È probabile che abbia avvertito Martin che Nicole aveva deciso di apparire nello show. Allora può darsi che Martin abbia chiesto a Steve Roman di tenerla d’occhio, motivo per il quale Roman può essere finito a casa di Rosemary. Voi due vi vedete, giusto?»

«Sì», rispose Nicole riprendendosi d’animo, «ma certo! Il giorno prima che Lydia fosse uccisa Rosemary è stata a casa mia. Quest’uomo potrebbe averla seguita da lì.»

«Keith Ratner rappresenta per noi la miglior pista per arrivare a Martin», commentò Laurie.

La mattina dopo erano attesi Dwight Cook e Richard Hathaway, ma le loro interviste sarebbero state di breve durata. Ignorando la chiamata persa di Dwight, Laurie compose sul cellulare un messaggio per Keith, leggendolo ad alta voce mentre schiacciava i tasti con i pollici. Grazie per tutto l’aiuto di oggi. Sono desolata, ma c’è stato un inghippo tecnico che ci ha fatto perdere parte delle riprese. Potrebbe essere così gentile da tornare domattina a raccontarci nuovamente della sua presenza in quella libreria all’ora del delitto? Le prometto che non sarà una cosa lunga. Laurie.

Lo inviò e si concesse un sospiro di sollievo quando ricevette una risposta immediata: Nessun problema. Mi dica solo a che ora.

Ottimo, grazie. Si ricordi di indossare la stessa camicia.

«Aggiungici un faccino che sorride», le suggerì Alex che leggeva sopra la sua spalla.

«Beccato», mormorò lei.

«Sarà bene chiedere a Leo di riferire alla polizia quello che abbiamo saputo», propose Alex. «Nicole, possiamo tenere per noi almeno per adesso quello che ci ha raccontato. Se la polizia è d’accordo, potranno assistere all’interrogatorio di Keith mandando qualcuno a far finta di appartenere all’équipe tecnica.»

«Forse Rosemary ha sempre visto giusto su Keith», commentò Laurie. «Può essere stato lui a mandare uno dei suoi amici apostoli a fermare la produzione dello show.»

«Gli esperti siete voi», disse Nicole. «Ma se ci sono di mezzo gli Apostoli di Dio, non mi preoccuperei di Keith Ratner. Quello veramente pericoloso è Martin Collins. Se questo Steve Roman lavora per Collins, è sicuramente disposto a qualsiasi cosa per lui. Credetemi, ne so qualcosa.»

Mentre tornava alla macchina, Laurie ripensava alla descrizione che aveva dato loro Nicole di Susan alla ricerca affannosa della sua collana, tesa per l’audizione e infuriata con l’amica per aver introdotto Keith alla sua setta di fanatici religiosi. Ma qualcosa continuava a tormentarla.

I suoi pensieri furono distratti da un nuovo messaggio vocale nella sua casella. Era Dwight. «Mi chiami al più presto possibile. Ho bisogno di parlarle.» Avrebbe dovuto aspettare fino all’indomani mattina. Al momento dovevano trovare qualcuno della polizia di Los Angeles disposto ad aiutarli a mettere Keith Ratner con le spalle al muro.