LAURIE osservò meravigliata la facilità con cui il detective Reilly mise sotto controllo la telefonata di Keith a Martin, collegando semplicemente il suo cellulare con un cavo infilato nella presa microfono del laptop. Dopo una lunga trattativa, Reilly accettò che Leo e Laurie ascoltassero, senza però registrare o riprendere nulla. Se fosse emerso qualcosa di concreto, Laurie avrebbe trovato un altro modo per riferirlo nel suo show. Al momento comunque le interessava soprattutto sentire che cosa avesse da dire Martin Collins.
Con l’aiuto di uno splitter, Leo, Laurie e Reilly si collegarono con i propri auricolari. Quando Laurie gli diede il segnale, Keith schiacciò il pulsante del suo telefonino. Quell’uomo era lungi dall’essere perfetto, ma per una volta stava facendo la cosa giusta.
«Ehi, Martin, sono Keith», disse quando ebbe la comunicazione. «Hai un secondo? Ho ricevuto una strana visita della polizia.»
«La polizia?»
«Sì. Mi hanno chiesto di un certo Steve Roman. Testa rasata, tipo forzuto, sulla quarantina. Dicono che è degli Apostoli di Dio, ma io ho risposto che non lo conosco. Il suo nome ti dice niente?»
«Sì», rispose Martin in tutta naturalezza.
Laurie si girò a guardare suo padre. Avevano appena messo il capo dell’AD in relazione con un uomo segnalato nelle vicinanze del luogo in cui era stata assassinata Lydia Levitt. Un uomo che spiava i loro movimenti solo pochi giorni prima dell’aggressione subita da Jerry. Sarebbe stato davvero tutto così facile?
Dall’auricolare sentì Martin riprendere la parola. «Ti avevo detto che volevo sapere che cosa aveva da raccontare Nicole a quelli della TV, no? Ho chiesto a Steve di dare una mano. Ci sa fare in queste cose.»
«Ci sa fare? La polizia pensa che mentre spiava uno dei partecipanti nella zona della Baia, abbia ucciso una donna. E tre giorni fa qualcuno si è introdotto nella casa dove fanno le riprese per il programma, ha rubato dei documenti e per poco non ha ammazzato uno della troupe televisiva.»
Per qualche momento Martin rimase in silenzio. «In passato Steve ha avuto problemi a controllare la sua aggressività», disse poi. «Ma è stato molto tempo fa. Non so niente di una donna nella zona della Baia, ma in effetti mi ha riferito di una situazione sfortunata alla casa di Bel Air.»
Laurie agitò un pugno in segno di vittoria. Avevano identificato l’aggressore di Jerry.
«Una situazione sfortunata?»
«Ha perso il controllo per un attimo. Ha sostenuto di aver trovato la porta aperta. È entrato. Poi è arrivato qualcuno e l’ha trovato in casa. Mi ha detto di essersi lasciato prendere dal panico, ma non quanto grave era quello che aveva fatto finché non l’ho letto sul giornale. Finora mi aveva sempre dato retta, ma forse è il caso che chiami la polizia prima che faccia del male a qualcun altro.»
Come aveva spiegato loro Keith, gli Apostoli di Dio incoraggiavano tutti i membri ad aprire cuore e coscienza nei confronti dei compagni, senza che però si stabilisse il tradizionale rapporto privilegiato tra ministro di Dio e penitente. Spettava invece all’AD decidere quando era necessario divulgare informazioni in nome della «misericordia del Signore». Ora sembrava che Martin si preparasse a usare quello che sapeva su Steve Roman per prendere le distanze dai suoi crimini, facendolo passare per un incontrollabile lupo solitario.
«C’è dell’altro, Martin, e non è per niente piacevole. La polizia mi ha anche chiesto se… mi riesce persino difficile metterlo in parole. Mi ha chiesto se ti ho mai visto in comportamenti inappropriati con dei bambini.»
Questa volta il silenzio si prolungò.
«Martin? Sei ancora lì?»
«Sì. Questa deve essere venuta da Nicole. Quella donna è matta. Si era già inventata una cosa del genere quand’era in università. Per questo volevo che fosse tenuta d’occhio durante lo show. Ovviamente non è vero, quindi non andarlo a raccontare in giro. Adesso è meglio che rintracci Steve. È evidente che è diventato un problema.»
Quando Martin chiuse la conversazione telefonica, in cucina si scatenò immediatamente una cacofonia di voci. Tutti si misero a parlare contemporaneamente ripetendo le ultime parole pronunciate dal sedicente reverendo. Il detective Reilly fece il cenno di time-out per zittire i presenti. «Ottimo lavoro, Keith. Abbiamo quello che ci serve per un mandato d’arresto per Steve Roman. Io mi occuperò direttamente di Martin Collins per farmi riferire da lui nei particolari cosa gli avrebbe confidato Roman dell’aggressione a Jerry.»
«Un momento», protestò Laurie. «Non arrestate Collins?»
«Non ho prove sufficienti contro di lui. Tener d’occhio una situazione non è contro la legge. Se lo fosse, non esisterebbero gli investigatori privati.»
«Ma Steve Roman non è un investigatore privato. È uno che va in giro a picchiare la gente. E probabilmente ha ucciso Lydia.»
«Ed è per questo che lo arresteremo. Ma finché non avremo dimostrato che Martin Collins abbia ordinato a Steve Roman di commettere questi crimini, è un uomo innocente.»
Laurie fece per insistere, ma fu interrotta da Leo. «Dal punto di vista legale ha ragione, Laurie. Ma siamo in una fase iniziale che può avere degli sviluppi, non è vero Reilly?»
«Senza dubbio.» Reilly aggrottò per un attimo le sopracciglia. «Quando avremo messo le mani su questo Steve Roman, è possibile che abbia da raccontarci una storia molto diversa. Capita in continuazione. Ci procureremo i tabulati telefonici, perquisiremo la sua abitazione, faremo tutta la trafila. Vado a procurarmi immediatamente il mandato d’arresto. E cominceremo a mettergli sotto controllo il telefono da subito. Abbiate fede e vedrete che arriveremo fino in fondo.»
Laurie si sforzò di non sentirsi delusa. In fondo avevano probabilmente risolto l’omicidio di Lydia e l’aggressione a Jerry. Non avevano però ancora nessuna idea su come questi fatti potessero essere collegati alla morte di Susan.
Reilly aveva appena finito di riporre la sua attrezzatura, quando arrivò di corsa Grace. «Accendete la televisione!» gridò precipitandosi a prendere il telecomando.
Laurie le posò una mano sul braccio. «Calma, Grace. Sto per accompagnare il detective Reilly che va via.»
«No, aspetta!» Grace armeggiò con i tasti e cominciò a passare in rassegna i canali cercando quello giusto. «Ecco!»
Sullo schermo si vide la veduta aerea presa da un elicottero di un tratto di acque azzurre. La voce fuori campo parlava di «un genio trentanovenne» e di «un’innovazione rivoluzionaria nell’uso di Internet». Solo quando lesse la scritta che scorreva in sovrimpressione Laurie capì che cosa stava guardando: Fondatore e amministratore delegato della REACH Dwight Cook perde la vita in incidente durante un’immersione.
No, non Dwight. Ti prego, dimmi che non è lui, pensò.