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«QUALE collana?» domandò Alex mentre uscivano dall’ascensore.

«Non lo so. Non ancora.»

«Dai, Laurie, ti conosco. So quando hai una teoria in mente. È quella tua capacità che Leo chiama il tuo istinto da sbirro. Stai parlando della collana di Susan? Quella che hanno trovato vicino a lei?»

«Dammi solo due minuti per riflettere bene, vuoi?» Trovava difficoltà ad allacciare i vari fili lungo i quali si erano messi a correre i suoi pensieri. Non voleva perdere lo slancio cercando di annodarli prematuramente. «Andresti a riprendere Grace e Timmy in caffetteria? Io recupero la macchina e vengo sul davanti.»

«Aye-aye, signor capitano. Ma poi ti faccio sputare l’osso», aggiunse con un sorriso. «Sai che con gli interrogatori ci so fare.»

Mentre scendeva nella rimessa, chiamò Nicole al cellulare trattenendo il fiato nella speranza che rispondesse.

Ebbe fortuna. «Laurie! Ha sentito la notizia? Hanno sparato a Martin Collins.»

«Lo so, ma ho bisogno di parlarle per un’altra cosa.» Andò subito al dunque. «Aveva detto che quando avete litigato per Keith e la chiesa Susan stava cercando la sua collana portafortuna. L’aveva poi trovata?»

Nicole rimase in silenzio per qualche secondo. «Dopo tutti questi anni proprio non me lo ricordo più», confessò poi. «Sono successe tante altre cose quel giorno.»

«Ci pensi bene, Nicole. È importante.»

«Mmm, girava come una matta per la stanza ad aprire tutti i cassetti e cercava tra le lenzuola e sotto i cuscini del divano… Sì, stava frugando nel divano del soggiorno quando io ho perso la testa e le ho tirato addosso un libro. Poi lei è uscita sbattendo la porta. Perciò direi proprio che non l’aveva trovata.»

«Grazie, Nicole. È stata di grande aiuto.»

Susan era uscita dal dormitorio senza la collana, eppure quando era stata uccisa l’aveva addosso. Dove può essere andata? Quella era la domanda che Alex aveva rivolto con insistenza a Keith, Nicole e Madison. E quella era la domanda sulla quale Dwight Cook si era soffermato ripetutamente riguardando il video prima di morire.

Laurie pensò all’abitudine che aveva di togliersi i gioielli quando lavorava seduta alla scrivania del suo ufficio. Pensava d’aver capito dove Susan potesse aver ritrovato la sua collana portafortuna.

Cercò un altro numero sul telefonino e chiamò.

Alex rispose al secondo squillo. «Ehi, ho appena trovato Grace e Timmy. Ci vediamo davanti all’ospedale.»

«Okay. Sto entrando nella rimessa e sto per perdere il segnale. Vuoi essere così gentile da telefonare a Madison? Se ricordi, aveva detto di aver mandato un messaggio a una persona invitandola ad andare a prenderla al dormitorio. Lui non aveva risposto e non si era fatto vedere, ma vorresti chiedere a Madison chi era?

«È per la tua teoria, giusto? Spiegami, Laurie.»

«Prima chiama Madison. È l’ultimo tassello del puzzle, te lo prometto. Ci vediamo tra un attimo.»

Mentre usava il telecomando per aprire le portiere della Land Cruiser, già sapeva in cuor suo che nome Madison avrebbe dato ad Alex.

Richard Hathaway.