Erik imprecò silenziosamente.
Aveva quasi perso il controllo davanti a tutti. Non si era sentito così spericolato da quando aveva imparato a trasformarsi; suo padre era un ex militare, ed Erik era cresciuto dando valore ai benefici dell'autodisciplina.
Dall'altra parte della recinzione, ansimò e si tenne la testa tra le mani.
“Wow,” disse Erik, “non pensavo che fosse vero.”
“Cosa?” chiese Ainsley, recuperando l'autocontrollo.
“Il richiamo dell'alfa.” Dal suo sguardo confuso capì che lei non aveva idea di cosa stesse parlando; non ricordava l'ultima volta che aveva visto Ainsley Connor confusa su qualcosa. “Hai pensato ad accoppiarti con me?”
“Uh...” le sue gote cominciarono di nuovo ad arrossarsi.
“È okay, anche io ci ho pensato.” Sorrise, ma non incontrò il suo sguardo, non voleva che lei si sentisse in imbarazzo.
“Sì, Erik, sono adulta e mi capita di avere questo tipo di pensieri su molti uomini.” Stava cercando di sembrare calma e composta, ma il suo cuore batteva forte tradendola. Ovviamente Ainsley non era abituata a trattare con i lupi; quando i sensi sono così acuti, non serviva a molto darsi delle arie, e come risultato la maggior parte dei lupi erano piuttosto diretti.
“Wow, molti, eh?”
“Beh, abbastanza.” Un accenno di sorriso le danzò sull'angolo della bocca. “È successo veramente? Per ciò che sono?”
“Sì, mi sono sempre chiesto se quella parte fosse fantasia, ma a questo punto non credo.”
Si arrampicò sulla recinzione e atterrò accanto a lei con un movimento fluido.
La sua vicinanza era quasi intossicante e poteva sentire il calore che emanava da lei in ondate. Doveva stare molto, molto attento a non pensare di accoppiarsi con lei. Di non pensare a lei che gli graffiava il petto con le unghie, mentre lui le leccava il punto in cui il collo le incontrava la clavicola...
Era chiaro che anche lei aveva lo stesso problema.
“Non cominciamo di nuovo.” scherzò, facendo uscire un lungo respiro.
“Allora, cosa è il richiamo dell'alfa?” chiese lei.
“Un lupo non può diventare alfa senza una compagna; non c'è posto per i lupi solitari come capobranco. Tutti hanno il potenziale di diventarlo, ma la maggior parte non lo vede mai nemmeno di sfuggita. Te sei l'erede legittima, quindi quando mi hai guardato negli occhi e hai pensato ad accoppiarti con me hai fatto uscire il mio alfa interno. È stato pazzesco. Hai veramente visto un alone intorno a me?”
Lo studiò per un attimo, come se stesse cercando di capire se stesse scherzando alle sue spalle. Non riusciva a sentire il suo battito o annusarne l'odore? Ainsley non era un bravo lupo, ma immaginava che non fosse colpa sua.
“Sì,” disse lei, “c'era della luce tutto intorno a te, i tuoi capelli si muovevano, e i tuoi occhi erano...”
“È buffo, c'era della luce anche intorno a te, sembravi un angelo.” rifletté. “Immagino che non parlino di questa parte.”
“E quindi se io, uhm, ti dovessi scegliere, tu diventeresti l'alfa?”
“Non è così semplice, deve essere reale, Ainsley. Dovresti amarmi, me o chiunque altro.” aggiunse, guardando dall'altra parte.
Erik si chiese come un qualsiasi lupo di una cittadina come Tarker’s Hollow avrebbe mai potuto convincere Ainsley Connor a innamorarsi. Si ricordava la sua ostinata determinazione, anche da bambina. Il branco poteva essere in un guaio più grande di quanto avesse immaginato.
Desiderò che il padre di Ainsley fosse ancora presente; Michael Connor avrebbe saputo come gestire questa situazione, lo sapeva sempre.
Restarono in silenzio per un momento.
“Credo di dover andare. Ho bisogno di caffè e devo vedere Charley per mettere in vendita la casa.” Fece un sospiro che sarebbe sfuggito a orecchie normali.
“Tuo padre ti deve mancare molto.” Le parole uscirono prima che potesse pensarci. Riusciva a capire che Ainsley non era tranquilla come diceva di essere, i suoi bellissimi occhi erano pieni di lacrime.
Che idiota.
“È solo... lo so che è dura,” cercò di riprendersi, “i miei genitori se ne sono andati da diversi anni, e...”
“Oh, Erik,” uno sguardo scioccato attraversò il viso di Ainsley, “non avevo idea, io...”
“In Florida.” la interruppe. Sarebbe riuscito a peggiorare ancora la conversazione? “I miei si sono trasferiti in Florida quando mio padre ha cominciato a ricevere la pensione da militare e io ho dovuto ripulire la loro casa.”
“Oh. Pensavo volessi dire...”
Si fissarono in un silenzio imbarazzante per un attimo, ed Erik non era sicuro di cosa dire, poi Ainsley rise. Era una risata piena e profonda, che lo fece pensare alle campane della chiesa, ed Erik pensò che avrebbe fatto qualsiasi cosa per sentire di nuovo quel suono.
“Posso accompagnarti?” chiese Erik, sollevato.
Ainsley scosse la testa. “No, grazie, sto bene.”
Sorrisero entrambi. Lui voleva abbracciarla, ma sembrava troppo intimo e probabilmente lei non avrebbe voluto il suo sudore e la sporcizia sul vestito.
“Ascolta,” disse Erik, “non voglio offenderti, ma sei da sola a casa?”
“Sì.”
“Ainsley, tutti in città sanno chi sei, potresti ricevere delle visite indesiderate.”
“Credi che ci sia qualcuno che vuole così tanto essere un alfa da legarmi alla sedia e dirmi di pensare all'accoppiamento?”
“Credo ci siano molti uomini che proverebbero a convincerti in modo più gentile.”
Era irritato all'idea di altri giovani lupi in città e di cosa avrebbero potuto fare per provare a entrare nelle grazie di Ainsley. Il pensiero gli faceva venir voglia di dare un pugno a qualcuno.
Perché?
Non poteva avere nessuna pretesa su di lei. Perché vederla dopo tutti questi anni lo faceva sentire così? Probabilmente era l'effetto di ciò che era successo, o quasi successo, tra loro due poco prima, ma Erik sospettava che potesse essere qualcosa di più.
Sentì che Ainsley si irrigidiva alle sue parole; qualsiasi cosa fosse, anche lei lo sentiva, e ovviamente per qualche motivo non le piaceva.
“Beh, sfortunatamente i miei parenti sono morti e io non sono sposata o cose simili, quindi starò da sola in casa finché non avrò finito di svuotarla. Non ti preoccupare, non ci vorrà molto.” disse seccamente, e se ne andò infuriata.