Erik guardò la piccola sagoma di Ainsley finché non la vide sparire. Quando se ne fu andata dalla sua vista, fece un lungo respiro.
Erik era sempre stato popolare tra le donne umane, che sembravano attratte dal suo potere nascosto. Le trovava intriganti e delicate, ma era come andare al cinema, se paragonato a stare con un lupo.
E naturalmente nella sua vita c'erano quanti lupi femmina volesse; come giovane maschio di alto rango avrebbe avuto di che scegliere, se avesse voluto una partner in città. Anche i branchi vicini avevano manifestato qualche interesse, alla ricerca di alleanze in quei giorni difficili.
Ma non c'era nessuna come Ainsley; aveva il fascino di una donna e allo stesso tempo era attraente come un lupo, una combinazione intrigante.
E avevano una storia; anche se non si sarebbe detto dal modo in cui era iniziata la loro conversazione, o da quello in cui era finito. Non era sicuro perché si fosse così infuriata con lui, ma gli dispiaceva, qualunque fosse stata la ragione.
Aveva ancora nel naso l'odore dolce delle sue lozioni profumate, insieme al quello muschiato, più seducente, di Ainsley stessa. Il cuore gli batteva forte ricordandosi come aveva attirato il suo alfa. Le sue labbra carnose si erano aperte e l'aria aveva vibrato per il suo desiderio. Se non ci fosse stata quella recinzione, forse l'avrebbe presa prima che uno dei due avesse cambiato idea.
Si immaginò come potesse essere il suo morbido piccolo corpo tra le sue braccia, l'avrebbe bloccata e le si sarebbe attaccato al collo, affondando nel suo odore eccitante. Gli si sarebbe sottomessa volontariamente come un'umana? Oppure avrebbe combattuto come un lupo?
Era un lupo, dopotutto, anche se fingeva di non esserlo. Erik non aveva mai visto una cosa così strana; perché mai qualcuno non dovrebbe volere essere un lupo?
Annusò l'aria, il suo stesso animale alla ricerca di un'ultima traccia.
Con un sospiro si frenò. Ainsley era un'amica d'infanzia, e una VIP del branco, e lui non era il tipo di persona da perdere la concentrazione, specialmente per una donna il cui compito fosse scegliere il prossimo alfa.
Si chiese pigramente come sarebbe stato essere l'alfa. L'azienda stava prendendo realmente il via e il lavoro gli occupava la maggior parte del tempo. Erik sapeva che avrebbe dovuto assumere un capocantiere, ma gli piaceva stare sul posto e assicurarsi che il lavoro venisse fatto secondo i suoi standard. Inoltre, il suo lupo era più felice, fuori all'aria aperta. Non avrebbe mai avuto abbastanza tempo da dedicare alle questioni del branco.
D'altra parte, essendo coinvolto nella costruzione dell'hotel e dell'autostrada era in una posizione unica per aiutare la città in un complicato momento di transizione. Erano fermi sulle proprie posizioni, ma lui sapeva che il cambiamento sarebbe stato positivo per loro, ed erano un gruppo intelligente, avrebbero capito, se gliel'avesse presentato nel modo giusto.
E fare tutto con la deliziosa ed eccitabile Ainsley Connor ad aspettarlo calda nel suo letto? Sarebbe stato pazzo se non avesse trovato invitante quella parte.
Era sicuro che avrebbe scelto un accademico come suo padre, ed era giusto così.
Ma non c'era ragione per cui non avrebbe potuto passare del tempo con lei; da bambini erano stati buoni amici, fino alle medie, quando aveva preso la scuola sul serio e si era unita a Grace Kwan-Cortez e al resto della banda dei compiti.
Ainsley ed Erik si erano allontanati pian piano; quando suo padre l'aveva decretata off-limits, il processo si era velocizzato. Da quel giorno Erik non le aveva detto più di qualche parola.
Fino ad allora.
Aveva detto che voleva del caffè; non c'era ragione per cui non avesse potuto prendere il pranzo e andare con lei. Si sarebbero fatti una tazza insieme, e avrebbero risolto la loro incomprensione. Sarebbe stato piacevole aggiornarsi l'un l'altro, e forse le avrebbe potuto parlare un po' dei cambiamenti in atto in città. Non importava chi avrebbe scelto come compagno, la sua opinione sull'Holiday Inn e sull'autostrada sarebbe stata influente.
Con un passo elastico, afferrò la sua ventiquattr'ore e disse a Carl che stava uscendo. Il suo capomastro gli fece un finto saluto militare ed Erik uscì a passo svelto; le donne di città forse bevevano velocemente il loro caffè.
In pochi secondi era di fronte al Complesso di Edibile. Si fermò un attimo per passarsi le dita tra i neri capelli ribelli; probabilmente aveva fatto peggio, ma non era lì per impressionarla.
Mentre metteva la mano sulla porta la vide.
Era seduta con un uomo che era l'opposto di Erik: magro, capelli biondi, vestito elegantemente e con un sorrisetto compiaciuto.
Ainsley era seduta sulla sedia e si chinava in avanti, guardando l'uomo come se fosse stato impacchettato in una bella scatola con un nastro in cima.
Il petto gli fece male come se fosse stato colpito da un pugno; si voltò via dalla porta prima che lei potesse vederlo e ricominciò a correre.