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Ainsley prese un altro sorso di caffè; non era cattivo come aveva temuto.

“Quindi come va con l'eredità?” chiese Julian.

“Sta andando bene, lentamente. Sono arrivata a un punto morto con i libri di mio padre.”

“In che senso?” Si chinò in avanti, interessato.

“Collezionava libri rari, ma li teneva con il resto della sua biblioteca. Alcuni so che sono preziosi, ma sto avendo delle difficoltà con il resto. Mi dispiacerebbe mandarli tutti a un commerciante e fidarmi di lui, ma alla fine dovrò fare così.”

“I libri rari sono un mio hobby, sarei felice di darti una mano.”

“Veramente?”

“Sarebbe un piacere. Quando posso passare?”

“Oggi?”

Julian rise al suo entusiasmo.

“Stasera devo fare un seminario al college, e avrei dovuto già prepararlo.” Le sorrise con fare cospiratorio.

“Oh, capisco.”

“Senti, perché non vieni al seminario stasera? È aperto al pubblico, ma sembra non ci sia mai molta gente.”

“Vediamo come va la giornata, ho così tanto da fare.” disse con leggerezza, sapendo che avrebbe dovuto dedicare il suo tempo a sistemare la casa, ma sperando di poterne passare un po' con quell'uomo che sembrava condividere i suoi stessi interessi.

La sua mano scattò attraverso il tavolo e le prese il polso.

“Verrai. Dammi il tuo telefono.”

Ainsley si sorprese a infilare la mano nella borsetta e a passargli il cellulare.

Sentì subito la solita paura che la sopraffaceva quando affidava a qualcun altro l'apparecchio, ma la mascherò il più possibile, studiando l'espressione tranquilla di lui invece di allungare il collo per vedere cosa stesse facendo.

“Il seminario è nella tua agenda, e il mio numero nella rubrica.” disse, ridandole il telefono.

“Allora immagino che ci vedremo stasera.” disse Ainsley, prendendo il caffelatte e la borsetta.

“È un appuntamento.”

Ainsley soffocò un ghigno e scappò dal caffè.

Fuori, il sole del pomeriggio splendeva nel cielo, e le ci volle un minuto per abituarsi alla forte luce e all'aria calda e densa.

Era veramente successo? Aveva veramente incontrato qualcuno di interessante a Tarker’s Hollow?

Mentre il sole le riscaldava i capelli e le spalle, si permise di immaginarselo senza la bella camicia bianca. Come faceva un professore di college ad avere i soldi per vestirsi in quel modo? Forse era ricco di famiglia.

Era passato molto tempo e forse non era successo mai che avesse pensato a un ragazzo giudicandolo in questo modo. Sembrava troppo bello per essere vero, ed era anche di New York. Forse si sarebbero potuti rivedere dopo che si fosse lasciata alle spalle tutto questo brutto affare di Tarker’s Hollow.

C'era qualcosa di spaventoso nell'assumersi un rischio con qualcuno a cui si sarebbe potuta affezionare.

Ma certamente non voleva avere a che fare con quei bavosi ragazzi lupo. Rabbrividì al pensiero di avere un appuntamento con un uomo talmente cane da trasformarsi ogni mese in una grossa cosa pelosa e sporca, la metà di loro probabilmente aveva le pulci.

Julian Magie di certo non era un lupo.

Era diverso anche dal normale tipo di uomo d'affari di New York: uno studioso di letteratura russa. Era intelligente e appassionato di un argomento che anche lei amava.

E in qualche modo, anche se lo trovava attraente, non era un'attrazione impossibile come quella che aveva provato prima per Erik Jensen; forse avrebbe potuto anche aiutare a tenere sotto controllo il lupo in lei.

In più, poteva darle una mano a sistemare i libri di suo padre; sentì un peso che le si sollevava dal petto al solo pensiero. Mettere a posto i libri significava andare via da Tarker’s Hollow prima della luna piena.

Ainsley considerò attentamente le possibilità e decise di arrendersi e lavorare di sera a casa, per poter esplorare la possibilità di una relazione vantaggiosa per entrambi con Julian Magie.