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In quel preciso istante, un enorme tipo biondo le si avvicinò con un sorriso stampato sulla faccia; sembrava un qualsiasi ragazzo di quelli dei film anni '80, ma grande due volte tanto.

“Hey Ainsley!” tuonò.

“Clive?”

“Ti ricordi di me.” Sembrava trionfante, anche se Ainsley si chiese come anche una nerd come lei potesse scordarsi della star della squadra di football.

“Come potevo dimenticarmi? Che fai da queste parti?” Non avrebbe etichettato Clive come il tipo da leggere molta letteratura russa.

Il sorriso di Clive si tinse di imbarazzo.

“Speravo di trovarti, avevo sentito che eri in città. Quando ho visto il volantino di questo seminario mi sono ricordato che ti piaceva questo tipo di cose e ho pensato di poterti incontrare qui.”

Ainsley sapeva che avrebbe dovuto sentirsi seccata, ma non poté fare a meno di sorridere a sua volta; la sua onestà era disarmante. Gli guardò l'enorme corpo: era cresciuto ancora rispetto a quando erano al liceo, ma in qualche modo era riuscito a trovare una polo abbastanza grande da contenere le sue spalle. Si trattenne dal togliergli una briciola di cracker dal petto.

“Perché volevi vedermi, Clive?”

Il suo viso divenne serio, la prese per un gomito e la portò dietro una colonna.

“Ainsley, abbiamo bisogno di te.” disse semplicemente.

“Questo non è il mio mondo, Clive.”

“Stanno costruendo un Holiday Inn e l'autostrada. Ci saranno sempre più persone qui.”

“Questa città può cambiare, Clive, ma andrà tutto bene. Il cambiamento non sempre è una cosa sbagliata.”

“Ci serve una vera guida se vogliamo restare al sicuro; MacGregor è un brav'uomo, ma non è un alfa. Le cose andranno malissimo, Ainsley.”

“Cosa suggerisci di fare?”

Clive sembrava nervoso, si pulì la grossa mano sui pantaloni khaki e fece un profondo respiro.

“Ainsley, sai che ho un modo di fare rilassato con la gente, se guidassi il branco potrei mettere tutto di nuovo a posto. Non sono intelligente come te, e forse non mi sceglieresti come compagno, ma proteggerei questa città. Non dovresti occupartene per niente e io farei qualsiasi cosa per renderti felice.”

Wow. Niente di meglio dell'approccio diretto.

Ainsley riusciva a capire come Clive potesse essere un buon leader; anche se era stato un po' un bullo alle scuole elementari, era di certo coraggioso e di solito onesto. E ovviamente era cresciuto e diventato una persona più riflessiva.

Sapeva che nemmeno lei era la compagna che lui avrebbe scelto, anche se il modo in cui le stava fissando il seno la fece pensare che non sarebbe stato un enorme sacrificio per lui.

“Non so cosa dire, Clive, è molto gentile da parte tua, ma non sono fatta per questa vita. Perché non chiedi al branco di votarti come alfa?”

Clive sospirò e sorrise cupo.

“Non funziona così, Ainsley.”

Ci fu un silenzio imbarazzato.

“Beh, è bello rivederti. Che fai ora?” chiese, cercando di spostare la conversazione in una direzione migliore.

“Sono lo sceriffo.”

“Hai seguito le orme di tuo padre, è bello da parte tua. Come sta lui?”

“Sta bene.” disse Clive in modo sbrigativo, chiaramente non dell'umore giusto per chiacchierare. “Ainsley, se dovessi cambiare idea, o anche se ne volessi solo parlare, chiamami.”

Tirò fuori un biglietto da visita dalla tasca e glielo mise in mano.

“So che non consideri questo posto casa tua, ma noi siamo la tua famiglia. Siamo brave persone. Ci meritiamo di poter mantenere le nostre tradizioni. Per favore, promettimi che almeno penserai alla mia offerta.”

Ainsley annuì. Messa da quel punto di vista, non poté fare a meno di sentirsi un po' egoista.

Clive tese la mano e le toccò la spalla; la sua mano enorme la fece sentire piccola piccola e la fece pensare a quanto avrebbero potuto essere grandi le altre parti. Voltò lo sguardo, terrorizzata di poter richiamare il suo alfa senza volerlo. Lui si tirò indietro e la guardò attentamente.

“Forse ci rivedremo in città.”

“Quanto tempo resterai qui?”

“Quanto basta per mettere sul mercato la casa dei miei genitori.”

“Manderò una pattuglia per essere sicuro che tu stia bene.”

Perché tutti pensavano che avesse bisogno di protezione?

“Starò bene, Clive, ma grazie.”

Le luci si spensero, il che significava che era arrivata l'ora del seminario. Clive fece un profondo respiro, e Ainsley sorrise.

“Non devi restare per forza, Clive, ci possiamo vedere dopo.” Si alzò sulle punte dei piedi e gli diede un veloce bacio sulla guancia.

“Okay, Ainsley. Ci sentiamo presto.”

Fece un sorriso sollevato, le strizzò l'occhio e se ne andò a grandi passi.

Lei sospirò, si lisciò il vestito sui fianchi e si sistemò i capelli dietro alle orecchie. Sapeva che il vestito non era spiegazzato, e che i capelli le stavano meglio se li lasciava liberi, ma le vecchie abitudini nervose erano ancora un'altra cosa che Tarker’s Hollow sembrava riportare a galla in lei.

Ainsley si unì agli altri avventori che si avvicinavano alla porta, con le scarpe ortopediche che grattavano sul pavimento, come zombie sul pavimento lucido.