Erik mise giù il machete e bevve un lungo sorso d'acqua da una grossa caraffa. Fuori era troppo caldo per abbattere il bambù, ma doveva evitare di pensare ad Ainsley Connor.
Sua mamma avrebbe saputo come disfarsi della foresta di bambù che gli stava invadendo casa: la signora Connor aveva sempre i suggerimenti migliori per qualsiasi cosa avesse a che fare con le piante e gli alberi. Pensò che sarebbe potuto andare da MacGregor, ma il nuovo proprietario del negozio di ferramenta aveva problemi più grandi da risolvere.
Erik scosse la testa frustrato. MacGregor era un ottimo beta, leale e intelligente, e pronto a passare gli ordini che arrivavano dall'alto, ma come sostituto alfa era terribile. Non sarebbe riuscito a prendere una decisione se ne fosse andato della sua vita. Erik non era sicuro di quanto ancora avrebbero potuto tenere fuori la federazione.
Prese di nuovo il machete e andò a lavorare. Il bambù cadeva a terra ad ogni colpo. Se avesse continuato a fare così ogni giorno per tutto l'autunno, forse avrebbe potuto vedere il ruscello da casa sua.
Il pensiero del ruscello lo portò di nuovo ad Ainsley. Aveva cercato di convincersi di non aver comprato la casa solo perché il loro nascondiglio di quando erano bambini faceva parte del terreno, ma ad essere onesto con se stesso, certo che l'aveva acquistata per il fortino sull'albero, la caverna e il ruscello.
Per un capriccio aveva deciso di cercare di tagliare un sentiero nel bambù fino al torrente. Stava andando avanti lentamente. Sapeva che non era un piano sensato e che stava solo sprecando energie, ma una volta che l'idea gli era entrata in testa ne era stato completamente rapito. Sarebbe stato bello avere un sentiero fino al ruscello.
Quando ebbe tagliato uno stretto tratto, profondo circa mezzo metro, si rese conto che sarebbe stato più facile andare in qua e in là attraverso le parti più sottili del boschetto. Il sentiero sarebbe andato a zig zag, ma avrebbe fatto più velocemente. Aumentò il ritmo, abbattendo i germogli più giovani.
Due ore dopo si ritrovò sulla riva del ruscello. Mise giù il machete e aprì e chiuse i pugni un paio di volte. Sapeva di avere esagerato, ma era stato posseduto dal bisogno di vedere l'acqua appena ne aveva sentito il profumo.
Nastri di sole filtravano attraverso gli alberi e si riflettevano sul ruscello. Il seducente profumo dell'acqua fresca gli riempì il naso. Dall'altra parte, il grosso sicomoro con il loro vecchio fortino protendeva i rami verso di lui.
Il fortino veramente era più in alto di quanto fosse una volta, il vecchio albero era cresciuto in vent'anni. Era incredibile che fosse ancora intatto, avevano fatto un ottimo lavoro con il tetto. Probabilmente anche il loro nascondiglio nella caverna era come l'avevano lasciato, forse con qualche animaletto in più.
Fino a quel giorno era stato sufficiente sapere che era il suo, che nessuno ci avrebbe costruito case o avrebbe abbattuto gli alberi. Con l'autostrada in arrivo, le aree boschive come quella sarebbero diventate più rare.
Ma pensare ad Ainsley lo faceva tornare sempre con la mente a quel posto.
Lei una volta era un ragazzaccio, non una viziata ragazza di città, ed era la prima a prendere le difese di un altro bambino o di chiunque altro ne avesse bisogno.
Cosa era successo alla sua Ainsley per averla cambiata così tanto?
Aveva svuotato l'ultima goccia della caraffa, quindi si piegò e prese dell'acqua pulita dal ruscello con due mani. Aveva un sapore delizioso dopo quello di plastica da negozio del bricco. Si tolse le scarpe con un calcio e mise i piedi nell'acqua.
Il freddo sulla pelle lo trasportò nel passato, fino a un tempo più semplice.
Lui e Ainsley giocavano giorno e notte nel bosco insieme a molti altri bambini. Sin dall'inizio era stato affascinato da lei.
E poi era venuto il giorno che aveva cementato la loro amicizia.