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Ainsley portò la sedia che era in camera sua in corridoio e ci salì sopra per riuscire a raggiungere il rilevatore di fumo.

Cercò di agitare la mano davanti ad esso, ma c'era così tanto fumo che continuava a suonare. Alla fine, decise di togliere le batterie.

Quando ebbe finito, restò sopra la sedia per un altro minuto. Le cose non stavano andando bene. A Clive sembrava piacere il suo aspetto. Sperò che fosse abbastanza.

Ainsley riportò la sedia in camera, poi si fermò davanti allo specchio del comò e si guardò negli occhi.

Ainsley Connor, puoi farlo.

“Il pranzo è pronto!” gridò Clive.

Beh, era ora o mai più. Ainsley fece un profondo respiro e scese le scale.

Clive fece scivolare le bistecche dalla pentola sfrigolante ai piatti sul bancone. Ainsley gli sorrise e lui rispose con un caldo sorriso a sua volta.

Stava certamente provandoci. E, in pratica, stava facendo scoppiare con i suoi muscoli quella povera polo. Era di sicuro un extra.

Ainsley afferrò l'insalatiera e servì il contorno.

Clive portò i piatti e Ainsley il vino, e uscirono nel portico sul retro. Un muro di aria umida la assalì appena uscita dalla porta; sarebbe stata tutta sudata alla fine del pasto.

Ottimo. Perché non aveva pensato di tenere il tavolo?

Ainsley si diresse al suo solito posto che dominava il giardino, ma Clive si schiarì la gola. Lo guardò dal basso in alto con aria interrogativa.

“Mi dispiace, Ainsley, non mi piace sedere dando le spalle a un'area aperta. È una cosa da poliziotti.” aggiunse, non senza un tocco di orgoglio.

“Oh, hm, okay.”

Ainsley diede un'occhiata al cortile. Non sembrava particolarmente minaccioso. Le lucciole cominciavano a volare pigramente tra le campanule che si avvolgevano intorno alla staccionata bianca.

Quando si voltò di nuovo, lui era già seduto e stava masticando in maniera entusiastica un grosso boccone di bistecca.

Beh, se lui non stava facendo cerimonie, non le avrebbe fatte nemmeno lei.

Ainsley bevve un lungo sorso di vino e scivolò sulla sua panca. Tagliò un piccolo pezzo di carne e quasi ebbe un conato di vomito: era bruciato all'esterno, e rosso e sanguinolento all'interno.

Clive la guardava con aria interrogativa mentre lavorava su un grosso boccone. Lei gli sorrise debolmente.

“Non ho mai mangiato una bistecca come questa. Dove hai imparato a cucinare, Clive?”

“Bruciata all'esterno, cruda all'interno. Si chiama bistecca alla Pittburg. È l'unico modo per mangiarle, lo sanno tutti.” dichiarò, e diede un altro enorme morso. Caso chiuso.

Ainsley si rese conto che lui non si aspettava di conversare durante la cena. In un certo modo, rendeva le cose più semplici. Si concentrò per trovare un bordo della bistecca ben cotto che potesse mangiucchiare. Non era una cosa veloce. Alla fine, si arrese e cominciò a mangiare l'insalata.

In ogni caso, non aveva molta fame. In parte era la bistecca al sangue, ma c'era anche il problema di cosa fare quando fosse finito il pasto. Giocherellò con gli ultimi bocconi dell'insalata.

Chiaramente non potevano andare direttamente a letto. Ma in casa non c'era letteralmente nient'altro da fare.

Come aveva potuto non pensarci?

Diede la colpa a Cressida per averla distratta. Il pensiero di quella specifica distrazione fece contorcere Ainsley nella sedia.

Clive schioccò con la bocca e lei alzò lo sguardo e vide che la sua bistecca era finita. L'aveva mangiata con la cartilagine e tutto. Ainsley si chiese per un attimo se avrebbe masticato anche l'osso.

Sembrava che stesse prendendo in considerazione la possibilità.

Clive alzò lo sguardo e fissò il suo piatto con aria affamata.

“La finisci?”

Ainsley si chiese vagamente se quello che aveva fatto con la bistecca potesse essere considerato iniziare.

“No, è tutta...”

Afferrò il suo piatto.

“...tua.” finì debolmente.

“Grazie,” disse lui, “queste bistecche non sono male. In genere non mangio questa roba biologica, con alimentazione vegetale e cose del genere, ma potrebbero avere qualcosa di buono.”

Le fece un sorriso caldo e grato, poi fece sparire la bistecca a tempo di record.

Cavolo.

Il cibo era finito. Ainsley sorseggiò il vino e pregò che le venisse un'idea su cosa fare poi.

Clive si pulì la bocca educatamente, poi le prese la mano dal di là del tavolo.

“Ainsley, grazie per avermi portato a casa tua per questa cena deliziosa.”

“Oh, prego, Clive. Vuoi fare una passeggiata? Mi piacerebbe saperne di più di te; cosa hai fatto da quando siamo usciti dal liceo? È una serata così bella.”

Se si potevano considerare belle migliaia di zanzare e l'aria così calda e pesante che era difficile respirare.

Clive la guardò negli occhi con compassione, poi fece un sorriso lento e sexy.

“Ainsley. Non devi fare giochetti. Sono onorato di essere qui. Abbiamo il resto delle nostre vite per conoscerci. Veniamo al punto.”

Ainsley cercò qualcosa da dire. Per una qualche ragione, non si sentiva proprio pronta.

“Aspetta, c'è un letto nella tua camera, vero?” chiese lui preoccupato.

“Sì, c'è un letto.” lo rassicurò lei.

Fece un grosso sorriso e cominciò a guardare quella che senza dubbio credeva essere la sua nuova compagna. Glissò sul viso e gli occhi, ma si fermò sul suo seno. Lei diventò consapevole del proprio respiro. Ogni volta che inspirava, i seni le spingevano sulla stoffa del vestito.

La mascella di Clive si tese, e lei poté sentire il suo cuore cominciare a tuonare, e l'odore della sua eccitazione.

Beh, non aveva nient'altro da dargli da mangiare.

E lui era veramente sexy.

Se avesse potuto concentrarsi su tutti quei muscoli gonfi, probabilmente non avrebbe avuto problemi.

Avrebbe potuto semplicemente divertirsi un po'.