Prima che Erik potesse pensare, Ainsley l'aveva preso per mano e lo stava tirando verso monte su per il ruscello.
La piccola mano di lei era fredda e scivolosa nella sua, ma il pulsare del sangue lo chiamava e lui la seguì. Il vestito le era stato mezzo strappato via. Era difficile concentrarsi sui lupi dietro di loro quando poteva vedere così tanta della sua pelle pallida.
Cosa aveva fatto Clive?
Gli faceva ribollire il sangue, ma non osava trasformarsi dopo aver visto la paura negli occhi di Ainsley qualche minuto prima.
Improvvisamente, lei lo stava tirando dentro la loro grotta. Lasciò andare la sua mano incredulo, e lei gliela prese di nuovo trascinandolo nel buio con una forza che non sapeva avesse.
“Ainsley, è una pazzia! Non c'è via d'uscita, saremo in trappola.”
Cercò di spingere oltre, ma lei lo afferrò e lo tenne vicino.
Il semplice gesto gli fece sciogliere il cuore e la avvolse tra le braccia.
Gli piaceva come le sue braccia sembrassero grosse e potenti quando avvolgevano la forma piccola e morbida di lei. Il suo profumo squisito gli riempiva il naso. Era misto ad un cocktail intossicante di pino e pioggia e sangue.
Erik sentì il proprio corpo rispondere a quello di lei. Era del tutto inappropriato, dopo quello che aveva appena passato. Disperatamente cercò di trattenere il pensiero, ma quando lei sospirò e si rannicchiò più vicina poté sentire i suoi capezzoli duri come pietre premergli sul petto attraverso ciò che era rimasto del vestito.
Ha solo freddo, si disse. Ha freddo e ha paura, e io sono qui per farla sentire al sicuro.
“Hey!” gridò allegramente Ainsley, sciogliendosi dal suo abbraccio.
Erik la lasciò andare con le stesse quantità di sollievo e disappunto. Ainsley era nell'angolo della grotta e aveva tra le mani una vecchia busta dell'immondizia.
“Sono i nostri rifornimenti?” chiese eccitata.
Erik sorrise e annusò un'ultima folata dell'aria umida che c'era fuori della grotta. I lupi erano ancora molto dietro di loro, poteva assecondarla per qualche minuto.
“Sembrano proprio.”
“Dovremmo aprirli!”
“Va bene, ma tu stai congelando, vieni qui in modo che ti possa riscaldare.”
“Cosa ci abbiamo messo? Ti ricordi?”
“Non proprio, ma mi piacciono le sorprese!” la provocò.
Lui si avvicinò e si mise seduto. Lei restò sopra di lui incerta, poi si abbassò attentamente sul suo grembo. A lui piacque molto il modo riservato con cui cercava di lisciarsi la gonna strappata sopra le gambe.
Gli si appoggiò sul petto.
“Sei così caldo.” sospirò.
La sensazione di averla sopra di sé era incredibile. Esultò del fatto di averla così vicina, e cercò di non fare caso che gli stesse strusciando le cosce calde sul grembo per mettersi comoda.
Prima che potesse gustare completamente il momento, lei si piegò in avanti per aprire la busta. Lui le mise le mani sui fianchi per tenerla ferma, e il suo lupo gemette per la suggestione della posizione.
Scosse la testa per ripulirsi la mente.
Tutto nella grotta era coperto di polvere e ragnatele, proprio come il giorno in cui l'avevano trovata. Non poteva credere che la decorosa Ainsley adulta stesse frugando tra le foglie e la sporcizia proprio come faceva quando aveva dieci anni.
Trionfante, Ainsley tirò fuori una torcia. Cercò di accenderla, ma naturalmente le batterie si erano consumate da tempo.
“Che altro c'è lì dentro?” chiese Erik.
“Ooooh!” Ainsley tirò su un barattolo di zuppa di pollo.
“Mmhh, la mia preferita.”
“Oh, fantastico! Come sapevamo che ci sarebbe servita questa?”
Ainsley tirò fuori una coperta di acrilico ripiegata. Era del tipo che probabilmente costava cinque dollari al supermercato quando erano bambini. Era ancora nella confezione di plastica.
Per un attimo la guardarono entrambi meravigliati.
Ainsley cercò di aprirla, ma le mani le tremavano.
“Fai fare a me.”
Lui strappò la plastica e la aprì. Per un qualche miracolo la stoffa era intatta, probabilmente perché non conteneva nemmeno una fibra naturale. Distese la coperta e la avvolse intorno a loro.
Ainsley tremava di contentezza. Erik poteva sentire la sua pelle cominciare a riscaldarsi, mentre la coperta tratteneva il suo calore contro di lei. Non riuscì a resistere a toglierle le profumate ciocche bagnate dagli occhi.
Lei sorrise timidamente, con le sopracciglia che le sfiorarono le guance. Sembrava forse come se stesse cercando di non guardarlo negli occhi.
Trattenne il fiato quando si rese conto del perché. Doveva aver paura di richiamare il suo alfa, il che significava che anche lei stava provando la stessa attrazione.
Il suo cuore tuonò e lui cercò di restare calmo. Il suo compito era proteggerla. Ma sentì arrivare un'erezione, e cercò di mandarla via con la forza di volontà.
“Che altro c'è lì dentro, Connor?” chiese, scivolando nel loro vecchio gergo per distrarla, e distrarre se stesso.
Lei ridacchiò e continuò a scavare.
“Oh, wow.” tirò fuori un libro a fumetti. Praticamente si stava disintegrando.
“Li leggi ancora?” chiese Erik.
“Dio, no,” rispose lei con il suo nuovo sorriso stretto, “quasi non ho tempo di leggere il Journal.”
“Com'è lassù?”
Lei fece una pausa, e lui poté sentirla pensare.
“È diverso.” disse semplicemente.
Restarono seduti in silenzio per un po'. Erik le appoggiò il mento nella piega del collo. La pelle di lei era liscia come seta. Sembrava come se stesse cercando di plasmare se stessa sulla forma di lui.
“Ti ricordi quando abbiamo trovato questo posto?” chiese lei alla fine.
Lui sorrise contro i suoi capelli e annuì.
“Raccontamelo.” chiese lei.
“Era caldo, erano le vacanze estive?”
“Sì.” confermò lei.
“Era estate ed era caldo. Volevamo giocare nel ruscello ma tu avevi promesso a tuo padre che non l'avresti fatto perché era ancora gonfio dopo quel temporale.”
Lei annuì.
“Quindi, camminavamo lungo la sponda, sperando che ci fosse un po' di vento attraverso il ruscello, ma c'erano solo zanzare.”
“Sì.”
“E poi l'hai vista! Sei corsa davanti a me e hai cominciato a tirare via i rami dalla strada senza nemmeno pensare a cosa potesse esserci, lì dentro.”
“E tu mi hai detto di fermarmi perché ci potevano essere dei serpenti!”
“Ma tu hai detto che ero un pollo, e allora sono corso avanti per dimostrarti che non era vero.”
“Ti ricordi tutta l'immondizia che c'era?” chiese lei.
“Ce n'è un bel po' anche ora.”
Si guardarono intorno. C'erano pile di foglie e rametti e tonnellate di ragnatele. Ma ora che lui poteva trasformarsi, non importava. Appoggiò la testa all'apertura della grotta. Avevano ancora qualche minuto, forse.
“Ainsley, quando hai detto che non ti sei mai trasformata, cosa volevi dire?”
Lei si immobilizzò tra le sue braccia.
“Voglio dire che non mi sono mai trasformata prima...” fece una pausa per un momento, considerando qualcosa. “Pensavo di averlo fatto una volta, ma ora non sono così sicura.”
Era impossibile. Tutti sapevano che i lupi dovevano trasformarsi con la luna piena.
Sentì il suo cuore che batteva regolarmente. Stava dicendo la verità.
“Cosa fai quando c'è la luna piena?” le chiese, incredulo.
Lei si voltò e lo guardò negli occhi.
“Vuoi veramente saperlo?”
Lui annuì.
Si voltò di nuovo e si rannicchiò ancora contro di lui.
“Ho detto al mio agente che ho dei terribili problemi di donne,” disse lei, con la voce venata di disgusto, ”ogni mese lascio la città e vado in un motel nel New Jersey per tre giorni. È un posto squallido, terribile, ma lì se fai rumore nessuno si preoccupa.”
Fece una pausa e, a disagio, si sistemò i capelli dietro alle orecchie.
“Non credo che tu voglia i dettagli, ma probabilmente puoi immaginare che è doloroso.”
Era sicuro fosse molto doloroso. Lei doveva essere forte oltre la sua comprensione. Ma perché sopportarlo? Perché non si trasformava e basta?
“Perché lo fai? È così brutto essere te stessa?”
Poté capire di averla ferita, ma non era sicuro come l'avesse fatto. La strinse ancora più forte tra le braccia e le sfiorò l'orecchio con le labbra.
“Mi dispiace, non sono affari miei.” sussurrò.
Lei sembrò fondersi di nuovo con lui.
“No, Erik, tu sei mio amico. Puoi chiedermi quello che vuoi...”
“Zitta!” la interruppe lui.
La sua pelle stava formicolando e seppe che stavano finendo il tempo.
“Ainsley, dobbiamo andare! Sono vicini!”
Improvvisamente, sentì una corrente di energia trapassarla. I peli del braccio gli si rizzarono tutti.
Sollevò Ainsley dal suo grembo e si mosse verso la bocca della caverna. Sarebbero stati lì da un momento all'altro. Come si era lasciato distrarre così?
Afferrò la mano di Ainsley e tirò, ma lei non si mosse. Quando si voltò verso di lei, lei lo avvolse in un violento abbraccio.
“Non gli permetterò di farti del male.” sussurrò lei.
“Ainsley, non puoi proteggerci. Dobbiamo correre.”
“Non. Gli. Permetterò. Di. Farti. Del. Male.” C'era un'ironia nella sua voce, diversa da qualsiasi cosa avesse sentito prima.
Qualcosa si mosse nella grotta. Sembravano sussurri. Guardò verso l'alto e vide che le piante rampicanti intorno all'entrata stavano crescendo e si stavano intrecciando le une con le altre. In un minuto tutta la luce della luna che filtrava nella grotta era scomparsa.
“Ainsley, sei stata...”
“Sì.” sussurrò lei. Riusciva appena a vederla ora, anche con la sua vista potenziata.
“Come?”
“Non lo so. Non l'ho fatto mai prima.”
La sentì tremare e seppe che stava per piangere. Non sapeva cosa dire.
“Qui tutto è impazzito. Era già abbastanza brutto essere un lupo,” singhiozzò lei, “ora lancio roba blu dalle mani e... e ho visto un fantasma, e ho appena fatto crescere le piante rampicanti. Voglio... voglio solo essere normale.”
Gli affondò il viso nel petto.
Senza pensare, la sollevò da terra.
Immediatamente, lei gli avvolse le braccia intorno al collo e le gambe intorno alla vita, e cominciò a piangere come una bambina. Dopo qualche minuto, i suoi singhiozzi si placarono. Lei restò aggrappata a lui con forza.
Lui cominciò a parlarle dolcemente e ad accarezzarle i capelli.
“Mi ricordo una bambina che non aveva paura di essere straordinaria. Le piacevano i libri a fumetti che parlavano di supereroi con poteri stupefacenti. Lei stessa era un'eroina.”
Ainsley restava ferma. Stava ascoltando. Continuò.
“Credo che quella bambina penserebbe che sia veramente fico che tu abbia fatto crescere le piante rampicanti in quel modo solo per salvarci, e che puoi fare tutte quelle altre cose. Penso che le sarebbe piaciuto molto poter essere un lupo ogni volta che lo desiderasse e volare in mezzo ai boschi e ululare alla luna.”
Poté sentire le sue fossette mentre sorrideva.
Poi sentì le sue dita scivolargli in mezzo ai capelli. Lei tirò su il viso verso il suo e gli passò le labbra contro le sue, così dolcemente che ebbe paura di averlo solo immaginato.
Quel bacio gentile risvegliò in lui una furiosa passione. In un istante il suo membro diventò rigido e pulsante. Combatté con il suo lupo per mantenere il controllo, prendendole il viso tra le mani e divorandole la bocca, quando quello che avrebbe voluto fare era strapparle di dosso ciò che restava del vestito e reclamare ogni centimetro di lei.
Ainsley ansimò, poi si inarcò contro di lui, rispondendo al suo bacio e affondandogli le unghie nelle spalle. La sua lingua sapeva di miele e il modo in cui gemeva dolcemente nella sua bocca lo faceva desiderare di bloccarla sul pavimento della grotta e...
Erik si tirò indietro velocemente e le mise un dito sulle labbra.
Fuori della caverna poteva sentire Clive e gli altri. Erano in tre. Arrivarono molto vicino all'imboccatura della grotta.
Il cuore di Ainsley le svolazzava vicino al petto come un uccellino. Mise di nuovo i piedi a terra, ma lui la tirò protettivo nel cerchio delle sue braccia.
I lupi se ne andarono.
Proprio quando Erik cominciò di nuovo a respirare, tornarono indietro. Passarono di nuovo accanto alla bocca della caverna, ma Erik sapeva che avevano sentito l'odore e che sarebbe stata solo una questione di tempo.
“Dobbiamo fare una corsa,” sussurrò nell'orecchio di Ainsley, “se non puoi trasformarti, ti porterò sulla schiena.”
“Non ti rallenterò così?”
“Sono veloce.”
“Quanto veloce?”
“Veramente veloce.” le sussurrò, più sicuro di sé di quanto si sentisse realmente.
“C'è un modo per scoprirlo!” gli sussurrò in risposta lei.
La sentì sorridere contro la sua guancia e il suo cuore martellò.
“Tieniti forte,” disse, “e qualsiasi cosa accada, non lasciarmi andare.”
Erik tenne d'occhio la bocca della caverna e si preparò a trasformarsi.