Nastro 6, lato B

20 marzo 1992. A casa di Fred, dopo aver sparato. Gatti. Cani in branco; esseri umani in gang. Pulizia del camino. Allen canta «Lo spazzacamino» di Blake. Bambini acquatici di Charles Kingsley. Salman Rushdie. Verifica dei bersagli. Ancora interessato al sesso? Truman Capote.

wb: Ruski adesso vive con Steve [Lowe] e Wes, qui dietro l’angolo. Oh, sono così felice di riaverlo, è un gatto incredibile. Non mi ha mai graffiato o morso. Una volta si stava azzuffando con Fletch. Un vero… L’ho preso e l’ho portato via, e non mi ha graffiato. Be’, è davvero eccezionale.

fred: E il gatto siamese che ti ha regalato David Cronenberg? Che fine ha fatto?

wb: No, non è siamese, è un korat. Sta con Udo… lo chiamiamo Boy.

fred: È sempre aggressivo?

wb: Non è aggressivo. Mordicchia, i piccoli amano mordicchiare.

fred: La sera che siamo venuti a cena, mi era sembrato aggressivo; in effetti, non ho mai visto niente di più vicino a un gatto da guardia.

wb: Sta bene. Sta bene. È un korat. Costano parecchio. Ha il pedigree, costano quasi settecento dollari.

wes: Thailandia.

wb: Peter Weller è arrivato con una borsa. Ha detto: «È vivo». Io ho aperto e non riuscivo a credere che dentro ci fosse un gatto, ho pensato fosse una specie di scimmia. E… be’, si è ambientato magnificamente. E poi c’è Ruski, il mio vecchio Ruski.

sl: [Rivolto a una cagna] Non mordere, stai lì, a cuccia. Ha troppa energia e la usa nel modo sbagliato.

wb: Quello è un gatto che non morde mai. Non graffia mai. Ruski […]

fred: Bubba è un gatto davvero dolce, affettuoso. Ehi, Bubba.

wb: Vieni qui, Bubba. E poi ho anche un altro gatto, Spooner. Mi salta in grembo e mi mette le braccia, voglio dire le zampe, intorno al collo.

fred: Fa anche le fusa in modo piuttosto rumoroso.

wb: Oddio, quanto mi piacciono i gatti… Eccolo, vieni qui, Bubba.

fred: L’altro giorno l’abbiamo fatto sterilizzare.

wb: Oh, è necessario.

fred: Scorrazzava in giro, be’ tu… ne abbiamo parlato un paio di volte. Prima o poi sarebbe scappato e qualche animale più grosso o chissà l’avrebbe beccato.

wb: Oh, no… è indispensabile. Io ho fatto un grave errore a rimandare… avevo l’idea che i gatti non dovessero essere sterilizzati, è una scemenza. Bisogna sterilizzarli. Altrimenti, tanto per cominciare vanno in giro per la casa piangendo, e spruzzano dappertutto, sui mobili. Sono infelici e rendono infelici tutti gli altri.

fred: Vogliono uscire e scorrazzare tutto il tempo, e se non fosse tornato… ci sarebbe rimasta malissimo perché è molto legata a lui, quindi…

wb: Infatti, è quello che dico anch’io. No, è necessario. Avrei dovuto far sterilizzare il korat e c’era un altro grande… un gatto che si presentava ogni tanto. James strillava: «Oh, no, adesso si prende un altro gatto». Ma quando l’ho fatto sterilizzare ben due persone e il veterinario lo volevano. L’ho dato alla mia donna delle pulizie, Cindy… Quindi erano in tre a volere quel gatto. È un bel gatto, un gran bel gatto. Nero come il carbone […] Quel cane peserà quasi trenta chili.

fred: Probabile, qualcosa del genere. Per essere una femmina di cane da pastore non è particolarmente grande.

wb: No.

ag: Quali sono i pregi del pastore tedesco?

wb: Sono molto fedeli, intelligenti.

fred: Tendono a legarsi a una persona. Si legano a te, quelli che ho avuto avrebbero dato la vita per me.

ag: Mi chiedo perché con i cani sia così. Non si legano agli altri cani? Abbiamo selezionato una specie che lega solo con le persone?

sl: Non lo so, ma sono certo che leghino anche con gli altri cani.

ag: Quando non hanno umani a cui legarsi, è questo che intendi?

fred: Be’, quando i cani si radunano formano naturalmente dei branchi. E le loro personalità cambiano in modo drastico; sono capaci di cose che in condizioni normali, da soli, non farebbero mai.

ag: Proprio come gli esseri umani!

fred: Esattamente.

wb: Uno dei pericoli, nei boschi, sono i cani selvatici.

fred: Avevo amici… il loro bestiame… di colpo è comparso un branco di cani e ha ucciso tutte le capre.

wb: Ricordo la storia di un ragazzino che era andato a caccia, e non avendolo visto tornare, alla fine, lo zio e il padre sono usciti a cercarlo. Erano armati solo di pistole da 9 millimetri, e a un tratto vedono il ragazzo su un albero, in mezzo a un campo, e i cani, sette o otto [inudibile] con un fucile a colpo singolo. [Il ragazzo] Aveva perso la scatola delle cartucce salendo sull’albero. Quindi aveva un solo colpo a disposizione e l’aveva usato per uccidere un cane, piantandogli il proiettile in testa. Per dimostrare quanto erano tosti [lo zio e il padre] hanno aperto il fuoco e hanno fatto fuori molti altri cani. Uno è stato trovato a quasi un chilometro di distanza, con due colpi nelle budella, e un chilometro e mezzo dopo ce n’era un altro, anche lui colpito. Sono tosti. Non li ammazzi facilmente. Ecco quel che può fare una pistola da 9 millimetri.

ag: Come si spiega il cambio di personalità, sia dei cani sia degli esseri umani, quando si riuniscono in branco?

wb: Be’, aspetta, quello è… impossibile, non è possibile. Si dà il caso che quei cani fossero stati allevati come cani da guardia, erano aggressivi.

ag: Ma lui stava dicendo che quando i cani, in campagna, si riuniscono in branchi, le loro personalità… Stiamo parlando di legami.

fred: Anche cani domestici, amichevoli, possono comportarsi così, se formano branchi.

wb: Certo, sì, certo.

ag: In città ci sono tutti questi ragazzini di famiglie povere, che sono molto gentili con i loro familiari, ma quando escono di casa vanno in giro a rubare o a uccidere perché sentono di avere la forza del branco.

fred: Per rubare una giacca o qualcosa del genere?

ag: Anche solo per pestare una checca. C’è stato un caso di questo tipo.

fred: Anche solo per sparare a qualcuno, colpendolo da un’auto in corsa.

sl: Solo per far parte della gang. Molte di queste sparatorie sono riti di iniziazione; devi farlo per essere accettato nel gruppo.

[Interruzione. Fred parla della sua impresa, che si occupa di pulizia dei camini. La conversazione si sposta sugli spazzacamini londinesi dell’Ottocento.]

wb: Ogni sorta di cancro… in particolare il cancro allo scroto.

fred: Giù per i camini gli spazzacamini ci spedivano dei ragazzini.

wb: A metà dell’Ottocento ma…

fred: Spesso non ci passavano… di frequente dovevano spogliarsi quasi del tutto, e i loro corpi venivano ricoperti di fuliggine.

ag: Sì.

fred: E poi si prendevano il cancro allo scroto.

wb: L’incidenza del cancro allo scroto era altissima.

ag: [Canta il suo adattamento dello «Spazzacamino» di William Blake. A parte qualche parola qui e là il testo è molto fedele all’originale. Di seguito riporto la versione standard.]

Quando morì la mamma ero piccino assai

e il Babbo mi vendette appena fui capace

di gridar «’zacamino!»; così che adesso a voi

lustro il camino e dormo in mezzo alla fuliggine.

C’è Tommy Dacre che pianse quando la testolina

riccia come una schiena d’agnello gli raparono:

gli dissi: «Lascia perdere, pensa che con la testa

rasata la fuliggine non può sciupar la chioma».


A casa, sul divano in giardino
Lawrence, Kansas, 28 maggio 1991


Con ciò si mise buono, e quella notte stessa,

mentre era in sonno immerso, quale visione ebbe!

Mille spazzacamini (Dick, Joe, Ned e Jack)

stavano imprigionati in bare di fuliggine.

E un Angelo arrivò con una chiave lucida

e aprì le loro bare, li rese tutti liberi;

e per un verde piano tra salti e risa corsero,

a un fiume si lavarono, nel Sole poi brillarono.

E così nudi e bianchi, lasciati i loro sacchi,

montavan sulle nubi, giocavano nel vento;

e l’Angelo a Tom disse: «Se il bravo tu farai

per padre avrai il Signore, e triste non sarai».

E Tom qui si svegliò; ci alzammo ch’era buio,

coi sacchi e con le scope a lavorare andammo.

Quel giorno era ben freddo, ma Tom felice e caldo;

chi compie il suo dovere più nulla ha da temere.

fred: Di chi è?

ag: William Blake.

wb: William Blake.

ag: «Lo spazzacamino», dai Canti dell’innocenza.

wb: Alcuni medici accorti hanno notato la correlazione tra pulitura dei camini e cancro allo scroto.

ag: Ma perché allo scroto?

fred: Forse non si lavavano a sufficienza. Non facevano la doccia quando rientravano a casa, e se la facevano non si lavavano correttamente e un sacco di sporcizia finiva nei punti più nascosti. Chissà.

wb: Chissà.

ag: In effetti, i ragazzini che lavoravano per gli spazzacamini erano un archetipo dello sfruttamento e della persecuzione, avete presente, come… era uno degli esempi più classici, in Dickens, forse?

wb: Penso che il tizio col cappello a cilindro calasse il ragazzino giù nel camino.

sl: Bambini acquatici. [Il protagonista] all’inizio era uno spazzacamino.

wb: Cosa?

sl: Bambini acquatici, il libro scritto da [Charles] Kingsley. Il piccolo Tom… aveva un padrone molto cattivo.

wb: Ah, sì.

ag: Che cos’è un bambino acquatico?

wb: Be’, è un…

sl: Era una specie di suicidio; lui saltava nel fiume e si trasformava in una creatura acquatica, con le branchie; è una piccola fiaba.

ag: Capisco.

wb: I bambini acquatici che ho visto io erano lunghi così, nel libro che leggevo da bambino, grandi così e…

ag: Quarantacinque, sessanta centimetri.

wb: Quarantacinque centimetri.

sl: Sembravano neonati con le branchie.

wb: Avevano le branchie. Si tuffavano nell’acqua. Qualcuno tentava di afferrarne uno. E lui si tuffava nell’acqua. Bambini acquatici.

ag: Be’, è un’immagine che sembra venir fuori… da Burroughs, direttamente. L’uomo col cappello a cilindro che ficca il ragazzino nudo giù per il camino.

wb: Sì… ci mandavano i ragazzini lì sotto.

wes: Arrivati a un certo punto legavano una cordicella intorno alla zampa di un’oca…

sl: Sì, è la famosa storia…

ag: Oh, manda giù l’oca…

[Interruzione.]

fred: Be’, ragazzi, se siete allergici a gatti o cani, qui in giro c’è un bel po’ di pelo di cane.

ag: Solo ai gatti, per quanto ne so, anche se da bambino ne avevo. Mi piacevano tantissimo… Mi chiedo fino a che punto sia una cosa psicologica.

fred: Non so.

[Interruzione. Si riprende con una conversazione su Salman Rushdie.]

fred: È stato uno dei momenti in cui il mondo avrebbe dovuto ribellarsi e dire: «Ok, questo è il limite, non si va oltre».

ag: Sì.

fred: Quando c’è chi può bandire qualcun altro dall’esistenza per una cosa così, e ho l’impressione che si siano davvero sottratti alla responsabilità…

wb: Hanno agito da barbari… Riesci a immaginarti il papa che mette una taglia sulla testa di qualcuno?

fred: Be’, in passato il papa faceva regolarmente cose del genere.

wb: D’accordo, ma non di recente.

fred: Ma al giorno d’oggi solo…

ag: Sarebbe considerato uno shock.

sl: Solo Khomeini…

ag: Di chi è quella pistola?

fred: È una sparachiodi. È mia.

wb: È una pistola sparachiodi. Non un’arma.

ag: Oh, è per fissare i bersagli.

wb: Sì, solo tu adesso… be’, questi ce li portiamo via. Siamo stati tutti quanti molto in gamba. Avete visto cos’ha fatto Allen con il mio revolver .45?

ag: Quello è facile da usare, ma con le altre pistole è stato un disastro.

fred: È il migliore per chiunque. Molto maneggevole.

wb: Non parlo della Smith and Wesson. Parlo dell’altra, ad azione singola. Con i cilindri intercambiabili, hanno…

fred: Non è una Smith and Wesson?

wb: No; è una Ruger. Ha una canna da sette pollici e mezzo, cilindri intercambiabili: .45 Apc o .45 long Colt.

fred: La canna pesante tende a rendere la mano più stabile.

wb: Oh, che comodità. Sì, è davvero una pistola fantastica. No, la Smith and Wesson non l’ho portata.

fred: A quanto pare ti sei rimesso a dipingere.

wb: Guarda, ho colpito…

ag: Cos’è successo? Hai colpito un palloncino ed è scoppiato…

fred: È una bomboletta spray, vero?

wb: Una bomboletta spray di colore, una bomboletta spray.

ag: Dov’era la bomboletta, lassù?

wes: Lassù, con i bersagli.

ag: E ha spruzzato fin lì.

fred: È probabile che ci fosse abbastanza propellente da renderla una specie di fuoco d’artificio…

wb: L’intera bomboletta è arrivata qui, e sto cercando di liberarmi…

[Saluti. Interruzione.]

fred: Wes resta a darmi una mano col computer, ho un problema.

ag: O-ho. Sei bravo con quel genere di cose, Wes?

wes: Fa parte del mio…

ag: Formidabile, alchimia e computer.

wb: È bravo in un sacco di cose. Sai, con tutto ciò che è meccanico.

[In macchina.]

ag: Anche il mio coinquilino cinese [Jack Shuai] se la cava bene con quel genere di cose. Qualunque cosa… Ho vissuto in quell’appartamento per quindici anni e tre dei quattro fuochi della cucina a gas non hanno mai funzionato, dopo due giorni che era lì [Jack] ha preso un cacciavite, li ha smontati e ha detto che serviva un po’ più d’aria. Tutto sistemato con grande facilità. Ci sono voluti quindici anni perché arrivasse qualcuno che ne sapesse abbastanza da intervenire.

wb: Cristo santo… Questo nuovo nastro mi piace un sacco, dà una bella sensazione di aderenza. Prima, non… non sparare… usando quella ad azione doppia, mi sembra di riuscire veramente a…

ag: Ora come ora con chi ti piacerebbe andare a letto? C’è qualcuno?

wb: Nessuno.

ag: Scusa?

wb: Nessuno, non sono particolarmente interessato al sesso ora come ora, molto poco.

ag: Fai sogni bagnati?

wb: No.

ag: Sogni?

wb: Cosa?

ag: Fai sogni erotici di qualunque tipo?

wb: No.

ag: Neanche quello? Mi sa che io, invece, non ho ancora mollato.

wb: Be’, buon per te, ma…

ag: Be’, né buono né cattivo; è così e basta.

wb: Bravo, bravo.

ag: Per certi versi, non essendo tanto interessato, è come se le cose mi piovessero dal cielo.

wb: Bravo, ma io non…

[Interruzione. Il seguito sembra riguardare Truman Capote.]

wb: … perdono per tutto ciò che ha fatto.

ag: Come è riuscito a farla franca? Non lo so.

wb: Be’, la faceva franca perché la gente glielo permetteva. Perché chiedeva e otteneva.

ag: Sì, ma Gregory non lo faceva a quei livelli. Voglio dire, lui l’ha fatto con Jacqueline Kennedy e Jean Stein e…

wb: E con chi?

ag: Be’, tutti quei ricconi. Con i miliardari. Joan Rivers, gente con case gigantesche, e a quanto pare è stato per un bel po’ di tempo il loro cocco, il loro cagnolino. Altissima società, e lui si comportava così. Con tentativi di suicidio, overdosi…

wb: Tutto quel genere di cose.

ag: … valium e compagnia bella. Pare che si sia fatto dei numeri da fuori di testa a casa di una serie di persone e…

wb: Vorrei dare un’occhiata? Dov’è il libro? Tu ce l’hai?

ag: No, non qui con me. Ma ce l’ho a casa, sì.

wb: Chi l’ha scritto?

ag: Era uno di quei libroni [biografici] che sono usciti più o meno in concomitanza col mio e il tuo. Uno di quei grandi… [Si tratta probabilmente di Capote. Una biografia, di Gerald Clarke (1989).]

wb: Mi piacerebbe vederlo.

ag: E aveva un vecchio… chi è che era il suo amico? Aveva parecchie persone che si prendevano cura di lui, ex amanti e così via.

wb: Sì, che lo accudivano nel vero senso della parola, lo riportavano a casa ecc.

ag: E a quanto pare lui li trattava malissimo, li tormentava. Hai mai letto qualcosa di suo?

wb: Be’, certo, ho letto Voci della rosa [La rosa bianca?] o…

ag: Io ho letto alcuni dei suoi primi lavori e la prosa era notevole. Altre voci

wb: Oh sì, e i racconti, «Miriam» [1945], quelli erano grandiosi. Altre voci, altre stanze [1948]. E…

ag: Hai letto… ti ricordi l’ultimo libro, che è tutto su gente famosa, dell’alta società?

wb: No, non l’ho letto… non mi avrebbe detto granché… Non mi interessano le loro… rivelazioni, ma … [al gatto] oh, zitto, che cosa c’è? Prendo… Altre voci, altre…, cosa c’era d’altro?

ag: «Falco senza testa». Era un racconto o cosa?

wb: Racconti… sono davvero belli.