Siamo di fronte a un cartellone delle partenze all’aeroporto di Bristol. Ci passa davanti una processione apparentemente infinita di vacanzieri, entrano in massa dalle porte girevoli e avanzano lenti dalla navetta ferma all’esterno sotto la pioggia verso i banchi del check-in. La gente tira, trascina, porta grosse valigie, corre e si affanna, le disfa e le rifà all’ultimo minuto in preda al panico. Le vacanze a quanto pare non sono mai molto rilassanti.
«Siete sicuri che debba farlo?»
«Il punto non è se siamo sicuri noi, è se tu lo sei. Sei tu che stai per partire!»
«Lo so, ma sto pensando che è una bella cifra per una ricerca senza speranza. Voglio spendere tutti i miei soldi in cerca di una ragazza che potrei anche non trovare?»
«I nostri soldi, vorrai dire», interviene Jake. Non è il tipo che ama il mattino.
«Non pensare ai soldi», afferma Jessie con tono più incoraggiante.
«Lo so, ma ora che l’estate è finita sono di nuovo senza lavoro. Il premio potrebbe aiutarmi ad andare avanti per un po’ finché non troverò qualcos’altro…»
«Eri così sicuro di volerlo fare. Cos’è cambiato?»
«Non lo so… credo di aver iniziato a pensare cosa accadrà se mi ritroverò di nuovo col cuore spezzato. Non so se riuscirei a riprendermi. Forse è meglio non saperlo.»
«Ma devi andare a cercarla, scoprire se c’è qualcosa. Altrimenti te lo domanderai sempre e il fatto di non sapere sarà peggio. Adesso non riesci neanche a uscire con qualcuna senza pensare a lei.»
«Questo è vero.»
«E la moneta ha detto di farlo e, come continui a ripetere da un anno, devi seguire le sue decisioni.»
Annuisco, so tutto questo, e nel profondo non c’è niente che desideri di più che partire.
«Ma analogamente, se ci hai ripensato, a noi va bene. Possiamo saltare di nuovo sul bus e tornare in città se non sei sicuro al cento percento», continua Jessie.
«Non al prezzo di sette sterline e mezzo a testa, non lo faremo. Adesso che ci ha trascinato qui, lui parte», afferma Jake. Non è neanche il tipo che ama prendere i mezzi pubblici.
«No, hai ragione. Voglio davvero trovarla. Ho solo paura di non riuscirci. O peggio, di trovarla ma di scoprire che si è trasferita, che ha incontrato un altro o che non ci sia più quell’intesa o non lo so, che si sia scordata di me.»
«Ma nello stesso modo potrebbe miracolosamente innamorarsi di te…», butta lì Jake.
Trovo quel miracolosamente un po’ duro, però non faccio commenti.
«Ultima chiamata per il volo EZY6025 per Barcellona», annuncia con tono risoluto la voce automatica, quasi fosse stata programmata per essere infuriata con i ritardatari.
«Allora, Monaco o Amsterdam?» chiede Jake tra uno sbadiglio e l’altro, desideroso di tornare tra le comodità del suo letto. Questo è il suo giorno libero, l’unico in cui non deve svegliarsi alle prime luci dell’alba. «Suppongo che tu debba lanciare la moneta per decidere dove andare prima.»
Ho escluso Filadelfia e Tokyo perché per il momento non posso permettermi il viaggio, perciò le due alternative sono là, illuminate di fronte a me:
08.50 BM1841 Monaco
09.25 U26161 Amsterdam
Ho sempre desiderato arrivare in un aeroporto e scegliere a caso dove andare, ma ora sento la tensione e non sono così sicuro.
Prendo la moneta dalla tasca e la lancio in aria.
«Siete proprio certi che non vi dispiace se spendo i vostri soldi?»
Jake alza gli occhi al cielo.
«No, ovviamente no. Vogliamo solo che tu sia felice», afferma Jessie.
«Non c’è problema. Potrai rimborsarmi quando scoprirai che è una milionaria.» Jake sorride per la prima volta stamattina. «Buona fortuna, lanciatore di moneta, va’ a prenderla.»
«E Jessie, grazie per Jeremy. Ricorda che ama il cavolo riccio, non le carote.»
«Non preoccuparti, me ne prenderò cura.»
Jessie, che sembra sul punto di scoppiare in lacrime, mi abbraccia forte. Jake si unisce per scherzo a noi, e prima che me ne accorga ci ritroviamo stretti in un abbraccio di gruppo nel centro dell’aeroporto di Bristol.
«Grazie, ragazzi, ci vediamo presto!»
Vado ai banchi del check-in pregando che la moneta abbia preso la decisione giusta.