IX.

Il Biondo svuota il terzo calice di Falerno. Sax e Alba si guardano. Il Biondo è stato sempre un buon bevitore, ma adesso sta esagerando. Il cibo in pratica è intatto, hanno giusto piluccato uno o due bocconi, distrattamente. I loro bicchieri sono ancora semipieni.

Sax si alza e prende dalla credenza un’altra bottiglia. «Pinot Nero, 2014, annata decente.»

Gianni approva con una specie di grugnito.

Sax stappa e annusa. «Passabile. Torniamo a noi, e ammettiamo pure che siano gli stessi nodi. Ma esistono svariate possibilità, non credete?»

«Sì, certo» concede Alba. «Un emulo, per esempio. Qualcuno che ha letto del caso in Rete e si è ispirato.»

Il Biondo si versa dell’altro vino, rigira il calice fra le mani, osserva in controluce il liquido rosso rubino. «Troppe coincidenze. Le corde. I nodi. I colori dei nastri. Le ferite sono superficiali. Anche quelle della Sirenetta lo erano.»

«Ma quella volta c’è stato il colpo di grazia» precisa Alba.

«Alla carotide» precisa il Biondo. «Questa volta, no. E mi chiedo perché.»

Sax sbuffa. «Te lo chiedi perché muovi dal presupposto che sia lo stesso caso. O un caso molto simile. Ma niente lo conferma. Magari è soltanto un gioco finito male…»

«Andiamo!» sbotta il Biondo. «Jaime, il tizio che ho preso, dice che l’altro, quello che è scappato, aveva l’incarico di fare a pezzi la ragazza. Non si fa a pezzi una ragazza per un gioco finito male!»

«Però» insiste caparbio Sax, «quella volta un colpo di grazia… alla carotide… zac… e questa volta niente!»

«Magari non c’è riuscito perché qualcuno… o qualcosa… glielo ha impedito» azzarda Alba.

«Sì, può darsi…» concede il Biondo. «Questo spiegherebbe le dichiarazioni di Jaime. Sul più bello il bastardo deve interrompersi e allora si affida a Ramon per finire il lavoro.»

Sax si gratta l’accenno di pizzetto che non si deciderà mai a lasciar crescere. «Dunque, Jaime sostiene che qualcuno, un pezzo grosso, ha affidato il lavoro a Ramon.»

«Giusto.»

«Ramon è in una pandilla. Per quel che ne so io, le pandillas sono bande etniche. Non ammettono membri al di fuori del proprio contesto, né territoriale né geografico. Non rompono i coglioni agli italiani, badano agli affari propri… Se davvero esiste questo “pezzo grosso”, logica vuole che sia uno dei loro…»

«Non fa una piega» sottolinea Alba.

«E al tempo della Sirenetta, mio caro» scandisce deciso Sax, «non si è mai, ma proprio mai, parlato di sudamericani.»

Il Biondo è in difficoltà. Ecco un risvolto che non aveva preso in considerazione. Butta giù il Pinot Nero, con un moto quasi rabbioso.

Alba gli viene in soccorso: «Ciò non toglie che potrebbe trattarsi di un pandillero molto ambizioso. Magari è entrato in contatto con qualche personaggio influente… non necessariamente del suo Paese…».

Il Biondo si aggrappa all’àncora di salvataggio. «Sì, è proprio quello che penso.»

Il sostegno alla sua ipotesi, così impetuoso e insieme goffo, strappa ad Alba un sorriso quasi tenero. Il Biondo, in fondo, è rimasto anche lui lo stesso.

È il passato che ritorna, e non si può fare finta di niente.

Sax beve anche lui un goccio dal suo calice. «Bene. In ogni caso, finché la ragazza non ci racconta com’è andata… a proposito… non ci hai detto come si chiama.»

«Perché non lo so. Di sicuro non è schedata.»

«E non parla.»

«No.»

«È muta o cosa?»

«Shock. Sul piano fisico non è messa troppo male. Le ferite sembravano tremende, ma in realtà sono superficiali. Dopo una notte e un giorno sotto flebo sta molto meglio. Domani provo a interrogarla.»

«Dov’è adesso?»

«Per il momento al Santa Marzia. Ma quando sarà dimessa, dovremo trovarle una casa protetta. Magari in un ambiente meno asettico si sentirà più a suo agio e si scioglierà.»

«Potrei andarci a parlare io» suggerisce Alba. «Con una donna, forse, sarà più disposta…»

«Ottima idea!» proclama Sax.

Un tuono improvviso e violento per un istante, nulla più di un istante, fa saltare la luce. Che però immediatamente si riaccende.

«Fa tanto melodramma, questa storia. Un vecchio delitto. Abbiamo perfino la furia degli elementi… Si è fatta una certa, sapete? Vi vanno due spaghi, come ai vecchi tempi?»

«Per me va bene» dice Alba.

«Come ti pare» concede il Biondo.

«Bene. Prima però devo fare un paio di telefonate… se volete scusarmi…»

Il Biondo pesca nella camicia a quadroni che lo rende simile a un ruvido boscaiolo delle terre del Nord, ne estrae tabacco e cartine, e comincia a rollare una sigaretta.

Sax, che è già in cima alla scalinata che conduce al piano superiore, lo riprende. «Ah, ah! Questa è zona smoke-free, amico mio.»

«Dove posso fumare, allora?»

«Fuori.»

«Piove.»

«C’è un bel porticato. Ci vediamo fra un po’.»

Stiamo girando intorno alla questione, riflette Alba, mentre meccanicamente va a riempire d’acqua una pentola e la mette sul fuoco. Per un attimo ha avuto la tentazione di seguire il Biondo. Se c’è un momento per riprendere a fumare… Ma poi lascia perdere. C’è qualcosa di sbagliato, in tutto questo. Una nota stonata. Sax ce la mette tutta per sminuire. Ma non ha senso. Stiamo girando a vuoto. Tutti e tre.