Secchiate di pioggia spazzano la notte, sballottate da un vento irrequieto, anarchico, privo di una direzione stabile. Alba raggiunge il Biondo, che inanella una sigaretta dopo l’altra al riparo del porticato. Dalla grande sala comune filtra un acuto straziante: l’assolo di Sax.
«Mi lasci un tiro?»
«Non avevi smesso?»
Alba si stringe nelle spalle. Il Biondo le passa la cicca umida.
Lei aspira due boccate, tossisce, gliela rende con un sorriso tirato. «In effetti non sono più abituata.»
«Non mi credete, vero?» Illuminata da un lampo improvviso, la faccia del Biondo appare gonfia, gli occhi arrossati, acquosi, i capelli appiccicati alla fronte. Dall’insieme si leva un senso di resa amara.
«Non è questo. È una faccenda complicata. Dobbiamo esaminare il tutto a mente lucida. Però senti, Gianni, tu mi sembri troppo coinvolto.»
«Già. Bella scusa, no? Mi sa che aveva ragione tua madre» mormora, cupo, a bassa voce. «Fra di noi non poteva funzionare.»
Alba gli posa una mano sul braccio, in un gesto che richiama antiche e cancellate confidenze.
Gianni si sottrae, delicato ma fermo. «Una volta mi hai consigliato di mettermi d’accordo con il mio tempo interiore» sussurra, guardandola negli occhi.
«Per la verità ho detto una cosa diversa. Che era il tuo tempo interiore a doversi accordare con la realtà.»
«Dunque anche tu hai dei ricordi» conclude lui, gettando via il mozzicone.
Certo che ricorda, Alba. Ricorda tanti particolari della loro storia. Ricorda le discussioni infinite, ricorda i suoi difetti e i suoi pregi. La forza del Biondo è sempre stata quella di tirare dritto. La sua debolezza: fermarsi a ogni incrocio e prendere immancabilmente la svolta sbagliata.
Quand’è che le cose avevano smesso di girare per il verso giusto? C’entrava davvero la Sirenetta, quella catena di scelte che ora li costringeva a rivedersi, e forse li avrebbe obbligati a nuove scelte, altrettanto radicali e altrettanto pericolose?
Sax aveva cominciato a frequentare Luisella, la scialba figlia del generale Cono di Sangiorgio. Alba e il Biondo erano una coppia, ma non vivevano insieme. Lui aveva ereditato dai genitori un trilocale a San Saba, dove negli anni Venti Mussolini aveva fornito degni alloggi ai ferrovieri destinati a contribuire alla grandezza di Roma capoccia der monno infame.
Lei, di ritorno dall’America, si era trasferita nella mansarda bohémienne di Monti, il quartiere che si stava costruendo in fretta una solida fama di ricettacolo degli hipster romani.
Il Biondo l’aveva aiutata nel trasloco dall’antica dimora di famiglia affacciata sul Lungotevere dei Mellini. Aveva avuto così modo di conoscere donna Elvira, la madre. Sessant’anni portati eccezionalmente bene, piglio aristocratico, tono blasé.
«Non ti sposerà, figliolo» era stata la sua sentenza.
Per un pelo la pesante cassa di libri che Gianni reggeva sulle spalle non gli era sfuggita. «Come, scusi?»
«Alba. Siete troppo diversi.»
«Lei dice? Io credo che…»
«Lascia perdere, tesoro. A mia madre non interessa niente di quello che credi tu. Vero, mammina?»
Al suo ingresso da leggiadra furia liberatrice, Elvira aveva risposto infilando una sigaretta nel bocchino démodé al quale aveva consegnato le sue ultime chance da gran dama. Alba le aveva lanciato un bacio sarcastico, raccomandandole di salutare le amiche del burraco.
«È sempre così fra voi?» si era informato il Biondo.
«Non le va giù che sia entrata in polizia. Sostiene che la buonanima di papà si rivolterebbe nella tomba, se lo sapesse.»
«Che faceva tuo padre?»
«Rispondeva sissignore ai padroni del mondo e vendeva in giro le loro verità di comodo.»
«Scusa, ma è una descrizione che potrebbe adattarsi a decine di mestieri.»
«Era un diplomatico.»
«Si direbbe che tu sia entrata in polizia per farle dispetto.»
«Troppa fatica. Lei non è così importante, per me.»
Perché proprio adesso questo ricordo, si domanda Alba? Forse per poter dire a se stessa: brava, scampato pericolo? Non riusciva a immaginare una vita accanto al serio, etico, determinato, corretto e puritanissimo Biondo.
«Comunque, siete padroni di non credermi, tu e Sax. Ma sapete benissimo… lo sappiamo tutti e tre… che c’è un solo modo per capire come stanno le cose.»
E Alba guarda stupita il sacchetto di nylon chiuso da un legaccio rosso che il Biondo ha estratto da una delle tante tasche del giubbotto.
Poi vede il contenuto e capisce tutto.