Dopo la visita al Museo del cinema, Cono volle proseguire la lezione in un ristorante storico di piazza Carlina, davanti al tradizionale vitello tonnato e a due calici di Nebbiolo. «Il vino dei carcerieri, secondo Stendhal.»
«Una citazione dopo l’altra. Finirò per ubriacarmi, Cono.»
«Le citazioni sono utili in certi contesti, per esempio con diplomatici francesi, addetti culturali giapponesi, dotti persiani. Ma se ti azzardi a farne uso con un americano o un inglese, quello ti giudicherà un perfetto imbecille. Siamo un piccolo Paese, dobbiamo arrangiarci. Con gli anglosassoni meglio parlare, che so, della Lamborghini più costosa, dell’hotel più esclusivo di Venezia, di quella volta che hai sorseggiato un Martini sul lago di Como. Della mafia, per la quale sotto sotto nutrono una certa ammirazione. Mai di fascisti o comunisti, che per loro sono equivalenti. Li considerano entrambi demoni. Insomma, ’sti americani si sono messi in testa che noi siamo una specie di parco giochi che appartiene a loro, e tu, se vuoi concludere qualcosa, incoraggiali. Se invece hai a che fare con russi, georgiani, azeri e gente simile, ricordati di dire che hai stretto la mano di Al Bano e che sei pappa e ciccia con Michele Placido. Il successo è assicurato. Ma torniamo a noi…»
Le operazioni della Divisione nera costano un mucchio di quattrini, spiegò Cono, e come è noto l’accumulazione del capitale è la madre di tutti i problemi. Ammettiamolo: se si dovesse lavorare nei limiti di un budget, vincolati dalle angustie della contabilità di Stato… sia pure attingendo ai fondi riservati… non riusciremmo a organizzare nemmeno la millesima parte di quello che facciamo.
«E invece, quello che facciamo noi è decisivo, specie dopo l’11 settembre.»
Eh no, pensò Sax, questa è la madre di tutte le giustificazioni, la nuova dea della ragion di Stato. L’11 settembre. Ma quanto ancora poteva durare, la leggenda nera di Osama? Prima o poi lo avrebbero preso, c’era da giurarlo. E fra qualche anno, per gli studenti, Al Qaida avrebbe avuto la stessa attualità di Vercingetorige. A meno che, beninteso, nel frattempo non s’inventassero qualcosa di nuovo.
«Noi tutti abbiamo un Moloch al quale sacrificare qualcosa. Mo’ non vorrei suonare retorico, ma è la storia dell’umanità a insegnarlo. Il nostro Moloch è la sicurezza. E la sicurezza, figlio mio, costa. Molto. Nel corso degli ultimi anni si è intensificato il ricorso ai banchieri ombra, abbiamo pescato spesso nelle dark pool… e ci siamo imbattuti in un autentico genio. Un uomo brillante, in grado di moltiplicare gli utili, di far apparire e scomparire poste e partite come per magia, leale e incorruttibile nella gestione della contabilità…» Cono lasciò cadere la forchetta e sorseggiò un po’ di Nebbiolo. Poi, guardando fisso negli occhi Sax, disse, piano: «Purtroppo quest’uomo eccezionale ha un… piccolo difetto. ’Nu vizietto, insomma. Gli piace giocare con le ragazze. Gli piace giocare in maniera pesante. E a volte possono accadere spiacevoli incidenti…»
Poi fece segno a Sax di avvicinarsi e gli sussurrò un nome.