Tatiana scese dal letto e si diresse con passo malfermo verso la finestra. Era mattina e presto l’infermiera le avrebbe portato il bambino per la poppata. Scostò le tende bianche. Sganciò il chiavistello e cercò di sollevare il vetro, ma era bloccato. La vernice bianca aveva incollato il telaio alla parete. Diede uno strattone più forte. Sollevò il vetro e sporse la testa fuori. Era una mattina tiepida che sapeva di acqua salata.
Acqua salata. Fece un respiro profondo e sorrise. Le piaceva quell’odore. Era diverso da quelli a cui era abituata.
Aveva già visto i gabbiani fendere l’aria accompagnati dalle loro grida stridule.
Ma quel panorama era totalmente nuovo.
Nella bruma dell’alba il porto di New York era una distesa verdognola simile a un vetro. Attraverso la nebbia, una statua sollevava il braccio destro e salutava con la sua fiaccola.
Tatiana sedeva alla finestra e osservava affascinata gli edifici al di là della distesa d’acqua. Erano così alti, così belli! Una moltitudine che affollava il profilo della città: pinnacoli e tetti piatti che esaltavano l’uomo mortale nei cieli immortali. Gli uccelli che si libravano nell’aria, l’acqua inquieta, la distesa degli edifici al di là del porto e il porto stesso che si riversava nell’Atlantico, ecco ciò che vedeva. Poi fu accecata dal sole e si spostò. L’acqua del porto non era più vetro mentre traghetti, rimorchiatori, chiatte e mercantili e anche qualche yacht cominciavano a solcare la baia, facendo risuonare corni e sirene in una cacofonia che la costrinse quasi a chiudere la finestra.
Non lo fece.
Aveva sempre desiderato vedere un oceano. Aveva visto il Mar Nero e il Mar Baltico e molti laghi – anche un lago Ladoga di troppo – ma non aveva mai visto un oceano, e l’Atlantico era l’oceano sul quale Alexander aveva navigato quando era bambino, guardando i fuochi del 4 luglio. Non mancava poco al 4 luglio? Forse avrebbe visto i fuochi d’artificio. Doveva chiederlo a Brenda, la sua infermiera, che era una strega e le dava informazioni in modo piuttosto sgarbato, con la parte inferiore del volto coperta da una mascherina di protezione.
“Sì”, la informò Brenda. “Ci saranno i fuochi d’artificio. Il 4 luglio è fra due giorni. Non saranno come negli anni prima della guerra, ma li faranno. Chissà poi perché ti preoccupi dei fuochi. Sei in America da meno di una settimana e vuoi sapere se ci saranno i fuochi d’artificio? Devi proteggere il bambino da una malattia infettiva e devi curare te stessa. Sei andata a fare una passeggiata, oggi? Sai che il dottore ti ha detto di camminare all’aria aperta e di tenere la bocca coperta per non tossire sul bambino. E non devi sollevarlo, altrimenti ti stanchi troppo. Sei stata fuori? E la colazione?” Brenda parlava sempre molto in fretta. Forse lo faceva apposta per non farsi capire.
Ma nemmeno Brenda riuscì a rovinarle la colazione: uova e prosciutto, pomodori e caffellatte. Tatiana mangiò e bevve seduta sul letto. Le lenzuola, la morbidezza del materasso e del cuscino, la coperta di lana le davano conforto quanto il cibo.
“Posso avere mio figlio, adesso? Devo dargli da mangiare.” I seni erano gonfi.
Brenda chiuse con forza la finestra. “Non aprirla più”, le ordinò. “Il bambino prenderà il raffreddore.”
Tatiana sorrise. “L’aria di estate farà prendere raffreddore?”
“Sì, l’umidità. L’aria umida dell’estate.”
“Ma mi hai appena detto di andare fuori a passeggiare...”
“L’aria che c’è fuori è l’aria che c’è fuori. Quella che entra è una cosa diversa”, replicò Brenda.
“Non ha preso TBC”, disse Tatiana tossendo forte per farle impressione. “Portami bambino, per piacere.”
Dopo aver allattato il figlio, Tatiana aprì di nuovo la finestra e si appoggiò al davanzale, cullando il piccolo tra le braccia. “Guarda, Anthony”, gli sussurrò in russo. “La vedi? Vedi l’acqua? È bella, vero? E oltre il porto c’è una grande città, con strade e tanta gente, e parchi. Appena starò meglio prenderemo uno di quei grossi traghetti e andremo a passeggio per le strade di New York. Ti piacerebbe?” Accarezzando il viso del neonato, Tatiana fissò lo sguardo sull’acqua.
“A tuo padre piacerebbe”, sussurrò.