Questa è la storia del musicista Johannes Elias Alder, che all’età di ventidue anni si tolse la vita, avendo deciso di non piú dormire.

Si era innamorato perdutamente, e perciò infelicemente, della cugina Elsbeth, e si era rifiutato da allora di riposare anche solo un istante finché non avesse risolto il mistero del suo amore impossibile. Fino al giorno della sua morte atroce mantenne la ferma convinzione che il tempo dedicato al sonno era sprecato e perciò colpevole, e che avrebbe dovuto scontarlo in Purgatorio, perché il sonno è come la morte e comunque non è vera vita. Non a caso il vecchio proverbio paragonava il sonno e la morte a due fratelli. Come potrebbe un uomo affermare onestamente di amare la propria donna per la vita intera, se si limita ad amarla di giorno, e forse anche allora per la breve durata di un pensiero? Era falso, perché chi dorme non ama.

Cosí pensava Johannes Elias Alder, e la sua morte spettacolare fu l’ultimo tributo al suo amore. Quello che vogliamo descrivere è il mondo di quest’uomo, e il corso della sua misera vita.