A-B-A Forma tripartita – la struttura in tre parti di un movimento, analoga a un sandwich, in cui la sezione A si ripete dopo una sezione mediana B contrastante, in una tonalità vicina.
a cappella Indica comunemente musica da chiesa per coro senza accompagnamento.
accompagnato Nelle cantate (e nell’opera) indica una forma di canto declamato, vicino al parlato, con accompagnamento strumentale (normalmente di archi, talvolta di fiati); è il contrario del recitativo secco, unicamente annotato con un basso continuo.
Affekt (dal tedesco, «affetto, sentimento») Derivato originariamente dalle dottrine greche e latine di retorica e oratoria, il termine iniziò a essere usato dai teorici del XVII secolo per classificare gli stati emozionali espressi nella musica vocale; il che ha portato alla convenzione di esprimere un unico «affetto», o stato d’animo unitario, all’interno di un singolo movimento, determinato da particolari scelte di tempo, dinamica, stile o figurae (vedi).
alla breve (tempo tagliato). Normalmente indica due minime come unità di tempo in una misura di quattro semiminime e, in proporzione, a un tempo due volte piú veloce rispetto alla sezione precedente.
appoggiatura Letteralmente, una nota ornamentale d’appoggio, che tuttavia crea una dissonanza, aspra o espressiva, con l’armonia sottostante, e si risolve (in basso o in alto) sul successivo tempo debole.
arioso Normalmente, una breve sezione melodica a tempo regolare all’interno di un recitativo di cantata; Bach lo usa anche per indicare una breve aria o come l’equivalente di un recitativo accompagnato (vedi).
ars moriendi (dal latino, «l’arte di morire»). Nozione centrale della tradizione luterana, in origine era il titolo di un trattato risalente alla metà del XV secolo (illustrato da xilografie), che esponeva il concetto di una «buona morte» in risposta alle devastazioni della peste e della guerra. Bach possedeva diversi libri sull’argomento.
bariolage (dal francese, «suoni variegati»). La rapida alternanza, spesso della stessa nota, tra corde vuote e premute sul violino, che produce un effetto vigoroso e frenetico.
bassetchen (dal tedesco, «piccolo basso»). Indica l’assenza del normale fondamento della musica (una linea di continuo di otto piedi dell’organo oppure del violoncello) e la sua migrazione verso il registro del contralto, una tessitura usata a volte da Bach per suggerire una presenza irreale (letteralmente «senza base») dell’amore divino.
bassi albertini Accordi di accompagnamento scritti in arpeggi oppure spezzati, che prendono il nome da Domenico Alberti (ca. 1710-1740), nella sequenza (in ordine di altezza) nota bassa, alta, media, alta.
Bierfiedler (dal tedesco, «violinisti della birra»). Termine denigratorio usato per descrivere quei musicisti dilettanti, senza alcuna preparazione specifica, assunti per suonare principalmente in occasione di matrimoni e feste; dalla corporazione dei musicisti professionisti erano considerati intrusi e causa di disonore.
cadenza Passaggio solistico in stile improvvisativo, può essere sia breve, all’interno di un movimento (come nel Contrapunctus 2 dell’Arte della fuga) sia, piú generalmente, in forma estesa nel penultimo episodio di un concerto solista, come nel quinto Concerto Brandeburghese.
canone («regola»). Melodia progettata per essere suonata o cantata in modo circolare nella piú stretta forma di imitazione contrappuntistica. La voce principale (dux) è seguita dalla seconda e dalle voci successive (comes).
cantabile Attributo che si riferisce a un modo di interpretare assai espressivo e melodioso.
cantata Composizione vocale, dapprima profana (e solitamente per voce sola), poi sacra; dal XVIII secolo prevede una serie di movimenti come arie, duetti e cori. Nota anche col nome di Musik, Concerto, Kirchenstück, o semplicemente Stück nei paesi di lingua tedesca.
cantilena (dal latino, «canzoncina»). Una linea melodica sostenuta e fluida.
Cantor Si riferisce sia al ruolo di direttore musicale di una chiesa nella Germania luterana, sia a quello di un maestro di scuola (non solo di musica).
cantus firmus (dal latino, «canto fisso») Una melodia estrapolata da un canto gregoriano o da un corale utilizzato come base di una composizione polifonica e spesso posta in primo piano grazie a linee melodiche a note singole e in tempo lento.
Capellmeister Direttore di una cappella di corte, responsabile delle esecuzioni e del personale.
cappella Ensemble o gruppo di cantanti e strumentisti guidati da un Capellmeister (vedi).
capriccio Al tempo di Bach, un brano per tastiera non vincolato alle usuali norme compositive, che forse esemplifica un commento presente nel Nekrolog: «Egli poteva anche, all’occorrenza, quando suonava, adattarsi a un modo di pensare piú leggero e scherzoso».
chiastico (dal greco, «disporre a forma di croce»). Strutture – ordinate simmetricamente, come ad esempio gli schemi formali ABA, CBA, ABBA –, derivate dalla letteratura e usate a scopo teologico.
chorus musicus (dal latino, «coro musicale»). Il termine è strettamente legato al tedesco vernacolare Cantorey/Kantorei, che designa un coro di chiesa.
ciaccona/passacaglia Forme di danza strumentali in tempo ternario, in voga nel Seicento, entrambe di origine spagnola (usate nella musica per chitarra), fondate su una linea di basso che si ripete costantemente (basso ostinato) con un ritmo armonico lento. Mentre la ciaccona comporta continue variazioni su una sequenza di accordi, la passacaglia prevede continue variazioni su un ostinato (vedi) che rimane di solito al basso, ma può migrare verso una voce superiore.
clarino Registro, chiaro e acuto, della tromba naturale, in italiano noto col nome di chiarina o clarone.
Clavier/Klavier (francese/tedesco). Termine generico per uno strumento a tastiera: clavicembalo, organo o clavicordo.
colla parte Istruzione in partitura per indicare all’esecutore della parte di accompagnamento di seguire, doppiare o imitare la parte o la voce principale.
concertante Uno dei nomi dati agli strumenti solisti in un concerto grosso, in opposizione agli strumenti di ripieno, che suonano le sezioni tutti.
concertato Stile molto usato dai compositori italiani e tedeschi del Barocco per intensificare la relazione drammatica tra voci e strumenti.
Concertisten (dal tedesco, «concertisti»). I principali cantanti dell’ensemble, in una particolare voce o registro, che cantano un intero brano concertato, o le prime parti delle sezioni strumentali, opposti ai Ripienisten (vedi).
concerto grosso composizione in diversi movimenti scritta per un insieme di strumenti che suonano antifonalmente, comprendente un concertino, o gruppo solista, in contrapposizione al ripieno (o tutti).
consort Antica ortografia inglese di «concerto», indica qualsiasi insieme di strumenti, il whole consort riunisce una singola famiglia di strumenti, il broken consort strumenti di famiglie diverse.
continuo (abbreviazione di basso continuo). Conosciuto anche col nome di basso numerato o cifrato. Accompagnamento svolto nel registro grave da uno strumento basso e una tastiera, sotto la cui notazione sono collocati numeri che indicano gli accordi.
contrappunto invertibile L’arte di combinare melodie in cui ogni linea può fungere sia da basso che da melodia, in due, tre o quattro parti, senza violare le norme della sintassi musicale.
corale di cantata Forma messa a punto da Bach a Lipsia, tra il 1724 e il 1725, in cui un corale viene utilizzato sia come inno, sviluppato in una melodia estesa, sia come base di un movimento contrappuntistico.
cori spezzati Tecnica di scrittura per due o piú cori, separati spazialmente, sviluppata da Willaert e dai Gabrieli (Andrea e Giovanni) nella Venezia del Cinquecento, e piú tardi da Schütz in Germania, per sfruttare al meglio contrasti drammatici di timbro e conseguire maggiore sonorità; Bach la adotterà per Nun ist das Heil, BWV 50, e nella Passione secondo Matteo.
Currende/Kurrende (dal tedesco, «coro itinerante»). Si riferisce a una tradizione ampiamente praticata per la quale gli studenti della scuola latina e di coro erano tenuti a cantare per le vie della città varie volte a settimana, al fine di raccogliere fondi supplementari per il loro vitto e alloggio; gli incassi, poi, venivano ripartiti secondo norme rigorose. Spesso, si scatenavano vere e proprie guerre tra gruppi rivali per il controllo del territorio, o per conquistare postazioni in strade o luoghi di maggior passaggio.
da capo Espressione con la quale viene prescritta all’esecutore la ripetizione integrale di un brano fino al termine o al punto contrassegnato con la parola fine.
détaché (dal francese, «staccato»). Tecnica adoperata dagli strumenti ad arco, indica un secco, marcato colpo di archetto sulla corda applicato a note di pari valore.
diatonica (dal greco, «a intervalli di un tono»). Musica costruita senza ambiguità in una tonalità maggiore o minore.
Elettore I principi elettori (se ne contavano nove, al tempo di Bach) avevano, appunto, il diritto di eleggere l’imperatore del Sacro Romano Impero, erano ad esempio il margravio di Brandeburgo o Augusto, re di Polonia.
emiola (emiolia, hemiolia, hemiola) (dal greco, «in rapporto di uno e mezzo a uno»). Dispositivo ritmico, spesso collocato nelle cadenze, ottenuto raggruppando due misure in tempo ternario come se fossero tre in tempo binario.
Endzweck (ted.). Fine ultimo, o scopo.
falsettista Cantante di sesso maschile che utilizza la sua voce di falsetto nel registro acuto.
figura/figura corta Motivo o cellula musicale secondo la catalogazione di J. G. Walther, cugino e amico di Bach, nel suo Musicalisches Lexicon (1732): tre note veloci delle quali la prima è lunga quanto la somma delle due successive.
fioriture Figure ornamentali che abbelliscono una semplice linea melodica.
forma binaria La forma a due parti di un breve movimento, di solito con sezioni di medesima lunghezza, la seconda parte (B) in una tonalità relativa a quella della prima (A).
fuga Composizione contrappuntistica in parti o voci in cui si utilizza imitazione, aumentazione (o aggravamento), diminuzione e inversione del soggetto, portata al suo culmine formale da Bach nel Clavicembalo ben temperato. La struttura complessiva comprende esposizione, sviluppo e stretti, separati da episodi (divertimenti). La fuga era utilizzata come addestramento per i giovani coristi che cantavano in canone a orecchio per sviluppare la loro musicalità.
galante Stile elegante e leggero proprio della musica del XVIII secolo, la cui tipica esemplificazione è rappresentata dal minuetto.
gigue (dal francese, «gig»). Movimento di musica per danza – aggraziata, capricciosa e sbarazzina – da non confondere con la giga italiana, piú lunga, stilizzata e complessa.
ground bass Melodia persistente nel registro basso (vedi alla voce ostinato), che ricorre piú volte anche con armonie differenti, accompagnata da variazioni nelle parti superiori.
Hausmann Capo dei musici municipali (vedi Stadtpfeifer).
Hoff Musicus Musicista di corte.
imitazione Procedimento compositivo, in cui una figura musicale è ripetuta dopo la sua prima esposizione, sia letteralmente, sia modificata, alla stessa altezza o ad altezza diversa.
intavolatura Sistema di notazione abbreviata che utilizza lettere, numeri o altri segni come alternativa alla notazione tradizionale sul pentagramma. La sua popolarità era in calo, alla metà del XVIII secolo, ma Bach la usò occasionalmente nell’Orgel-Büchlein sia per risparmiare spazio, sia come promemoria compositivo in attesa che si asciugasse l’inchiostro prima di voltare pagina. Se ne trova l’utilizzo anche in alcune cantate.
Kammersänger/Kammersängerin (dal tedesco, «cantante da camera»). Titolo onorifico, conferito da principi e re, spettante ai cantanti illustri.
Kammerton/Cammer-Ton (dal tedesco, «intonazione da camera»). Il termine viene usato per descrivere la frequenza, il diapason, alla quale la musica da camera, e ancor piú quella sacra, veniva eseguita nel Barocco tedesco. Questo diapason poneva alcuni problemi che coinvolgono il trasporto e la doppia notazione, dal momento che gli strumenti accordati con quella nota dovevano suonare insieme agli organi da chiesa, generalmente accordati con il Chorton (dal tedesco, «intonazione del coro»), un tono o una terza minore sopra.
Lateinschule (dal tedesco, «scuola latina»). Simili alle scuole di grammatica, ovvero alle scuole elementari, erano state fondate, per la maggior parte, nelle zone di lingua tedesca dopo la Riforma ed erano spesso strettamente connesse alle chiese cittadine o a precedenti fondazioni monastiche.
melisma (dal greco, «canzone»). Un gruppo di note cantate su una sola sillaba.
Mettenchor Coro da camera d’eccellenza, come quello a quindici voci della Michaeliskirche, a Lüneburg, nel quale Bach militò per qualche tempo come voce bianca.
Nachspiel Brano finale o postludio.
Nekrolog Necrologio.
note di passaggio Tutte le note non accentate che fanno parte del materiale melodico o polifonico, ma non sono parti integranti dell’armonia, alla quale conferiscono dissonanze passeggere.
notes inégales (dal francese, «note disuguali»). Si riferisce alla pratica di eseguire una serie di crome in maniera non uniforme, con una cadenza lunga-corta, che si rileva in alcuni movimenti di musica per danza francese, poi adottata dai compositori tedeschi. Non dissimile dal blues sviluppatosi nel XX secolo, la tecnica è utilizzata per distendere e vivacizzare l’esecuzione di una serie di note uguali.
obbligato Se posto accanto al nome di uno strumento in partitura, indica che la parte è considerata essenziale e non deve essere omessa, sebbene possa essere eseguita da un altro strumento (flauto per oboe, violino per organo, ecc).
ostinato Figurazione costantemente reiterata, generalmente nel registro basso (da cui la locuzione «walking bass», basso camminante), utilizzata per creare coerenza e sostegno; può anche indicare una ricorrente figura melodica, come nel «Crucifixus» della Messa in Si minore.
ouverture Brano strumentale cui spetta il compito di introdurre un’opera, un oratorio o una suite. Bach adottò lo stile francese di ouverture, con il suo carattere maestoso, spigoloso e con i ritmi puntati (nella sezione di apertura), seguito da un veloce fugato (nella seconda sezione).
parodia Indica la sostituzione, in un lavoro vocale preesistente, di un testo secolare con uno sacro, senza alcun senso peggiorativo di imitazione.
partita Divisione (per esempio, una variazione) di una suite strumentale o di un insieme di pezzi, come nel Clavier-Übung I di Bach. Simile al francese ordre.
passepied In origine danza bretone in tempo ternario, una versione piú veloce del minuetto, in cui i piedi si muovono «piú rapidamente, quasi fossero oliati» (Niedt, 1721).
pasticcio Composizione eterogenea, spesso a opera di diversi autori, dal carattere di intrattenimento musicale, di solito pensata per il palcoscenico.
permutazione Tecnica contrappuntistica, usata in particolar modo nelle fughe, in cui l’ordine di eventi è attentamente formalizzato per variare la scrittura, prevenire eventuali duplicazione e preservare il carattere, o Affekt, della composizione.
per omnes versus (dal latino, «in tutti i versi»). L’uso di una melodia corale inalterata in tutte le strofe e singoli movimenti, come nella cantata di Bach, Christ lag in Todesbanden, BWV 4.
pietismo Pratica religiosa e pastorale, cresciuta in seno al luteranesimo, al quale poi si contrappose, che metteva un forte accento sulla pietà individuale. Raggiunse il suo punto di massima espansione alla metà del XVIII secolo. Il movimento fu ispirato da Philipp Jakob Spener (1635-1705), fondatore dell’Università di Halle.
policorale Termine moderno utilizzato per descrivere le composizioni di autori veneziani del Cinquecento per organici divisi: due o tre specifici cori, con o senza orchestra, spesso fisicamente distanziati gli uni dagli altri.
quodlibet (dal latino, «cosí come piace»). Una combinazione assai ingegnosa di melodie popolari, come nella variazione finale delle Variazioni Goldberg, in cui due o piú brani folklorici si intrecciano nella cornice armonica del tema. Il termine, inoltre, descrive la musica di carattere piú licenzioso che veniva eseguita durante le riunioni della famiglia Bach.
recitativo secco Stile musicale, che sostituisce il dialogo parlato, in cui un cantante solista accompagnato solo dal basso continuo (con una linea di basso cifrata, o meno) fa avanzare la narrazione.
Rector Preside di una scuola, di solito un sacerdote che abitava nella medesima struttura.
regalista Suonatore di regale, un piccolo organo portativo caratterizzato da un suono nasale e rauco, che funzionava con un mantice azionato manualmente.
ricercar(e) Composizione strumentale, non lontana in stile da un mottetto; studio contrappuntistico che segue le permutazioni di un melodia; e che, dalle origini seicentesche nelle mani di Frescobaldi (1583-1643), ha portato allo sviluppo della fuga. Bach ha creato un ricercare a sei voci nell’Offerta musicale.
Ripienisten (dal tedesco, «ripienisti»). Cantanti usati da Bach nelle cantate per rafforzare, supportare o agire da complemento per i Concertisten (vedi).
ripieno Si veda alla voce concerto grosso.
ritardo In armonia, la dissonanza causata da una nota tenuta mentre si passa da un accordo all’altro, che viene poi risolta di solito con un movimento discendente.
ritornello Porzione strumentale di una composizione che, appunto, viene ripetuta – completa o in parte – piú di una volta, nella stessa tonalità o in una diversa, spesso tra due episodi vocali.
rubato Elasticità ritmica dell’esecuzione che permette alla pulsazione di fluttuare leggermente, restituendo un senso di libertà.
sarabanda Uno dei quattro movimenti di danza che compongono la suite strumentale (vedi), ha avuto origine nel XVI secolo come danza cantata latinoamericana e spagnola (zarabanda), con connotazioni lascive; migrata nelle corti francesi come danza in tempo ternario, mostra tipicamente un lento , caratterizzato dallo schema minima, minima col punto, semiminima.
scena Episodio all’interno di un’opera composto da recitativo arioso e uno o piú arie, duetti e cori.
serenata Concerto, di solito strumentale, eseguito all’aria aperta, di sera.
siciliano Movimento di danza di origine siciliana di carattere melodioso e pastorale, in , o
, generalmente utilizzato come movimento lento.
sinfonia Pezzo orchestrale che serve come introduzione di una cantata, di una suite o di un’opera (in questo caso lo si definisce tradizionalmente ouverture).
Spielmann Un menestrello-violinista, spesso itinerante, un gradino sopra al Bierfiedler.
Spruch/Spruchmotetten (dal tedesco, «citazione»). Una citazione dalle Scritture, spesso utilizzata come base per un mottetto.
Stadtpfeifer (dal tedesco, «musico di città»). Musicista professionista, impiegato presso una città o un municipio, simile per ruolo al wait inglese. Membri della famiglia Bach, musici di città in Turingia per generazioni, ricoprirono la posizione di Stadtpfeifer. La città di Lipsia impiegava sia suonatori di strumenti a fiato che ad arco, e nel 1748 Bach fece un’audizione di candidati, preferendo coloro che erano in grado di suonare sia il violino che l’oboe «con grande abilità», probabilmente perché questi strumenti erano utili nelle esecuzioni in chiesa.
stile antico Termine che descrive la musica sacra scritta dopo il 1600, imitando Palestrina, utilizzato nel XVIII secolo da Johann Mattheson e da Johann Joseph Fux nei loro scritti teorici sul contrappunto.
stretto Ingresso ravvicinato delle voci in una fuga poco prima della fine.
suite Successione di un certo numero di movimenti di danza (in forma binaria), in cui allemanda, corrente, sarabanda e giga erano obbligatorie, e altri potevano essere aggiunti; nell’uso di Bach, il termine è intercambiabile con partita (vedi).
temperamento Termine utilizzato per designare l’accordatura della scala musicale in cui le note non sono «pure» (relativamente agli armonici naturali), ma sono, appunto, temperati o modificati. Quando Bach usa l’indicazione «ben temperato» (come nei suoi 48 Preludi e Fughe) descrive una fase intermedia nel cammino verso il temperamento equabile, che divide l’ottava in dodici semitoni uguali, permettendo a compositore ed esecutore di avventurarsi in tonalità molto distanti fra loro.
terza di Picardia La terza maggiore posta a conclusione di un brano in modo minore per conferire un maggior senso di compiutezza.
terzetto Composizione vocale a tre voci, senza accompagnamento, com’è definita da Walther nel 1732, e usata da Bach nella cantata BWV 48.
tessitura L’estensione di una voce e di uno strumento (l’intera gamma dei suoni da questi prodotti), o di una composizione vocale o strumentale.
tetracordo (dal greco, tetrachordon, «quattro corde»). Quattro note discendenti comprese nell’intervallo di quarta giusta, all’interno delle quali la posizione del semitono determina la natura del tetracordo stesso.
tono contrarius/peregrinus Uno dei toni salmodici irregolari, posteriore ai tradizionali otto toni salmodici del canto gregoriano usato durante gli uffici sacri.
traverso Meno frequente la dizione traversa, relativa al flauto detto «tedesco», in opposizione al flauto, con la quale i compositori nell’èra di Bach indicavano il flauto diritto (o a becco, o dolce).
tritono L’intervallo prodotto da tre toni interi, vale a dire una quarta eccedente (Do-Fa) o una quinta diminuita (Do-Si
); vietato nella teoria medievale, dove lo si indicava come «diavolo in musica» (diabolus in musica), ma tollerato dall’epoca barocca in poi per speziare gli accordi di settima.
tromba da tirarsi/tromba spezzata Tromba naturale, dotata di una coulisse che permette di alterare la lunghezza dello strumento mentre si suona, permettendogli cosí di riempire le lacune nella scala degli armonici naturali.
tropo (dal greco, «volta o giro di frase»). Introduzione a un canto gregoriano o interpolazione all’interno del canto.
turba/turbae Parole (e quindi cori) negli oratori della Passione, interpretati da piú di una persona, per esempio i discepoli, gli ebrei o i soldati romani.
Türmer (dal tedesco, «uomini della torre»). Le guardie-musicisti delle torri che lavoravano in turni, attrezzati con corni o trombe, bandiere per segnalare gli incendi, lanterne e clessidre, incaricati di suonare l’allarme all’avvicinarsi di eserciti di predoni. Le loro funzioni piú prettamente musicali, che comprendevano i rintocchi per il Nuovo Anno, variavano a seconda delle dimensioni delle città.
Vokaleinbau (dal tedesco, «inserimento vocale»). Tecnica di incorporazione della parte della voce, o delle voci, nella ripresa dell’introduzione strumentale.