Mentre Adriana correva fuori dal locale, cercai di seguirla, quando quel coglione di Stone mi bloccò la strada.
«Lasciala in pace» disse.
«Perché non ti fai i cazzi tuoi?» chiesi, gelandolo con lo sguardo.
Lui serrò la mascella. «Non vuole più vederti.»
«Allora me lo può dire lei, non tu.»
«Basta» disse Jenna, mettendosi tra noi. Si girò verso di noi. «Vai a cercarla. Dal suo sguardo si capisce che è quello che vuole.»
Di certo a me non era sembrato così. Ma sapevo che le donne erano complicate e mi fidavo del giudizio di Jenna.
Mi girai e corsi fuori dal locale, pronto a prendere Stone a pugni, se avesse provato a fermarmi. Quando raggiunsi il parcheggio era buio, ma vidi Adriana attraversare di corsa la strada per andare all’altro parcheggio. Imprecando, le corsi dietro
«Adriana!» gridai, mentre sbloccava lo sportello della sua macchina.
«Lasciami in pace!» urlò, salendo. Chiuse la portiera sbattendola.
Raggiunsi la macchina e cominciai a gridarle contro. «Non dovresti guidare! Hai bevuto troppo!»
Lei mi fece il dito medio.
«Stone ti arresterà!» gridai contro il finestrino. «Per guida in stato di ebbrezza!»
Questo la fece ragionare. Si accigliò e spense il motore.
«Dai, ti accompagno a casa» dissi ad alta voce.
Aprì lo sportello della macchina e scese. «No» disse, chiudendo a chiave. «Mi faccio accompagnare da Stone.»
«Un cazzo» dissi. «Non ti accompagnerà lui, lo farò io.»
«Col cavolo» disse, rabbrividendo.
«Dov’è la tua giacca?»
Fece un cenno verso la sua macchina.
«Dammi le chiavi» le chiesi allungando la mano. «Ti accompagno a casa.»
«No.»
Prima che potesse rispondere, gliele presi di mano. «Sali in macchina o giuro su Dio che ti prendo e ti butto dentro io stesso. Sai che lo faccio.»
Gemette furiosa. «Va bene. Vuoi accompagnarmi a casa? Allora accompagnami. Non m’importa un cazzo» disse, andando furiosa dal lato del passeggero.
La guardai salire e poi entrai anche io.
«Mettiti la cintura.»
Se l’allaccio furiosa.
Accesi il motore e partii.
«Allora, non vuoi dire niente?» chiesi, dopo qualche minuto di silenzio.
«Non ho niente da dirti» rispose, mettendosi il cappotto.
«Perché sei così incazzata?»
Non rispose.
Sospirando, accesi la radio. «Qualche richiesta?» Grugnii. «Una ballata, magari. Sembra che ti piaccia ballarle. Soprattutto con gli hippy teste di cazzo.»
Lei rise freddamente. «Parli proprio tu. Ah, vero. Voi non stavate ballando. Stavate facendo sesso asciutto.»
Feci una risatina nasale. «Sesso asciutto?»
«Sì, sesso asciutto.»
«E che diavolo sarebbe?»
«Scopare ballando.»
«Mi hai visto ballare?»
«No, ma ho visto Jenna spingerti il culo addosso e a te sembrava piacere.»
«Come fai a sapere che mi è piaciuto?»
Lei alzò gli occhi al cielo. «Di certo non l’hai fermata.»
«Non stavo nemmeno prestando attenzione a Jenna. Avevo altre cose per la testa» dissi, facendo una deviazione.