«Per quanto? Per quanto tempo vuoi tenermi qui? Per quanto? E chi diavolo sei? Lasciami andare!» Logan gridò nell’oscurità sfumata di verde. «Ho bisogno di zucchero! Ho bisogno d’acqua, ti prego!»
Il puro terrore della situazione le aveva fatto dimenticare dell’alluce fino a quel momento, ma ora pulsava dolorosamente. Le cinghie attorno a stomaco, polsi, cosce e gambe sembravano inciderle la carne. Aveva crampi alla gamba destra e un disperato bisogno di allungarla, ma non poteva muoversi. Cercò di sollevare la testa ancora una volta, ma subito qualcosa le affondò nel collo, strozzandola.
Aveva la bocca secca e le labbra attaccate tra loro, ma il corpo era appiccicaticcio. Riconobbe i segni del calo di zuccheri. Era grave e presto sarebbe andata in coma ipoglicemico e avrebbe perso conoscenza.
Chi aveva gridato prima? C’era qualcun altro lì, oltre a lei?
La rabbia aveva momentaneamente rimpiazzato la profonda e malsana paura che provava. Da quanto tempo era lì? E dov’era lì? Era Jamie a farle questo? Che intenzioni aveva? Tenerla lì finché non avesse acconsentito a sposarlo? Sarebbe stato di certo un gran bell’inizio per una vita insieme.
Già, mi ha mollato, allora l’ho drogata, l’ho chiusa in uno scantinato e l’ho presa per fame, senza darle zuccheri né farle fare pipì finché non ha acconsentito a sposarmi.
Mancavano due settimane a Natale. Due settimane fondamentali per lei, santo cielo. Stava iniziando a contribuire sul serio agli utili della clinica e a mettere da parte un po’ di soldi per acquistare una piccola proprietà tutta sua, una volta che si fosse separata da Jamie.
Ma ogni giorno contava e lei non aveva idea di che ora fosse, né da quanto tempo si trovasse in quel luogo. Ammesso che quel giorno fosse venerdì, era il compleanno di sua madre, e Logan aveva in mente di chiamarla per poi andare a trovare i genitori nel fine settimana.
In confronto al suo fidanzato precedente, che era stato davvero infedele, all’inizio Logan aveva trovato in Jamie una boccata d’aria fresca. Era premuroso e dolce, cucinava bene e a lei piaceva il suo senso dell’umorismo.
Solo quando l’aveva conosciuto meglio aveva cominciato a capire i suoi limiti. Nei primi mesi, facevano tutto insieme: bevevano, mangiavano, passeggiavano, andavano al cinema, guardavano la tv. Soltanto a poco a poco, impercettibilmente, aveva iniziato a rendersi conto che Jamie non aveva molti interessi, a parte guardare lo sport in tv e andare, di tanto in tanto, allo stadio AmEx a guardare le partite in casa del Brighton & Hove Albion.
Era come un camaleonte, si era adattato alla vita di Logan facendo tutto quello che piaceva a lei.
L’anno precedente, quando Logan aveva iniziato ad allenarsi per la maratona di Brighton, lui aveva corso con lei per un po’. A lei piaceva il ciclismo su strada, quindi si era comprato la bici anche lui, per accompagnarla. I primi giorni era stata entusiasta: era contenta di avere compagnia, i suoi amici non erano molto sportivi. Gradualmente, però, la solitudine aveva cominciato a mancarle. Tre mesi prima, c’era stata un’altra grossa seccatura: lei si era unita a un circolo di lettura e subito anche Jamie aveva voluto farne parte, anche se raramente leggeva libri che non fossero thriller. Dopo il primo incontro del circolo, dove aveva insultato tutti i presenti definendoli «presuntuosi aristocratici», aveva lasciato stare.
Quando Logan gli aveva detto che non voleva sposarlo e che avrebbero dovuto prendere strade diverse, Jamie ci era rimasto molto male e aveva pianto. Ma mai, nemmeno nei suoi incubi peggiori, Logan avrebbe immaginato che potesse farle una cosa simile: rapirla e tenerla prigioniera.
Sempre che si trattasse di lui.
Eppure doveva essere lui, no?
Jamie non era un violento e nemmeno una persona cattiva. Non aveva senso.
C’era qualcosa, nel profondo del suo carattere, che le era sfuggito? Intendeva tenerla lì finché non avesse acconsentito a sposarlo?
Logan vide una luce in movimento. Un tenue bagliore verde. Si stava avvicinando.
«Jamie?» disse. «Jamie, ti prego, parliamone.»
Sentì qualcosa che scorreva sopra la sua testa.
Poi un fascio di luce le balenò negli occhi, abbagliandola momentaneamente. Il fascio di luce si spostò per un istante.
C’era qualcuno in piedi, che incombeva su di lei. Il volto era coperto da quella che sembrava una maschera fetish.
Poi sentì qualcosa premerle contro le labbra. Qualcosa di dolce. Era miele e lo inghiottì. Le furono quindi infilate in bocca due capsule e un po’ d’acqua da un bicchiere di plastica.
Sentì ancora quel rumore di scorrimento, poi passi ovattati che si allontanavano.
Mentre il suono svaniva, Logan fece un pensiero orribile e la paura impregnò ogni fibra del suo essere.
Stava pensando in maniera illogica? E se non si fosse trattato di Jamie? Qual era il ruolo dell’uomo nel parcheggio? Agivano insieme?
E se fosse stato un completo sconosciuto?