«Sei molto silenzioso stasera», disse Rachel, la moglie di Jacob Van Dam. Era vestita elegante. Anche quando cenavano soli, si vestivano sempre in modo elegante, l’avevano fatto per tutta la loro vita matrimoniale, per trasformare in qualcosa di speciale il momento della giornata in cui si riunivano.
Lo psichiatra era seduto al capo opposto del tavolo in mogano, nella raffinata sala da pranzo della loro casa di Regent Park, aveva in mano un calice di vino rosso e fissava assorto i riflessi del lampadario sulle sfaccettature del cristallo. Le costolette d’agnello nel piatto di porcellana fine che aveva davanti si stavano raffreddando, ancora intatte, insieme ai petit pois e alle patate al gratin che Rachel aveva preparato con tanto amore.
«Sì, be’, è stata una giornata interessante», disse, pensieroso.
«Ti andrebbe di condividerla con me?» Dopo una breve pausa, aggiunse: «Che tremenda notizia la scomparsa di Logan, non ci posso credere. Nessuno ha idea di dove sia. A quanto pare, la polizia sta facendo il possibile. Poco fa ho parlato con Tina, è disperata. Ha detto che la polizia non pensa a un sequestro a scopo di riscatto, visto che non ci sono state richieste, secondo loro è più probabile un rapimento. Pare che abbiano detto che, se una persona della sua età viene rapita, è probabile che si tratti di un maniaco... e che le probabilità di ritrovarla in vita diminuiscono con il passare del tempo. Mi sento impotente».
Van Dam era così consumato dalle elucubrazioni su Harrison Hunter che sentiva a malapena le parole della moglie.
Chiunque fosse veramente Harrison Hunter.
6 MORTA.
Gli aveva mentito. Sua nipote non aveva un tatuaggio simile, non ne aveva affatto. Era scomparsa, forse rapita, la sera prima. Qual era, allora, il collegamento tra quell’uomo e Logan?
La linea d’azione corretta sarebbe stata chiamare la polizia. La minaccia di Hunter, però, gli era sembrata molto concreta. L’unica cosa importante era trovare Logan e accertarsi che fosse al sicuro. Aveva bisogno che Hunter tornasse da lui, poi avrebbe trovato un modo per intrappolarlo, per farlo cantare. Ma quanto tempo gli restava? La serata? Il fine settimana?
E se Harrison Hunter stesse semplicemente delirando? Se fosse stato un tizio qualunque che aveva letto l’Argus e che immaginava il proprio coinvolgimento?
Era caduto al primo ostacolo. 6 MORTA. Logan non aveva tatuaggi.
Sorseggiò dell’altro vino, poi tagliò la prima costoletta. Rosa al centro, proprio come piaceva a lui. «Cotta alla perfezione, mia cara.»
Lei gli rivolse una delle sue occhiate penetranti. «È qualcosa di cui mi puoi parlare?» chiese.
«Non proprio», rispose lui. «No.»
«È davvero terribile. Voglio dire, che diamine le sarà mai capitato? Aveva rotto il fidanzamento. Credi che possa esserci il fidanzato dietro tutto questo? O che possa essere coinvolto?»
Van Dam fissò di nuovo le luci che danzavano sul bicchiere, poi con la forchetta intinse un boccone di carne nella gelatina di menta su un lato del piatto e cominciò a masticare. Dopo aver inghiottito, disse: «Rachel, in vita tua hai mai dovuto prendere una decisione anche se credevi di non avere gli strumenti per farlo?»
«Tesoro, stai di nuovo parlando per enigmi. Come fai spesso.»
«Scusami. La carne è deliziosa, a proposito.»
«Bene.»
Van Dam si tamponò le labbra con il tovagliolo di lino. «Segreto professionale.» Alzò il calice e lo fissò, malinconico. «Questa è la decisione.»
«Che genere di decisione?» lo sollecitò Rachel.
«Be’, immagina per un attimo di essere me, nel mio ufficio. Arriva un nuovo paziente, che confessa di uccidere la gente. La mia valutazione è che sia affetto da disturbo delirante. Ma se mi sbagliassi e lui fosse davvero un assassino? Dovrei denunciarlo alla polizia. Se invece fosse solo una sua fantasia, verrei meno al mio obbligo di segretezza. E il paziente non parlerà mai più apertamente con nessuno. Non si fiderà mai più di nessuno.»
«Ti è capitato oggi?»
«Sì.»
«Ha qualcosa a che vedere con Logan? Ti ha confessato di essere il rapitore?»
Tagliò un altro boccone d’agnello. «No, non ha detto questo, ma dice di conoscere l’uomo che l’ha presa.»
«Puoi dirmi qualcosa in più su di lui?»
Van Dam masticò lentamente, poi prese un altro sorso di vino. «Non posso dire granché, ma quest’uomo mi ha detto qualcosa che, secondo lui, avrebbe dimostrato la sua buona fede. Dopo che ha lasciato il mio ufficio, ho controllato, e anche per questo ho fatto tanto tardi, però non era vero. Il che mi porta a credere che sia... non ne sono sicuro.»
«Un mitomane?»
«Sarebbe la deduzione più semplice», disse Van Dam. «Ma sono perplesso.»
«Quindi dovresti chiamare la polizia e condividere le tue idee.»
Lo psichiatra rimase in silenzio e bevve ancora vino. «E mettere in pericolo la vita di Logan?» aggiunse poi.
«Perché la metteresti in pericolo?»
«Perché quell’uomo mi ha vietato categoricamente di andare dalla polizia.»
«Quindi lo prendi sul serio fino a questo punto?»
«Sì.»
«Allora da qualche parte nel profondo di quella tua strana mente, che non sono mai riuscita a comprendere appieno nonostante tutti gli anni trascorsi insieme, devi essere convinto che quell’uomo abbia detto la verità.»
Van Dam sorrise all’amata e saggia moglie. «Sì, è vero.»