Roy Grace convocò il briefing mattutino alla Sussex House per le sette e mezzo, un’ora prima del solito. C’era parecchio da fare e, in un modo o nell’altro, doveva anche trovare il tempo per finire di scrivere l’elogio funebre.
Informò la sua squadra che, sebbene in quella fase fosse troppo presto per esserne certi, c’erano tuttavia dei parallelismi inquietanti tra l’operazione Monna Lisa e l’operazione Carro da Fieno. Disse chiaramente, però, che nessuno avrebbe dovuto farne parola con qualcuno di esterno alle due operazioni.
Norman Potting alzò la mano. Era pallido e con gli occhi arrossati. Grace non sapeva se fosse stanco o se avesse pianto per Bella, ma era certo che non dormiva. «Sì, Norman?»
«Capo, forse ho fatto una scoperta significativa. Ho contattato la motorizzazione e ho trovato impiegati molto disponibili. Una di loro è rimasta al telefono con me per un’ora, ieri sera, a esaminare le Volvo station wagon intestate a soggetti dell’area di Brighton & Hove. Ha trovato un veicolo registrato a nome Martin Horner, relativo a un indirizzo nella zona ovest della città, a Portsdale. Edificio residenziale. Blenheim Street, numero 62.» Con l’aria di uno che stia per crollare per la fatica, Potting coprì uno sbadiglio con la mano e proseguì. «Sono andato alla sala del servizio di sorveglianza di John Street. Innanzitutto, ho controllato le registrazioni delle telecamere del rilevamento targhe. Hanno tracciato questo veicolo sospetto durante un tragitto da Chesham Gate, dove la vittima è stata vista per l’ultima volta, e lungo Dyke Road, in orari che corrispondono.» Sbadigliò ancora. «Poi abbiamo controllato le telecamere nelle zone pertinenti e abbiamo trovato la Volvo, di cui siamo riusciti a leggere la targa per intero. È lo stesso veicolo.»
«Fantastico, Norman!» disse Grace. «Dovresti tornare a casa, adesso, e riposare un po’.»
Potting scosse la testa. «Voglio restare qui e dare una mano, capo.»
«Non hai dormito molto.»
«Dormirò la settimana prossima, dopo...» Si piegò in avanti, coprendosi la faccia con le mani.
Grace sapeva che intendeva dopo il funerale di Bella, così lasciò correre. Controllò l’orologio: le 7.35. I blitz eseguiti all’alba erano l’ideale per catturare i delinquenti a casa loro, ma nel fine settimana magari il colpevole si stava godendo un po’ di sonno extra. Soppesò l’idea. La sua prima preoccupazione era garantire l’incolumità di Logan Somerville. Un raid a vuoto o mal eseguito poteva mettere in grave pericolo la vita di una persona rapita. Le statistiche, però, erano contro di loro già da parecchio tempo. Erano ormai trascorse trentasei ore dalla notizia della scomparsa di Logan. Grace si rivolse all’agente investigativo Alec Davies. «Alec, chiediamo un mandato di perquisizione, in fretta. Va’ dal giudice di turno e fattelo firmare. Metto in allerta una squadra di supporto. Ottimo lavoro, Norman.»
Il sergente Cale alzò la mano. «Signore, come lei sa, e a beneficio di tutti gli altri, prima di questo incontro ho ricevuto una telefonata dall’ispettore in servizio a John Street. C’è stato un altro possibile rapimento stanotte: una giovane donna.»
Grace ebbe un cattivo presentimento, che aumentò di minuto in minuto. Si stava avverando il suo incubo peggiore? «Tanja, per favore, riferisci a tutti quello che sai», sollecitò.
Tanja Cale guardò i suoi appunti. «Si chiama Ashleigh Stanford, ventun anni, studia design della moda all’università di Brighton e divide un appartamento con il suo compagno in Carlisle Road. L’uomo ha chiamato la polizia alle tre del mattino, preoccupato perché la ragazza non aveva fatto ritorno a casa. Il venerdì e il sabato sera lavora al pub Druids Head sulle Lanes. A quanto pare, rincasa sempre per l’una. Nessun avviso di un possibile ritardo e, quando lui ha cercato di telefonarle, ha trovato la segreteria.»
«Magari è andata via con un cliente?» chiese Guy Batchelor.
«È possibile», disse Cale. «Il compagno è in ansia perché la ragazza torna sempre a casa in bici. Ha chiamato il Royal Sussex County Hospital per chiedere se fosse stata ricoverata a seguito di un incidente, ma ha avuto riscontro negativo, perciò ha chiamato noi per riferire le sue preoccupazioni.»
Grace rifletté. Un’altra donna che tornava a casa dal compagno, significava qualcosa? «Abbiamo una fotografia della ragazza?» chiese.
«No, signore.»
«Procuratemene una recente, per favore. Con urgenza.»